“Trame naturali. Le radici a Trevi intessono il futuro”, progetto per la riqualificazione del paesaggio trevano e per il contrasto al degrado ambientale e urbano
In Umbria, presso il nuovo Parco Agricolo di Borgo Trevi, si è tenuta la Festa di Inaugurazione del progetto “Trame naturali. A Trevi le radici intessono il futuro”, ambiziosa operazione di riqualificazione e valorizzazione del paesaggio trevano voluta dal Comune di Trevi, con il sostegno di Regione Umbria, nel quadro del Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria 2014/2020.
Il progetto “Trame naturali”, finanziato da fondi europei e finalizzato a connettere il paesaggio di Borgo Trevi, la parte bassa della città, con quello di Trevi, sulla collina, riqualificando aree dismesse che saranno messe a completa disposizione della cittadinanza, si articola in quattro interventi, quattro fili di un’unica tessitura: la creazione di un Parco Agricolo urbano lungo la Flaminia; la sistemazione e il completamento dell’edificio del punto di accoglienza all’ingresso di Borgo Trevi per realizzare una struttura ad uso turistico e sociale; il restauro della torre-colombaia nell’uliveto di Villa Fabri per collocarvi un centro di documentazione sul paesaggio della fascia olivata; la realizzazione del Parco delle Colline nel contesto del campo sportivo di Trevi con l’inserimento di impianti vegetali coerenti con le essenze dei luoghi.
“Trame naturali – spiega il Sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio – è un progetto volto alla sostenibilità che mira a ridurre l’impatto ambientale, limitare il degrado causato dalla urbanizzazione, incrementare la sostenibilità urbana, mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici e migliorare il benessere dei cittadini. Priorità assoluta – prosegue il primo cittadino – è stata data all’incremento del patrimonio verde della città con la piantumazione di 200 alberi ad alto fusto, 3000 arbusti, più di 500 erbacee e 157 alberi da frutto legati alla tradizione del territorio. Un progetto ambizioso che connette il paesaggio di Borgo a quello di Trevi e riqualifica delle aree dismesse che saranno a completa disposizione della cittadinanza”.
Parte fondamentale del progetto e, non a caso, sede della Festa di Inaugurazione di “Trame Naturali”, è il Parco Agricolo, geograficamente posizionato lungo la via Flaminia alla base della città di Trevi, inserito in un paesaggio a forte antropizzazione. In sintonia con gli obiettivi generali di “Trame naturali”, la realizzazione del Parco Agricolo ha comportato la riqualificazione di aree inutilizzate o in abbandono, tramite la valorizzazione e l’integrazione degli elementi caratteristici già presenti nella zona, come le antiche trame di appoderamento, di cui si è tenuto conto per definire la struttura dei campi destinati alla coltivazione, la preesistenza di canali naturali o artificiali, e le tracce dei percorsi interpoderali, che sono state ricercate e adoperate come base per disegnare la rete di itinerari pedonali e ciclopedonali e i semplici sentieri in terra, che attraversano l’intera superficie del Parco, rendendolo pienamente fruibile per la cittadinanza, in modo compatibile con l’attività agricola.
Il recupero della vocazione rurale e produttiva di un’area interna al tessuto urbano di Borgo Trevi, soggetta al rischio di degrado ambientale, di deterioramento graduale del valore paesaggistico e di ridotta qualità architettonica degli insediamenti, non ha solo finalità utilitaristiche, legate alla produzione del cibo, ma presenta significativi risvolti sociali e culturali, connessi alle dinamiche di comunità, alla creazione di nuovi spazi di ritrovo e aggregazione, alla fruizione degli spazi per ragioni ludiche e per la pratica sportiva, e alla ricostruzione di un rapporto affettivo di interazione tra comunità e luoghi.
Ponendo particolare attenzione al tema della biodiversità, con la messa a dimora di piante ed essenze botaniche autoctone e caratteristiche dell’area trevana e dell’Umbria, la realizzazione del Parco Agricolo, su una superficie complessiva di circa dieci ettari, ha riguardato sia vasti spazi verdi utilizzabili per attività sociali, ludiche, ricreative, didattiche e sportive, sia ampi appezzamenti riservati all’attività agricola di tipo sperimentale, con frutteti, arboreti e vigneti, questi ultimi caratterizzati dalla tecnica di coltivazione della vite maritata (appoggiata) all’acero campestre o all’olmo, pratica tradizionale un tempo diffusa nelle aree di pianura per i vitigni di Trebbiano Spoletino.