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25mila italiani al lavoro con i buoni vendemmia

  

Almeno 25mila posti di lavoro occasionali per gli italiani potrebbero essere disponibili per la vendemmia alle porte con una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti alla vigilia della partenza delle attività di raccolta, messe a rischio dalla mancanza di manodopera proprio nella fase più delicata della stagione.

Incentivare l’utilizzo di manodopera italiana in vista dell’imminente vendemmia per far fronte agli eventuali problemi di carenza di lavoratori, alla luce delle ultime notizie che giungono da oltre frontiera, in particolare da Romania e Bulgaria, riguardo a un aumento significativo di casi positivi al Covid-19. Così Cia-Agricoltori Italiani per la quale ora  si dovrebbe parlare di Made in Italy non solo riguardo ai prodotti agricoli, ma anche alla manodopera impiegata nei campi.

Oggi il sistema produttivo italiano è in evidente difficoltà (8 milioni di cassaintegrati e 1,5 milioni di disoccupati) e bisogna cercare delle soluzioni all’interno del nostro paese per cercare di rilanciare l’economia nazionale.

Cia propone l’impiego nel settore agricolo di tutti quei lavoratori italiani che attualmente sono senza lavoro, per cercare di tutelarli da un punto di vista reddituale e sociale ma cosa più importante per preservare l’intero paese da una seconda ondata di contagio.

I voucher – ricorda la Coldiretti – sono stati per la prima volta introdotti in Italia proprio solo per la vendemmia il 19 agosto 2008, con circolare Inps con l’obiettivo di ridurre burocrazia nei vigneti e dare una possibilità di integrazione del reddito a studenti e pensionati che sono andate perdute in seguito all’abrogazione dovuta ai casi di abuso favorito ad un eccessivo allargamento ad altri settori e che in realtà non hanno riguardato il settore agricolo.

Un danno enorme per le imprese agricole – denuncia Coldiretti – reso ora ancora più evidente dall’emergenza sanitaria che ha di fatto privato le campagne anche dall’apporto dei lavoratori agricoli stranieri a partire dai rumeni, la comunità più presente nelle campagne italiane, con 100mila stagionali di fatto bloccati dalla pur legittima ordinanza che dispone la quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria.

Oltre alle operazioni di raccolta estive, che vanno dalla frutta agli ortaggi, il vincolo della quarantena potrebbe limitare anche gli arrivi per la vendemmia che tradizionalmente inizia in Italia ad agosto e continua in un percorso che – precisa la Coldiretti – prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello.

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, ha inviato una lettera al Ministro della Salute, Roberto Speranza, proprio in riferimento alla proroga dello stato di emergenza, chiedendo la possibilità di trovare delle soluzioni alternative per evitare di compromettere gravemente il risultato dell’intera annata agraria, ferme restando le necessità di non abbassare l’attuale livello di attenzione alla sicurezza sanitaria.

Le imprese agricole – conclude il presidente della Coldiretti – si sono dette da subito disponibili a farsi carico dei costi per sottoporre al tampone i lavoratori stranieri così da dargli la possibilità di partecipare alle operazioni di raccolta, ovviamente in caso di risultato negativo.

 

 

 

 

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