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Violenta alluvione in Emilia-Romagna gravi danni all’agicoltura

Secondo le prime stime la violenta alluvione che si è abbattuta sull’Emilia-Romagna ha già provocato oltre 400 mln € di danni con migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, allevamenti che sono stati completamente allagati.

Danni incalcolabili alle attività agricole e dalle infrastrutture rurali in Romagna e nelle Marche dove sono finiti sott’acqua migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, allevamenti, macchinari di lavorazione ed infrastrutture. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’alluvione in occasione del vertice con i ministri Nordio, Lollobrigida, Calderone, e i viceministri Bignami e Leo per concordare provvedimenti di sospensione degli obblighi in materia fiscale e contributiva e per i procedimenti giudiziari in aiuto alla Regione Emilia-Romagna.  Gli allagamenti hanno devastato terreni a destinazione agricola di pregio con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive.  La situazione è drammatica nelle aree rurali dove – sottolinea la Coldiretti – più difficile è l’arrivo dei soccorsi nelle aziende isolate da alluvioni, frane e smottamenti con coltivazioni devastaste ed animali in pericolo. Adesso la priorità è mettere in salvo le vite umane ma da subito occorre partire con la ricostruzione di un sistema produttivo ed economico devastato dalla calamità” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere al Governo un intervento urgente per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva poiché è in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori che da esse dipendono. “Stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario un Decreto Legge Speciale del Governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che crescono di ora in ora per le attività agricole” evidenzia Prandini nel precisare che “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio o la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.

 “Intervenire subito con legislazione d’emergenza come per il terremoto in Romagna del 2012, danni incalcolabili all’agricoltura regionale”. Questa la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani che di fronte a un tale scenario devastante ritiene ci siano le condizioni per attivare procedure urgenti. “Devono essere svincolate dai normali iter legislativi –dichiara il presidente nazionale Cia, Cristiano Fini- al fine di intervenire immediatamente nei 23 Comuni dell’Emilia Romagna colpiti da questa eccezionale calamità”. Centinaia di case isolate, 14 fiumi esondati e oltre 250 fra frane e smottamenti sull’Appennino che mettono in pericolo centinaia di migliaia di abitanti. “Le esondazioni stanno letteralmente liquefacendo i terreni, già pregni di acqua -ribadisce Fini– con danni incalcolabili a colture, infrastrutture produttive e alle abitazioni civili e rurali. Subito, dunque, una legge speciale urgente e nel frattempo si attivino interventi collaterali a supporto di famiglie e imprese, come la sospensione di mutui e bollette”.

Fini aveva già rivolto un appello, contenuto in una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in cui era stato sollecitato un Decreto legge speciale “per fronteggiare, in tempi rapidi e con strumenti eccezionali, la situazione di straordinaria difficoltà dell’Emilia Romagna”. “Molti agricoltori non hanno neppure acqua potabile e corrente elettrica -aggiunge Fini– perché le condutture sono state tranciate dalle frane e abbiamo difficoltà ad abbeverare gli animali”. L’intensità della pioggia (in alcune aree sono stati superati complessivamente i 400 millimetri in 4 giornate di pioggia, a fronte di una piovosità annuale media di 700 mm) è stata tale “che il danno economico ed ambientale sarà molto difficile da recuperare”, conclude Fini.

Massima attenzione di Confagricoltura alla grave situazione dell’Emilia Romagna. La rete confederale si sta adoperando a tutti i livelli per andare incontro alle imprese e alla popolazione colpite dall’alluvione. Costante il monitoraggio con le sedi territoriali: alla tragedia di queste ore si prospetta un futuro tutto in salita per le aziende agricole anche sul fronte del post emergenza, con intere coltivazioni andate perdute e danni enormi alle strutture.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che già lunedì aveva incontrato il ministro Lollobrigida, parteciperà oggi pomeriggio al vertice convocato in Protezione Civile per una valutazione approfondita della situazione sulla base dei costanti aggiornamenti dal territorio.

Sono finite sott’acqua oltre 5mila aziende agricole con serre, vivai e stalle dove si contano animali affogati e decine di migliaia di ettari allagati di vigne, kiwi, susine, pere, mele, ortaggi e cereali e strutture di lavorazione dei prodotti agricoli. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’alluvione in Romagna dove si registrano dispersi e vittime anche tra gli agricoltori, per le quali si esprime un profondo cordoglio.

Difficoltà – sottolinea la Coldiretti – anche a garantire l’alimentazione degli animali allevati anche perché è stato compromesso il foraggio e manca l’acqua per abbeverarli nelle zone collinari con problemi di viabilità per i danni alle infrastrutture rurali a causa di frane e smottamenti.

Il settore più colpito – precisa la Coldiretti – è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive  Si rischia  – spiega la Coldiretti –di mandare in crisi una intera filiera fatta di agricoltura e delle aziende di trasformazione della frutta e degli ortaggi che fanno della Romagna la “fruit valley” italiana, con la produzione lorda vendibile dell’ortofrutta che vale nella regione 1,2 miliardi di euro.

I danni secondo la Coldiretti sono dunque incalcolabili in attesa del deflusso delle acque che hanno invaso i frutteti e gli ortaggi di pregio della regione, case rurali, allevamenti con trattori e macchinari coperti dal fango. 

“Adesso la priorità è mettere in salvo le vite umane ma da subito occorre per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva poiché è in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori che da esse dipendono” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’apprezzare i provvedimenti di sospensione degli obblighi in materia fiscale e contributiva e per i procedimenti giudiziari annunciati dal Governo. “Stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario un Decreto Legge Speciale del Governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che crescono di ora in ora per le attività agricole” evidenzia Prandini nel precisare che “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio o la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.

“Ringraziamo i vigili del fuoco, la Protezione Civile e le forze dell’ordine, per l’azione di assistenza alle popolazioni colpite” ha concluso Prandini nel sottolineare “il grande impegno delle Federazioni della Coldiretti delle Emilia Romagna e delle Marche nell’affrontare una terribile emergenza di livello nazionale”.

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