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Allevatori sconfitti sulla carne sintetica

L’Europarlamento ha bocciato gli emendamenti che avrebbero bloccato l’uso di denominazioni ingannevoli per alimenti di origine vegetale spacciati per hamburger, salsicce o bistecche di carne.
Dunque l’hamburger “impossibile” potrà chiamarsi “hamburger” anche se non contiene nemmeno un grammo di carne. Al Parlamento europeo non passa nessuno degli emendamenti, sostenuti da tutte le principali associazioni degli agricoltori italiani ed europei, che volevano limitare l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale. Devono continuare a chiamarsi bistecche, salsicce e hamburger, afferma la Coldiretti, solo quelle ottenute dalla carne per non ingannare i consumatori sulle reali caratteristiche del prodotto.

La posizione va contro la trasparenza per la quale Confagricoltura si batte da tempo, a favore dei consumatori e delle imprese zootecniche. Altrettanto ha fatto il Copa-Cogeca, con una campagna di comunicazione europea.

Oltre a utilizzare questi termini ‘impropri, evidenzia Confagricoltura, alcuni operatori del settore alimentare adottano strategie di marketing che in molti casi inducono in confusione, perché presentano prodotti vegani o vegetariani come del tutto equivalenti ai prodotti di origine animale.

I consumatori – afferma il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli, in pieno accordo con il presidente nazionale Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa – hanno il diritto di scegliere i prodotti che desiderano, basando la propria scelta su informazioni affidabili che riflettano correttamente le caratteristiche del prodotto. Spesso, invece, queste informazioni si rivelano ingannevoli”.

Con la decisione di oggi dell’Europarlamento rimane quindi la possibilità di utilizzare termini impropri per prodotti appartenenti a categorie alimentari diverse.

“Confagricoltura – conclude Brondelli – continuerà la battaglia in tutte le sedi istituzionali per garantire la correttezza delle informazioni, la trasparenza verso il consumatore, nonché per tutelare gli interessi delle imprese del settore zootecnico, portabandiera del Made in Italy nel mondo”.

Delusione e rammarico per aver perso un’occasione sono i sentimenti che ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), UNAITALIA (Unione nazionale filiere agroalimentari cari e uova) e ASSOCARNI, provano commentando il voto sul “Meat Sounding” del Parlamento europeo che ha dato il semaforo verde alla proliferazione di prodotti a base di vegetali che utilizzano nomi di prodotti a base di carne sollevando interrogativi fondamentali sulle informazioni fornite ai consumatori, sul nostro patrimonio culturale e sul potere del marketing moderno, che mescola valori e grandi interessi commerciali senza farsi troppi problemi.
Per la salumeria italiana non si trattava di una lotta, ma di un appello al giusto riconoscimento e al rispetto del lavoro di milioni di agricoltori e lavoratori del settore zootecnico. Questi mantengono vivi i nostri comuni ed i nostri territori e forniscono ai cittadini prodotti di qualità, consumati in tutto il mondo come parte del patrimonio culinario italiano e di un’alimentazione equilibrata. “Vogliamo comunque ringraziare l’ottimo lavoro della Delegazione italiana al Parlamento europeo che ancora una volta ha saputo far squadra cercando di difendere con successo gli interessi del Made in Italy. Questo ci incoraggia ad intraprendere l’unica strada che ci resta cioè quella del decreto nazionale come hanno fatto i francesi”.

 

 

 

 

 

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