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Indici Crefis di redditività dei suini

In gennaio, il forte aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per l’alimentazione suina ha trascinato ancor più verso il basso la reddittività degli allevatori di suini italiani, non consentendo di sfruttare la ripresa, seppur leggera, dei prezzi degli animali. Le variazioni sono risultate negative sia rispetto al mese precedente (-2,1%) che allo scorso anno (-34,8%).

Un andamento congiunturale al ribasso è stato riscontrato anche per gli allevatori statunitensi, che in gennaio hanno visto calare la loro reddittività del -5,4%. Negativa anche la variazione tendenziale pari al -3,2%. Dal mese di novembre 2020 l’indice Crefis di reddittività dell’allevamento statunitense è stato ricalcolato utilizzando i prezzi di nuove commodity, dato che le precedenti non risultano più disponibili.

In dicembre (ultimo mese disponibile) la reddittività degli allevatori europei è scesa del -8,2% rispetto al mese di no- vembre; tale valore risulta inferiore anche rispetto a quello dello scorso anno (- 42,0%). Tale andamento deriva dal calo delle quotazioni dei suini (scese del -4,8% rispetto a novembre), che non ha consentito di sfruttare il calo di prezzo fatto segnare dalla soia. Da questo mese l’indice Crefis di redditività degli allevatori europei è stato ricalcolato utilizzando i prezzi del mais forniti dalle dashboard mensili della Commissione, dato che la precedente fonte non risulta aggiornata. In gennaio, la redditività della macellazione ha subito una battuta d’arresto, scendendo del -6,1% rispetto al mese precedente. Tale situazione deriva dall’aumento di prezzo fatto registrare dai suini da macello e il contemporaneo calo delle quotazioni dei lombi. Nono- stante questa diminuzione congiuntura- le, il dato di gennaio 2021 resta comun- que decisamente al di sopra di quello dello stesso mese dell’anno precedente: +19,6%.

In gennaio, la stabilità dei prezzi dei prosciutti di Parma stagionati, combinato con la diminuzione delle quotazioni delle cosce fresche leggere di 12 mesi fa, ha portato ad un aumento della redditività dell’attività di stagionatura dei prosciutti di Parma Dop. In particolare, per i prosciutti leggeri la reddittività è salita del +1,5% rispetto a dicembre, mentre per i pesanti l’incremento è stato del +1,2%. L’attuale livello di reddittività rimane comunque al di sotto di quello del- lo scorso anno: -7,5% per i prosciutti leggeri e -13,7% per quelli pesanti.

La diminuzione dei prezzi delle cosce fresche ad inizio stagionatura e la stabilità dei prezzi dei prosciutti stagionati av- venuta ad inizio 2021 hanno portato ad un’ulteriore crescita, seppur più contenuta del mese precedente, della redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del +0,3% per il prosciutto leggero e del +0,1% per quello pesante. I livelli raggiunti sono i più alti da novembre 2011 per i prosciutti pesanti e da dicembre 2018 per quelli leggeri. Positive le variazioni tendenziali: +10,8% per i prosciutti leggeri e +19,8% per quelli pesanti.

Nell’ultimo mese il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipiche, pur riducendosi, è rimasto a favore di quest’ultime per entrambe le tipologie di peso. Per i prosciutti leggeri la differenza di redditività tra chi produce Dop e non Dop è del -17,9%, mentre per i pesanti del -20,1%.  

 

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