Mercati

3° Forum sul settore del riso europeo

Si è svolto a Bruxelles il terzo Forum europeo del riso, l’evento promosso da Ente Risi che ha visto confrontarsi anche quest’anno agricoltori, industriali, rappresentanti delle amministrazioni ed eurodeputati dei Paesi produttori

Al Forum è stato ribadito il fatto che il riso contribuisce in modo significativo a un equilibrato sviluppo dell’ecosistema e alla tutela della biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle acque in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per tale motivo, è stato sottolineato, è importante confrontarsi all’interno di un’alleanza trasversale per tutelare il comparto dalle sempre maggiori importazioni dai Paesi terzi, creare sinergie nell’ambito delle linee guida della Politica Agricola Comune, garantendo al tempo stesso la sostenibilità delle coltivazioni e il rispetto del principio di reciprocità.


Grande soddisfazione per l’esito del “3° Forum dall’Ente Nazionale Risi : “abbiamo ulteriormente coeso la filiera risicola europea sui temi che minacciano il settore, arrivando a definire una posizione condivisa a larga maggioranza. Agli europarlamentari intervenuti abbiamo presentato le nostre istanze ed abbiamo raccolto da parte loro la volontà di impegnarsi per il settore” ha dichiarato il Presidente Paolo Carrà all’uscita dai lavori, cui hanno partecipato i delegati di tutti i paesi produttori e numerosi europarlamentari di tutti gli schieramenti politici. Il terzo forum segue una prima edizione, che ha chiesto l’applicazione della clausola di salvaguardia, ed una seconda edizione, che ha chiesto un extra-budget all’Ue per la promozione del riso europeo: entrambi gli obiettivi sono stati centrati in seguito ai due forum. In quest’edizione si è registrata una condivisione unanime di tutte le priorità, dalla lotta alle importazioni alla difesa del settore nella riforma della PAC, senza dimenticare l’etichettatura d’origine.
Anche in questo caso, l’Ente Nazionale Risi ha presentato un ordine del giorno su cui si è sviluppata la discussione.
 Ecco quali sono i punti su cui l’assemblea dei delegati ha deciso all’unanimità di lavorare: 1) riformare la normativa in modo che la clausola di salvaguardia si attivi automaticamente al verificarsi dell’aumento delle importazioni rispetto all’anno precedente, prevedendo altresì che essa scatti in caso di danno accertato anche a carico dei produttori agricoli; 2) monitorare le importazioni in corso dal Myanmar, che stanno crescendo in modo esponenziale per la tipologia Japonica, ed applicare la salvaguardia a tutto il riso  lavorato importato; 3) considerare il riso un prodotto sensibile nei negoziati con i paesi extraeuropei in quanto già molto penalizzato dalle attuali concessioni uni e bilaterali; 4) applicare la revoca temporanea della concessione al Myanmar per il mancato rispetto dei diritti umani e subordinare a questo rispetto le nuove concessioni tariffarie ad altri paesi extra Ue; 5) in sede di riforma della PAC, mantenere l’aiuto specifico, esentare il riso dal rispetto di alcuni adempimenti della condizionalità rafforzata e scongiurare l’applicazione di una convergenza interna del pagamento di base; 6) etichettatura d’origine europea ed obbligatoria; 7) reciprocità nelle regole sull’uso degli agrofarmaci tra i paesi dell’Ue e tra l’Ue ed i Paesi Terzi e previsione di aiuti per gli operatori della filiera nel caso in cui la revisione dei limiti di residuo determini l’impossibilità di commercializzare il riso già trattato con il principio attivo oggetto di limitazione. 
Al Forum ha partecipato anche una delegazione di Confagricoltura guidata dalla vicepresidente Elisabetta Falchi, la quale ha affermato “il risultato del Forum si può considerare un successo. E’ stata approvata una piattaforma condivisa di posizioni che trova tutto il nostro consenso. Occorre ora consolidare il risultato storico della clausola di salvaguardia che ha imposto dazi temporanei sul riso Indica importato nell’UE da Cambogia e Myanmar, ma va migliorata adeguando la normativa di riferimento e rafforzando i controlli da parte degli Stati membri”. A riguardo la Commissione è stata sollecitata a completare l’indagine sul rispetto dei diritti umani a carico della Cambogia e ad avviare urgentemente un’analoga analisi per il Myanmar finalizzata alla sospensione delle concessioni commerciali.
Dal Forum è emersa anche la proposta di rendere il riso un “prodotto sensibile” nell’ambito di intese commerciali e di concessioni della UE (nella campagna 2017/2018 il 70% delle importazioni nell’Unione europea era esente dazio), ma anche di valorizzarne il contributo ambientale nelle discussioni sulla riforma della PAC post 2020. E’ stata poi ribadita la necessità di introdurre l’obbligo di indicazione di origine a livello europeo e di un’armonizzazione delle autorizzazioni all’utilizzo dei prodotti fitosanitari all’interno dell’UE, garantendo la piena reciprocità delle condizioni di coltivazione e evitando distorsioni di mercato.
“Confidiamo – ha concluso Elisabetta Falchi – che le intese condivise con tutta la filiera europea costituiscano l’agenda dei lavori della politica e delle istituzioni per arrivare a un assetto più equilibrato del mercato europeo a favore dei nostri risicoltori e di tutta la filiera”.

 

 

 

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