Tagli Ue ad agrofarmaci poco realistici. Mancano alternative efficaci
La sostenibilità ambientale non metta in crisi la sostenibilità economica degli agricoltori, impegnati nella produzione di cibo di alta qualità per contribuire alla sicurezza alimentare del Paese. E’ questo il commento di Cia-Agricoltori Italiani dopo la revisione della direttiva Ue sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, che mira a ridurne l’uso del 50% entro il 2030 basandosi sulla strategia “From Farm to Fork”, in assenza di uno studio sul suo impatto globale sull’agricoltura. Secondo Cia, l’ambizione dei contenuti proposti contrasta con una tempistica di transizione troppo veloce e non dà risposte adeguate sulle strategie alternative ai prodotti chimici per la protezione delle piante. Cia chiede, dunque, di accelerare gli iter autorizzativi dei prodotti alternativi agli agrofarmaci, che ancora scontano eccessive lentezze burocratiche.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, boccia senza mezzi termini la proposta presentata oggi dalla Commissione europea per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari nella UE fino ad una percentuale del 50% rispetto alla media del periodo 2015-2017. A livello di singoli Stati membri, è prevista una riduzione minima del 35%.
“Per quanto riguarda l’agricoltura, l’agenda strategica della Commissione europea dovrebbe essere aggiornata. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno chiaramente indicato che la salvaguardia del potenziale produttivo è un fattore strategico”.
Confagricoltura ricorda che il progetto legislativo avrebbe dovuto essere licenziato ad aprile, ma è stato deciso il rinvio a seguito dell’invasione dell’Ucraina. “Da aprile non è cambiato nulla – puntualizza Giansanti – Alla fine, all’interno dell’Esecutivo di Bruxelles, ha prevalso una visione penalizzante per l’intero sistema agroalimentare che, come riconosciuto dalla stessa Commissione, garantisce la copertura del fabbisogno dei cittadini europei”.
“La proposta della Commissione – prosegue Giansanti – si basa sulla strategia delineata nella comunicazione ‘From Farm to Fork’. Una strategia che, secondo tutte le valutazioni indipendenti effettuate, porterà ad una riduzione delle produzioni agricole, ad un aumento delle importazioni e dei prezzi al consumo. Nella sua proposta, la Commissione riconosce che ci saranno conseguenze sotto il profilo dei costi di produzione e dei prezzi al consumo che dovrebbero essere compensate con i fondi della politica agricola comune (PAC).Un ulteriore taglio, quindi, alle risorse finanziarie per la competitività e l’efficienza delle imprese agricole che producono per il mercato”.
Cia ricorda, inoltre, il forte stress del nostro sistema agroalimentare in un momento di grave crisi geopolitica, in cui gli agricoltori sono anche alle prese con gli effetti drammatici del climate change. E’ importante che la Commissione Ue abbia come obiettivo prioritario la resilienza del settore agricolo e allo stesso tempo imponga un principio di reciprocità sulle regole fitosanitarie ai Paesi terzi, per evitare dumping commerciali e garantire trasparenza al consumatore.
Cia sostiene, da sempre, l’obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come testimoniato dal progetto con Ibma mirato ad ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture. L’obiettivo è di costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo, che risponda in maniera incisiva agli obiettivi di sostenibilità richiesti dal Green Deal. Nel chiedere, infine, a Bruxelles un maggior sostegno all’innovazione, Cia ribadisce l’importanza di arrivare presto a una proposta legislativa sulle nuove tecniche genomiche, finalizzate alla maggiore resistenza ai parassiti e agli effetti del climate change.
Il progetto legislativo della Commissione europea passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio.