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Relazione vendemmiale 2023 di Assoenologi, Ismea e Uiv

Torna puntuale anche quest’anno l’appuntamento con le previsioni vendemmiali che delinea, a raccolta appena iniziata, lo stato dei vigneti a livello nazionale e regionale. Di seguito vengono presentate le prime stime relative alla produzione e alle tendenze del settore vino per la campagna in corso. L’indagine vendemmiale è stata messa a punto armonizzando le consolidate metodologie di Assoenologi, di UIV e di ISMEA la quale ha contribuito con la propria rete di rilevazione e con l’ausilio dell’Ufficio competente del Masaf e delle regioni.
L’obiettivo è quello di fornire alle imprese, alle amministrazioni, ai tecnici e agli operatori commerciali un quadro completo e dettagliato della situazione del vigneto Italia compresa anche della situazione di mercato.
Anche quest’anno si è arrivati alla vigilia della vendemmia 2023 con grande apprensione. Ancora una volta l’andamento climatico è il protagonista con un decorso incerto e spesso estremo, che ha determinato, anche in territori limitrofi, differenze qualitative e quantitative.
Se lo scorso anno era stata la siccità a generare le preoccupazioni dei viticoltori, quest’anno ci hanno pensato le abbondanti piogge primaverili che hanno creato le condizioni favorevoli all’insorgere delle malattie della vite e soprattutto della Peronospora che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. Le continue piogge, infatti, in molti casi hanno impedito l’ingresso in vigna per effettuare i trattamenti e in altri ne hanno vanificato gli effetti. A completare il quadro si aggiungono attacchi di Flavescenza dorata, grandine e altri eventi climatici avversi durante l’estate che hanno determinato una situazione non certo brillante per la produzione nel complesso ma, in alcune zone, con qualche difficoltà aggiuntiva per le produzioni biologiche.
L’indagine, condotta nella prima settimana di settembre, fa propendere l’ago della bilancia verso un deciso calo delle produzioni vitivinicole che si stimano infatti poco al di sotto dei 44 milioni di ettolitri, registrando un calo medio del 12% rispetto ai 50 milioni dello scorso anno. Un livello produttivo che non permetterebbe all’Italia di mantenere il primato mondiale, date le ultime stime che attestano la produzione della Francia a 45 milioni di ettolitri, comunque in lieve flessione sullo scorso anno (-2%), mentre la Spagna si colloca al terzo posto. Al di là, comunque, della perdita della leadership mondiale, che resta un riferimento puramente statistico, gli operatori sanno bene che sono le quote di mercato e il valore della produzione le variabili che realmente fanno la differenza.
L’andamento climatico delle prossime settimane, comunque, sarà cruciale e, se le condizioni meteo permetteranno una maturazione ottimale delle uve, soprattutto per le varietà più tardive, la stima potrebbe essere meno negativa. Viceversa, la perdita potrebbe anche essere più pesante. Resta sempre l’incognita delle rese perché, con una vendemmia in ritardo di circa una settimana rispetto alla norma, l’aleatorietà resta notevole su questa importantissima variabile.
Sebbene la peculiarità della stagione non permetta di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale, quest’anno si può comunque affermare, facendo i dovuti distinguo, che il Nord ha tenuto decisamente bene, confermando sostanzialmente i livelli produttivi dello scorso anno, mentre al Centro si hanno flessioni in media di oltre il 20% e al Sud si sfiorano riduzioni del 30%. Nel Nord Ovest si assiste all’importante ripresa della Lombardia, che lo scorso anno era stata particolarmente segnata dalla siccità, seguita da quella più moderata di Liguria e Valle d’Aosta con una sostanziale tenuta del Piemonte. Il Nord-Est è trainato dalla locomotiva Veneto, nonostante tutto, per il quale si stima un’ulteriore lieve crescita grazie anche all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Il Trentino-Alto Adige non si discosta di molto dai livelli dello scorso anno mentre perdono qualche punto percentuale Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Più omogenea la situazione al Centro-Sud caratterizzata da flessioni che vanno dal 20 fino al 45 per cento.
Andamento climatico e vegetativo
Il ciclo vegetativo della vite è stato caratterizzato da un autunno-inverno mite e molto siccitoso, da una primavera incerta e da un’imprevista variabilità che ha caratterizzato in particolare il mese di maggio e di giugno, compromettendo il regolare andamento climatico estivo. Nel dettaglio lo sviluppo fenologico della vite ha visto una ripresa vegetativa piuttosto regolare, fino alla fase del germogliamento e inizio della fioritura. Le piogge di maggio e giugno hanno dato origine a un notevole sviluppo vegetativo prolungando in alcuni casi la fioritura.
In molti vigneti, tuttavia, le piogge e i repentini sbalzi di temperatura hanno disturbato l’allegagione determinando una perdita produttiva. I continui mutamenti del meteo e l’elevato tasso di umidità hanno poi favorito le condizioni per il diffondersi delle principali ampelopatie, come la Peronospora, che si è manifestata in maniera massiccia già nelle prime fasi vegetative, imponendo un attento controllo da parte dei tecnici e richiedendo numerosi interventi agronomici in vigneto che molte volte non è stato possibile effettuare per il protrarsi del maltempo o perché hanno perso efficacia proprio per le condizioni meteo. Uno scenario che ha fatto ritornare indietro di molti decenni, quando le stagioni erano segnate dall’alternanza di caldo e umidità e non dal clima torrido come quello che ha invece caratterizzato l’ultimo decennio. Statisticamente va rilevato che nel periodo 1° gennaio – 10 agosto si sono contati in media 74 giorni di pioggia (min 65 al sud e max 81 al centro) contro i 44 dello scorso anno, ma, soprattutto, altro contro la media ventennale che si attesta a soli 47 giorni. Di conseguenza i giorni di stress idrico si sono drasticamente ridotti a 13 (min 8 al nord e max 24 al sud) a fronte dei 41 dello scorso anno e dei 31 della media ventennale.
La stagione estiva inoltre è stata caratterizzata anche da punte di calore, seppur limitate rispetto agli scorsi anni, alternate ad abbondanti precipitazioni. Ad agosto poi la prima decade ha visto temperature inferiori alla media per poi chiudere con un’impennata finale.
In questo contesto non sono mancati in più zone fenomeni di forti grandinate, in alcuni casi di portata eccezionale, accompagnati da trombe d’aria e temporali distruttivi, che hanno determinato ingenti danni al potenziale produttivo.
Dalla seconda/terza decade di agosto, peraltro, il tempo è risultato stabile e soleggiato, salvo una breve perturbazione a metà agosto, con il picco delle temperature che hanno sfiorato in alcune zone i 40° fra il 22 e il 25 agosto. A fine agosto una robusta perturbazione ha segnato un brusco calo delle temperature che si sono poi stabilizzate nei primi giorni di settembre. La situazione di fine agosto ha consentito la raccolta in sicurezza delle uve destinate alle basi spumante, con uve contraddistinte da buoni livelli di acidità e interessanti quadri aromatici, che offrono positive prospettive enologiche. Determinanti saranno, quindi, le condizioni meteo del mese di settembre e ottobre dove si svolgerà il grosso della raccolta delle uve.
Il periodo di maturazione è in evidente ritardo rispetto alle ultime annate e la stagione vendemmiale è iniziata nella prima decade di agosto, con la raccolta delle uve per le basi spumante in Sicilia, seguita dalla Puglia e dalla Lombardia con la Franciacorta e l’Oltrepò. Dalla fine di agosto, nella maggior parte delle regioni italiane si sono svolte le operazioni di vendemmia per le varietà precoci mentre il pieno della raccolta in tutt’Italia si stima sarà posticipato rispetto alle ultime annate dopo la metà di settembre, per concludersi verso la fine di ottobre.
Insomma, un’annata dal meteo pazzo che ha messo in evidenza ancora una volta come il grande potenziale tecnico professionale, ormai diffuso su tutto il territorio nazionale, consenta alle imprese affidatesi alla tecnica e alla scienza dei molti enologi e tecnici viticoli di ottenere una qualità in linea con la media delle ultime annate. Nello specifico, l’alternanza delle temperature e le escursioni tra giorno e notte hanno favorito l’arricchimento aromatico delle uve e questo sarà l’elemento che gli enologi cercheranno di preservare in cantina. Ci sono poi le varietà dei grandi vini rossi che saranno raccolte tra circa un mese e dove ancora la maturazione può dare grandi soddisfazioni.
Di fatto pensare che l’imprevedibile andamento stagionale sia fonte esclusiva di problemi qualitativi fa parte anch’esso di un retaggio passato fatto di limiti di conoscenza scientifica e tecnica. Le aziende strutturate, infatti, con un adeguato parco macchine e personale formato, pur con grande sacrificio, hanno drasticamente ridotto le perdite dando prospettiva a un’annata seppur difficile. Perché, se da una parte è necessario un adeguamento ai cambiamenti climatici, dall’altra non si può non investire in tecnologia e formazione per mantenere un’adeguata competitività.
Per questo, le aziende che si sono affidate a quei dettami tecnici che partono da un attento monitoraggio del vigneto, con tempestivi interventi agronomici e con conseguente gestione della cantina, non faranno certo mancare nemmeno quest’anno le eccellenze del vino italiano.
Il Mercato e il commercio con l’estero
A vendemmia ormai iniziata si deve cominciare a pensare non solo alle incognite della produzione attuale, che si preannuncia in netto calo rispetto alla precedente, ma anche alla situazione di mercato che ha lasciato la campagna appena terminata e che, per forza di cose, peserà anche sui mesi a venire.
Un primo dato da esaminare è quello delle scorte: a fine luglio, secondo i dati di Cantine Italia l’incremento rispetto allo stesso mese del 2022 è del 3,4%, posizionando le giacenze oltre i 49 milioni di ettolitri (il dato più alto degli ultimi sei anni), di cui 45,5 milioni di ettolitri di vino e 3,6 milioni di ettolitri di mosti. Per avere un quadro più completo bisognerà, comunque, attendere il risultato delle dichiarazioni obbligatorie di giacenza al 31 luglio 2023, sebbene non ci si dovrebbe discostare molto da questi livelli.
Di certo, se si confermeranno questi dati, la preoccupazione non riguarderà la disponibilità di prodotto.
L’aumento del livello delle scorte deriva essenzialmente da due fattori. Da una parte le maggiori disponibilità con cui si era aperta la campagna scorsa che, a parità di produzione, aveva un sostanzioso fardello in termini di scorte al 31 luglio 2022, dall’altra un indubbio rallentamento della domanda sia interna che estera.
La domanda interna ha registrato flessioni soprattutto tra gli scaffali della grande distribuzione italiana. Dalla primavera in poi si sono avuti segnali di ripresa che, tuttavia, non sono riusciti a invertire la tendenza negativa. Nei primi otto mesi dell’anno, infatti, la riduzione delle vendite nei format della DM è del 3% in volume a fronte di +3,8% in valore rispetto ai primi otto mesi del 2022. Si segnala, inoltre, il parziale recupero delle Dop mentre si evidenzia che i mesi estivi hanno favorito la vendita delle bollicine i cui volumi si sono attestati sui livelli dello scorso anno a fronte di un +6% in valore.
Anche sul fronte estero, secondo i dati Istat dei primi cinque mesi del 2023, si evidenzia mese dopo mese il rallentamento delle consegne fuori dai confini nazionali (-1,6% sullo stesso periodo del 2022) a fronte di introiti che restano sostanzialmente stabili (+0,4%). Anche questo dato, sicuramente al di sotto delle aspettative, va letto come il risultato di approvvigionamenti importanti fatti durante la pandemia quando c’erano problemi di spedizioni per cui c’è stata una corsa agli accaparramenti nel timore di rotture di stock. Ora che anche la filiera della logistica è tornata alla normalità la domanda estera non ha più il timore di restare senza prodotto. Emblematica è la riduzione della domanda Usa (-8%) che si porta dietro una flessione del 2% del valore.
Lo stallo della domanda non ha certamente favorito i listini. Secondo l’indice Ismea dei prezzi alla produzione, nella campagna appena conclusa (2022/23), i vini nel complesso hanno perso il 3% rispetto alla precedente. La riduzione è maturata per lo più nel segmento dei vini da tavola (-11%), seguiti dagli Igt (-3%), mentre i vini Dop mostrano una controtendenza e segnano un +2%. Le perdite più consistenti, come rilevato già dall’inizio della campagna, sono quelle dei rossi da tavola, i cui prezzi hanno perso quasi il 15%, mentre nelle Igt il segmento dei rossi è sceso del 4%. Decisamente più contenute le perdite dei bianchi. Situazione opposta nei vini Dop dove sono proprio i rossi a dettare il lieve incremento.
In questo contesto si sottolinea come i vini Dop mostrino ancora una volta una certa autonomia di mercato rispetto ai prodotti alla base della piramide della qualità più esposti alla concorrenza internazionale, spagnola in primo luogo.

4

PIEMONTE
DETTAGLIO REGIONALE
L’inverno si è contraddistinto per l’assenza prevalente di precipitazioni. Solo nei mesi di maggio e giugno è piovuto, seppur in modo non omogeneo sull’intero territorio regionale, con concentrazioni importanti nella zona delle Langhe. Con luglio sono tornate le alte temperature, alternate da intensi temporali con grandine, che hanno provocato danni soprattutto nella zona del Roero e della Bassa e Alta langa che in alcuni casi hanno compromesso la produzione con ripercussioni anche sulla vegetazione futura. Si è creata una situazione particolarmente articolata, a seconda delle zone, che va da fenomeni di leggero stress idrico, con piante che stentano, a zone con elevata presenza di germogli per l’abbondanza di riserve idriche. In generale, rispetto al 2022, i valori delle temperature attive sono inferiori (>10°C), comportando un ritardo medio nello sviluppo di 10 giorni con disformità tra bassa ed alta quota che si sono evidenziate già dalla fioritura: nel primo caso è avvenuta più velocemente, mentre nel secondo è avvenuta in ritardo e con un’allegagione non perfetta.
L’invaiatura è iniziata in modo disomogeneo, il che condizionerà le date e le rese della vendemmia.
Per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario si registra presenza di Peronospora, anche se con danni limitati sul grappolo. Altri problemi si sono avuti, in primavera, con danni da Nottua della vite sopra la media, oltre ai consueti danni flavescenza e mal dell’esca. Inoltre, nella parte Est della regione, si è riscontrata una importante presenza di Popilia Japonica che conseguentemente ha portano qualche problema.
La vendemmia per le basi spumante è iniziata nell’ultima decade di agosto a cui è seguita quella del Moscato e delle varietà più precoci, da metà di settembre si passerà alla raccolta della Barbera ed infine al Nebbiolo tra fine settembre e inizio ottobre. In generale si prospetta una vendemmia di buona qualità, ma in media con rese minori rispetto al 2022.
VALLE D’AOSTA
L’annata 2023 è stata caratterizzata finora da tre fasi principali: da inizio anno fino a fine aprile è stato molto secco e ventoso, a cui è seguito un maggio con forti ed abbondanti piogge, per finire con un innalzamento delle temperature (fino a picchi molto elevati) nei successivi mesi estivi, fino alle fasi che anticipano la vendemmia.
Per quanto riguarda il ciclo vegetativo della vite, vi sono stati alcuni problemi di disomogeneità nella fase di allegagione, causata dall’alternanza di sbalzi termici e piogge. Fortunatamente l’invaiatura è proseguita normalmente.
Lo stato sanitario delle uve risulta generalmente buono, anche se non manca in alcune zone un’incidenza di Peronospora superiore alla media.
Con questi dati si prospetta un leggero incremento medio di produzione rispetto all’anno 2022.

La vendemmia, rispetto all’annata 2022, è iniziata con un ritardo di circa dieci giorni.

Regione
VAL D’AOSTA
LOMBARDIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
18
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
20
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
+10,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

In Lombardia l’annata si presenta generalmente buona ad esclusione solo di alcune zone colpite da eventi climatici estremi. In generale c’è un ritardo sulla maturazione e sulla raccolta rispetto al 2022 di circa 10/12 giorni. L’annata è stata caratterizzata dal mese di maggio freddo e piovoso che ha portato a un’incidenza degli attacchi di Peronospora superiori alla media, soprattutto nei vigneti a conduzione biologica. Inoltre, la zona della Lugana è stata quasi totalmente flagellata da forti grandinate in varie epoche vegetative, con un conseguente drastico calo produttivo.
Fatta esclusione della Valtellina, per la quale pur non segnalando finora nulla di rilevante risulterebbe prematuro fare previsioni, nelle altre zone si avanzano le seguenti proiezioni di massima. In Franciacorta la vendemmia è iniziata a metà agosto, una decina di giorni in ritardo rispetto allo scorso anno.
A parte delle localizzate zone colpite dai già accennati danni da Peronospora, si segnala una buona qualità delle uve ed un consistente incremento produttivo rispetto al 2022, con un ritorno a rese nella media. In Oltrepò Pavese sono state registrate più problemi di Oidio, dovuti principalmente a ragioni microclimatiche (ovvero zona più ventilata e con un inferiore quantitativo di precipitazioni), e di flavescenza dorata, questa invece dovuta probabilmente a una difficoltà di gestione dei vigneti sintomatici. Qui la vendemmia è iniziata intorno al 10-11 agosto, l’uva è sana e nei parametri ideali, nella zona al confine con il piacentino ci sono state un paio di grandinate nel mese di luglio che non dovrebbero però incidere più di tanto sulla produzione globale.
Purtroppo, invece, nel Garda la situazione è preoccupante a causa delle grandinate avvenute sia in post germogliamento che in tempi più recenti. La produzione in questi areali subirà un netto calo produttivo.

Regione
LOMBARDIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
1.106
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
1.271 +15,0%
Qualità Vino* 2023
Buona/Ottima

6

LIGURIA
In Liguria, le precipitazioni primaverili hanno permesso di arricchire le riserve idriche. In questo modo si è riusciti a ridurre al minimo i danni da carenza idrica, che hanno caratterizzato specialmente il mese di luglio e parte di agosto, periodi nei quali si sono registrati picchi di temperature leggermente sopra la media.
L’ottima ventilazione e la naturale conformazione del territorio ligure hanno permesso alle viti di non avere particolari problemi fitosanitari, grazie anche all’attento lavoro dei viticoltori. Le uve si presentano, quindi, in perfette condizioni e stanno procedendo nella maturazione con buoni sviluppi tanto da far pensare a un ottimo raccolto sia in termini quantitativi che qualitativi.

Regione
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
42
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
+5,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

LIGURIA 40
TRENTINO ALTO ADIGE

L’annata 2023 in Trentino è caratterizzata soprattutto dal punto di vista meteorologico: dopo un inverno e inizio primavera mite e con scarse precipitazioni, ad aprile le temperature, inferiori alla media, hanno rallentato la partenza vegetativa. Ha fatto seguito un prolungato periodo di piogge copiose con lunghi tempi di bagnatura e temperature più alte, condizioni ideali per gli attacchi peronosporici, controllati con uno straordinario impegno sia da parte dei viticoltori che dei tecnici che hanno dovuto far ricorso a tutta la competenza e l’esperienza maturata negli ultimi anni per controllare gli attacchi fungini e garantire la sanità dei grappoli, in particolare nell’ambito della viticoltura biologica.
La successiva ondata di caldo ha accelerato l’attività vegetativa della vite riproponendo uno scenario simile al 2022, ma la schizofrenia di questa annata tornava a sorprendere con una serie di eventi grandinigeni e potenti raffiche di vento (19 luglio). Fortunatamente i danni dovuti alla grandine non risultano particolarmente gravi, salvo alcuni piccoli areali. I temporali responsabili degli eventi grandinigeni hanno mitigato in alcune zone le temperature, con minime notturne del tutto inusuali per fine luglio, prossime ai 10°C nel fondovalle atesino dove hanno rallentato in alcuni casi l’avvio dell’invaiatura.
Si evidenzia pertanto sullo Chardonnay un ritardo di 6-8 giorni rispetto al 2022 e qualche giorno di ritardo in meno per il Pinot grigio, in generale va però evidenziata un’ottima tenuta qualitativa con uve con importanti acidità e con un quadro aromatico potenziali di notevole prospettiva per la produzione delle basi spumante.
Le calde giornate dopo la metà di agosto hanno indotto l’avvio della raccolta proprio a salvaguardia dell’acidità anche sacrificando qualche decimo di potenziale zuccherino.
Per l’aspetto produttivo, l’ottima fertilità lasciava presagire una produzione abbondante, ma le criticità sopraesposte e un peso medio dei grappoli risultato inferiore alle attese per il caldo asciutto dell’ultimo periodo, hanno portato a rivedere le stime, collocandole in linea con quelle dello scorso anno.
7

Regione
TRENTINO A.A.
VENETO
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
1.289
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
1.307
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
+1,5%
Qualità Vino* 2023
Ottima

L’inverno 22/23 ha confermato la tendenza a inverni miti e con scarse precipitazioni e conseguenti riduzione degli accumuli nelle falde. Questo implica una carenza idrica nella fase di ripresa vegetativa, rallentando le fasi fenologiche della vite con fioriture ritardate rispetto la passata stagione.
Marzo ha registrato temperature sopra la media stagionale, al contrario di aprile che ha avuto abbassamenti termici consistenti ma una piovosità ancor inferiore alla media.
I frequenti eventi piovosi, talvolta di grande rilevanza, dei mesi successivi hanno però dato impulso alla ripresa vegetativa, grazie anche a un aumento delle temperature fino alla fine di luglio. Altro fattore che ha influenzato la seconda parte della stagione riguarda gli eventi temporaleschi (vento e grandine) che hanno danneggiato gravemente le piante e i grappoli, con conseguenze negative principalmente nella zona dell’Alto Trevigiano e in alcune zone del vicentino e del Lago di Garda.
Parlando del ciclo vegetativo, la fertilità delle gemme è leggermente superiore rispetto all’anno precedente. Stessa cosa dicasi per quanto riguarda i quantitativi produttivi che si prospettano stabili. A un germogliamento regolare avvenuto con qualche settimana in anticipo, la fioritura è proseguita senza problemi, come del resto anche l’allegagione, ma, il forte incremento delle temperature ha determinato una scarsa pulizia del grappolo. Solo l’invaiatura ha avuto un ritardo di circa dieci giorni.
Dal punto di vista fitosanitario, laddove ci sono state condizioni climatiche avverse, si registrano infezioni fungine di Peronospora e Oidio su tutte. Seppur ben controllata una delle problematiche presenti nei vitigni è rimasta la flavescenza dorata dovuta allo Scaphoideus titanus, di cui sono stati trovati esemplari sia nella forma giovanile che adulta, in aumento anche le viti con sindrome da Mal dell’Esca.
In generale si hanno uve belle e acidità buone, senza stress idrico, con quantitativi leggermente superiori rispetto l’anno scorso, seppur le zone colpite dalla grandine hanno avuto danni rilevanti che potrebbero portare a ripercussioni anche negli anni futuri.
La vendemmia è stata posticipata rispetto al 2022, con inizio tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, con la raccolta delle varietà precoci Chardonnay e Pinot Grigio.

Regione
VENETO
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
12.602
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
13.232 +5,0%
Qualità Vino* 2023
Buona/Ottima

8

FRIULI VENEZIA GIULIA
L’inverno è stato caratterizzato da temperature miti, che hanno consentito un anticipo del germogliamento. A seguire si è registrata una fase piovosa che ha interessato i mesi di maggio e giugno interrompendosi in prossimità della fioritura, la quale è stata favorita dai rialzi termici e si è conclusa rapidamente. Nel mese di luglio, infine, le piogge ben superiori alla media hanno rallentato lo sviluppo fenologico allungando la fase di invaiatura. Durante questo mese, si sono susseguiti due eventi grandinigeni che hanno colpito gran parte della superficie produttiva, causando notevoli danni.
In Friuli si è registrato un anticipo del germogliamento rispetto agli ultimi anni, ma le condizioni meteorologiche successive hanno annullato tale iniziale anticipo portando l’inizio dell’invaiatura nella prima decade di luglio per i vitigni più precoci. Nonostante ciò, le condizioni di instabilità hanno portato a una forte dilatazione del periodo di invaiatura per gli altri vitigni ripercorrendo dinamiche di sviluppo fenologico simili a quelle osservate nelle annate 2019 e 2021, stagioni in cui la vendemmia è iniziata l’ultima settimana di agosto.
Rilievi in campo avevano rilevato un numero di grappoli medi per germoglio superiore rispetto alla media, ma l’alta pressione infettiva e le perdite dovute ad agenti atmosferici, indicano che il vantaggio produttivo sia almeno parzialmente perduto.
Data l’eterogeneità dei danni causati dalla grandine, definire la qualità delle uve risulta complesso, in quanto si passa da zone periferiche appena coinvolte, a zone centrali fortemente colpite, a cui bisogna aggiungere l ́elevata pressione di Peronospora che ha caratterizzato i mesi di giugno e luglio.
Il Pinot grigio rimane la varietà di riferimento, che ha una qualità ottimale sulla maggior parte delle zone doc, laddove la grandine abbia avuto un’incidenza minore.
Storicamente la vendemmia del Pinot grigio in regione si concentra in circa 10/15 giorni. Visto il ritardo generalizzato, le zone storicamente più precoci sono partite con la vendemmia di questa varietà (usata per dare vini fermi) nella prima settimana di settembre.

Regione
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
1.983
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-10,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

FRIULI V.G. 2.204
EMILIA ROMAGNA

Questa è un’annata che rimarrà negli annali della regione, per le disastrose alluvioni di maggio che hanno colpito le pianure della Romagna e determinato le rovinose frane in collina, che talora hanno sensibilmente modificato l’orografia dell’Appennino. L’inverno è decorso caldo e poco piovoso, tanto che c’era forte preoccupazione per la portata del fiume Po, e per la necessità di reintegrare l’acqua nei terreni e nelle falde fortemente stressate da tre anni, di siccità prolungata. L’inverno ha predisposto le piante a un forte anticipo nel germogliamento, per poi stressarle con un ritorno di freddo culminato nella gelata del 6 aprile. Poi sono arrivate le piogge di maggio, con le rotte e le esondazioni del 3 maggio, e a seguire le ulteriori piogge che hanno portato ai disastri del 17-18 maggio.
9

In questo mese, in alcune località, sono cadute le piogge di un intero anno: +500% rispetto alla media climatica degli ultimi 20 anni, oltre a un calo delle temperature medie di 1,5°C rispetto alla media degli ultimi trent’anni. A questo punto sono subentrati i problemi nella gestione dei trattamenti, ma nonostante questo non si sono avuti attacchi gravi di Peronospora nell’immediato, bensì nel periodo di fine fioritura-allegagione, con problemi di Peronospora larvata. Problemi anche nella difesa anti-oidica, dove, oltre alla situazione meteorologica ha giocato a sfavore un rialzo termico improvviso che ha sollecitato la vigoria lasciando scoperta la nuova vegetazione. Queste condizioni hanno favorito anche il mal dell’esca.
I mesi successivi sono stati caratterizzati da ulteriori eventi climatici avversi, seguiti da rialzi termici che hanno compromesso una buona allegagione, portando a grappoli con meno acini, ma più grossi.
L’invaiatura è iniziata con circa 10 giorni di ritardo rispetto al 2022 e sta procedendo lentamente.
Le prospettive del potenziale produttivo però, tra esuberanza vegetativa e danni sopra citati, si attestano attorno ai numeri dell’anno precedente, con un probabile lieve calo.
La vendemmia dovrebbe comunque avvenire seguendo un calendario nella media.

Regione
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
6.884
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-4,5%
Qualità Vino* 2023
Buona

EMILIA ROMAGNA 7.208
TOSCANA

Facendo seguito a un’annata particolarmente scarsa di precipitazioni, la stagione 2023 si è contraddistinta fin dal germogliamento per un’elevata piovosità.
Durante il mese di aprile si sono registrati alcuni abbassamenti di temperatura anche leggermente al di sotto degli zero gradi, che hanno portato a sporadici fenomeni di gelata nei fondivalle.
Maggio e giugno hanno fatto registrare un’elevata frequenza di giornate piovose, obbligando i produttori a numerosi interventi di difesa per limitare le malattie fungine, Peronospora su tutte, seppur complicati dalle difficoltà di accesso delle macchine nei vigneti e dal rapido dilavamento dei prodotti fitosanitari causato dalle piogge. Per questo si sono riscontrati sintomi su foglie e grappoli e seppur in una situazione molto eterogenea ci sono zone dove si rilevano perdite di produzione importanti.
Oltretutto, le piogge e le conseguenti basse temperature primaverili, hanno influenzato anche l’allegagione, favorendo l’acinellatura e la cascola dei piccoli frutti, così da diminuire ulteriormente i rendimenti ad ettaro.
Luglio è stato caratterizzato da caldo e assenza di precipitazioni che hanno portato a un importante sviluppo dei grappoli, grazie alle riserve idriche accumulate in primavera. Allo stesso tempo i vitivinicoltori si sono trovati a fronteggiare anche la crescente popolazione di Scaphoideus Titanus e la presenza in diverse zone del mal dell’esca.
Nella prima settimana di agosto, ci sono stati i primi segnali di invaiatura che hanno preannunciato una vendemmia in tempi normali.
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Non vi sono sbilanciamenti sulla qualità del raccolto, perché dipenderà molto dalle condizioni meteo di settembre, per ora si prevede un calo della produzione generale, con danni da Peronospora rilevanti.

Regione
TOSCANA
UMBRIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
2.338
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
1.870
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-20,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

L’andamento climatico umbro ricorda molto quello del 2013. Le condizioni climatiche, soprattutto per le forti piogge di maggio e giugno, hanno determinato un’importante diffusione delle malattie fungine con evidenti attacchi di Peronospora. Questi, hanno colpito indifferentemente tutto il territorio. La stabilità climatica verificatasi dalla seconda metà di agosto ha consentito un certo recupero nella maturazione delle uve. Tra le diverse varietà coltivate si evidenzia una situazione particolarmente critica sul Sagrantino, che oltre all’attacco fungino ha risentito in modo particolare anche della gelata primaverile. Su tale vitigno si stima, quindi, un’importante riduzione della produzione. Per quanto riguarda le uve a bacca bianca, il particolare andamento climatico, caratterizzato da escursioni termiche anche importanti, ha consentito una buona tenuta dell’acidità e consolidato un ottimo patrimonio aromatico che, con una buona gestione enologica, darà risulti certamente interessanti.
Per quanto riguarda le produzioni, si stima un quantitativo ridotto rispetto lo scorso anno.

Regione
UMBRIA
MARCHE
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
400
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
320 -20,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

Quelle del 2023 è stato il quarto inverno consecutivo più caldo della norma. Le precipitazioni invernali hanno fatto registrare un incremento del 26% rispetto alla media storica. In contrapposizione agli ultimi due anni, nel 2023 anche la primavera ha fatto registrare temperature più alte della media. Elemento caratterizzante dell’andamento climatico stagionale è stata l’elevata piovosità nel mese di maggio e della prima parte di giugno. Il valore di 192 mm, che rappresenta il totale medio regionale di pioggia caduta, è stato il più elevato dal 1961.
Le fasi fenologiche sono state ritardate rispetto a quelle dello scorso anno. Fioritura e invaiatura sono risultate mediamente ritardate di circa 8-10 giorni. Maggiore ritardo per l’invaiatura dei vitigni più tardivi come, ad esempio, Verdicchio e Montepulciano.
Le continue piogge hanno determinato lo sviluppo di un elevato numero di processi infettivi di Peronospora della vite, dalla seconda metà di aprile a tutto il mese di giugno, e reso difficile, se non impossibile, il
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tempestivo intervento in campo. In generale sono stati colpiti un po’ tutti i vitigni ma le situazioni più gravi si riscontrano su Montepulciano, Passerina e vitigni internazionali come lo Chardonnay. Colpita in modo significativo oltre la metà della superficie vitata regionale, si stima un’importante perdita di produzione.
La buona disponibilità idrica ha consentito un buon sviluppo dell’apparato vegetativo e di conseguenza una migliore dotazione di sostanze azotate dei mosti e di precursori aromatici; dalle prime analisi delle uve si evidenzia un tenore in APA superiore del 50-100% rispetto allo scorso anno. Queste condizioni sono la premessa per una migliore performance del processo fermentativo con maggiore ottenimento di aromi nei vini. Buona risulta anche la dotazione in acidi organici sia malico che tartarico. Le uve rosse saranno più equilibrate per una migliore sincronizzazione tra accumulo zuccherino e maturità fenolica.
I primi rilevamenti sulla maturazione sia di vitigni precoci che a maturazione tardiva marchigiani evidenziano un ritardo rispetto allo scorso anno di circa 8 e i 12 giorni a seconda del tipo di vitigno, da quelli precoci a quelli più tardivi.

Regione
MARCHE
LAZIO
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
932
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
699 -25,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

La stagione 2023 si era avviata con ottime prospettive: le piogge invernali e primaverili avevano ricaricato di acqua le falde pesantemente prosciugate dalla siccità dell’anno precedente; le fasi fenologiche iniziali si erano susseguite con una cadenza pressoché normale e si erano scongiurate le gelate tardive che invece, nell’ anno 2022, avevano creato molti danni alle produzioni in vari areali del territorio. Questo fino al mese di maggio e una parte di giugno, mesi in cui il clima è cambiato radicalmente portando piogge quotidiane per settimane intervallate, in alcune zone, da fenomeni grandinigeni per fortuna di lieve entità; questo, insieme a temperature primaverili leggermente sopra alla media, ha favorito il prolificarsi di malattie fungine in particolare la Peronospora. Le difficili condizioni metereologiche e i terreni impraticabili non hanno permesso, nella maggior parte dei casi, un rapido accesso in vigna per i trattamenti e il fungo si è diffuso andando a colpire non solo le foglie ma anche i grappoli.
Le perdite sul territorio non sono omogenee. Ci sono, infatti, aree con perdite ingenti e altre con danni molto limitati. Purtroppo, ad oggi c’è ancora presenza di Peronospora in forma larvata che riesce ad avanzare e, quindi, tutto dipenderà dalle condizioni meteo delle prossime settimane. Per quanto riguarda la maturazione, si stima un ritardo di circa 10/15 giorni.

Regione
LAZIO
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
713
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
570 -20,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

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ABRUZZO
Dopo un inverno mite, con precipitazioni al di sotto della media, la stagione in Abruzzo è stata caratterizzata da piogge abbondanti e continue da aprile a giugno. In pratica, due terzi delle giornate primaverili, sono state interessate da bagnatura della vegetazione e da un’umidità, sia relativa che assoluta, altissima. Fino alla fine di giugno, le temperature sono state al di sotto delle medie stagionali, con forti escursioni termiche giornaliere, poi a luglio si sono innalzate drasticamente, toccando spesso i 38-39 ° C, mentre nelle prime due settimane di agosto le temperature c’è stato un nuovo calo termico.
Le avverse condizioni meteo, dal germogliamento all’allegagione, hanno causato una pressione patologica, da parte della Peronospora, molto alta che ha ridotto la produzione, in modo particolare delle varietà di terza e quarta epoca di maturazione. Il Montepulciano è certamente il vitigno che ha subito la maggiore perdita di produzione per opera del fungo mentre per i vitigni a bacca bianca le perdite sono più contenute. Tale situazione di forte criticità produttiva non è comunque omogenea su tutto il territorio regionale. Inoltre, quest’altalena termica ha causato inizialmente un ritardo fenologico su tutte le varietà, con una maturazione posticipata di circa una settimana rispetto alle ultime due vendemmie, tornando però su tempi di maturazioni più consoni al vitigno. La qualità delle uve scampate alle diverse avversità è buona, soprattutto nel quadro acidico, che risulta essere particolarmente equilibrato. Inoltre, il rapporto vantaggioso tra vegetazione e produzione ha permesso ai grappoli di crescere senza stress con una previsione di resa in mosto elevata.

Regione
ABRUZZO
MOLISE
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
3.085
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
1.851 -40,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

Il clima in Molise è stato simile a quello abruzzese, con analoghe ripercussioni sullo stato sanitario delle vigne. Le abbondanti piogge che hanno caratterizzato specialmente l’ultimo periodo di maggio e il primo di giugno, hanno favorito il proliferare di attacchi fungini. In particolar modo, si segnalano effetti pesanti da Peronospora, soprattutto nel Basso Molise. Il maltempo ha impedito anche di intervenire per cercare di arginare al meglio il diffondersi del fungo, sia per le difficoltà ad entrare nelle vigne con i mezzi più adeguati, sia per la facilità del dilavamento dei prodotti applicati in tale contesto.
In conclusione, le perdite quantitative in questa regione saranno importanti, ma le uve rimaste, ben selezionate e curate, saranno di buona qualità per concentrazione fenolica e aromatica.
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Regione
MOLISE
CAMPANIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
234
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
129 -45,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

Il 2023 è partito da un inverno con temperature miti e minori precipitazioni rispetto alla media stagionale. A marzo e aprile si sono registrati abbassamenti di temperatura che hanno determinato un ritardo nella ripresa vegetativa di 1-2 settimane rispetto agli anni precedenti. In generale il primo quadrimestre ha registrato scarse precipitazioni, mentre dagli inizi di maggio fino alla metà di giugno si è avuto un lungo periodo di piogge, 39 giorni piovosi su 45, risultando così i mesi più piovosi del periodo negli ultimi 15 anni.
Il mese di luglio, invece, è trascorso segnato da ondate di calore, con picchi di temperature sempre crescenti, talvolta superiori a 40°C, che hanno superato i record del passato, e tassi di umidità piuttosto elevati. All’inizio di agosto le temperature sono scese leggermente, e grazie a una buona ventilazione ed escursioni termiche giornaliere, il caldo è diventato più tollerabile per avviare le uve all’invaiatura.
Le condizioni climatiche estreme, avvenute durante la crescita dei germogli, la fioritura e l’allegagione, hanno creato una forte pressione della Peronospora, facendo registrare attacchi consistenti proprio nelle fasi vegetative di massima suscettibilità della vite a questo fungo. Inoltre, i prolungati periodi di pioggia, hanno reso impossibile l’accesso a molti vigneti, determinando la prima ondata di danni da Peronospora su foglie e infiorescenze, proseguita con una seconda ondata di attacchi che ha interessato anche i grappoli. Le piogge infettanti dell’ultima settimana di giugno hanno ulteriormente contribuito allo sviluppo della fitopatia.
L’entità di questa situazione si esprime a macchia di leopardo, in funzione della suscettibilità varietale e della posizione dei siti. Ogni areale ha situazioni diverse, con differenze significative anche nello stesso vigneto. Al momento, in termini generali, si prospetta un calo produttivo a livello regionale.

Regione
CAMPANIA
PUGLIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
536
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
375
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-30,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

L’inverno mite ha fatto registrare un anticipo del germogliamento e un buon livello di fertilità del terreno. Anche in Puglia l’annata è stata caratterizzata da abbondanti piogge primaverile. Una situazione che, se da una parte ha ricostituito le riserve idriche in terreni reduci da due annate molto siccitose, dall’altra ha esposto i vigneti ad attacchi crittogamici, costringendo i viticoltori a usare tutta la loro esperienza per mantenere le viti nelle condizioni di migliore salute possibile. A causa delle piogge, infatti, molti produttori, si sono trovati a combattere contro Peronospora e Oidio, malattie della vite che danneggiano germogli, foglie e grappoli.
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Durante i mesi di maggio e giugno del 2023, la Puglia ha registrato precipitazioni di quattro volte superiori rispetto allo stesso periodo del 2022, elemento che ha generato molta preoccupazione e che fa stimare una riduzione significativa della produzione.
La vendemmia è iniziata come da tradizione dalle uve Chardonnay per le base spumante verso metà agosto. Dalle prime indicazioni analitiche, i mosti ottenuti presentano un interessante patrimonio aromatico, frutto positivo dell’alternanza delle temperature. La raccolta è proseguita poi con le altre varietà, dove si registra un lieve ritardo di maturazione per i Sauvignon di 4-5 giorni, mentre si prospetta un ritardo maggiore per il Primitivo, che in alcune zone a metà agosto risultava essere ancora in fase di invaiatura.

Regione
PUGLIA
BASILICATA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
10.133
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
7.600
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-25,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

Come gran parte del sud Italia, anche in Basilicata, e soprattutto nel Vulture Melfese, si è dovuto fare i conti con gravi attacchi da Peronospora, causata dalle abbondanti piogge primaverili e di inizio estate che hanno fortemente limitato l’accesso ai vigneti per eseguire o quanto meno rendere efficaci, i trattamenti antiparassitari. Questo ha determinato in alcune zone una situazione di vera emergenza, anche perché questi eventi meteorici prolungati e intensi, straordinari per queste zone, hanno messo in crisi un sistema di lavoro secolare. Difatti, in molte zone i viticoltori, in previsione dei periodi di siccità estiva usano lavorare profondamente il terreno in primavera per migliorare l’assorbimento dell’acqua piovana e la sua conservazione. Lavorazioni che però in questa annata hanno poi determinato una difficoltà nell’accesso ai terreni per i trattamenti.
In termini quantitativi, si prospetta un calo produttivo piuttosto importante.

Regione
BASILICATA
CALABRIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
97
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
68 -30,0%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

Anche la Calabria è stata caratterizzata da una situazione climatica analoga al resto del Sud Italia. A un inverno con temperature leggermente sopra le medie stagionali, sono susseguite abbondanti piogge soprattutto nel mese di maggio e inizio giugno, per poi passare a un periodo di forte siccità, dove si è arrivati in alcuni casi a ricorrere all’irrigazione di soccorso.
Il caldo umido, accompagnato dalle piogge, come in quasi tutto il Paese, ha comportato problemi di fitopatie, specialmente di Peronospora, la quale ha causato importanti perdite sotto il profilo quantitativo. Viceversa, guardando al profilo qualitativo, in alcune zone, la situazione rispetto alle precedenti annate estremamente siccitose, può dare in prospettiva risultati interessanti, in quanto l’alternanza delle temperature e le
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importanti escursioni termiche, hanno concentrato il patrimonio aromatico delle uve, elemento che in cantina potrà dare delle soddisfazioni.
Riguardo l’epoca di raccolta, infine, si prospetta un ritardo di circa dieci giorni rispetto all’anno precedente.

Regione
CALABRIA
SICILIA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
130
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
88 -32,5%
Qualità Vino* 2023
Media/Buona

L’annata 2023 sarà ricordata come una delle più difficili degli ultimi tempi. Quest’anno durante la fioritura si sono registrati più di 150 mm di pioggia e forti raffiche di vento che, nei mesi di maggio e giugno, hanno favorito la formazione di una vegetazione vigorosa accompagnata però dall’insorgenza di fitopatie, soprattutto Peronospora, che ha colpito con maggior incidenza i vitigni autoctoni. Il caldo record, registrato a luglio, con temperature che hanno toccato i 42°C, ha fatto sì che i vigneti rallentassero i processi biochimici, anche se in alcuni casi i grappoli non hanno superato lo stress da esposizione ai raggi solari. Nei primi giorni di agosto, pur rimanendo alte le temperature medie, si sono riscontrati accumuli nuvolosi sempre più diffusi soprattutto sulla parte occidentale della regione che hanno prodotto acquazzoni a carattere temporalesco ma, più importante, si sono abbassate le temperature favorendo la ripresa vegeto-produttiva delle piante.
La maturazione delle uve rimane in ritardo di circa una settimana rispetto alle ultime annate avvicinandosi a un calendario ritenuto normale. La vendemmia è iniziata ad agosto con la raccolta, in particolare, dei vitigni internazionali come Chardonnay e Pinot Grigio e con gli autoctoni Nero D’Avola e Nerello Mascalese per le basi spumante. Si prospetta un’annata ridotta in termini di produzione, tuttavia si rimane alquanto ottimisti per il livello qualitativo.

Regione
SICILIA
SARDEGNA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
3.514
Migliaia Hl Vino e Mosto 2023
2.460
±% rispetto produzione Vino e Mosto 2022
-30,0%
Qualità Vino* 2023
Buona

I primi mesi del 2023 sono stati caratterizzati da un inverno mite e poco piovoso al quale è seguito un inizio primavera con temperature sopra la media e con poche precipitazioni. Dalla seconda metà del mese di maggio il clima è cambiato drasticamente, con forti precipitazioni che si sono susseguite anche a giugno e con temperature sotto la media. Questa situazione ha portato a forti attacchi di Peronospora, oltre a lievi attacchi di Oidio in tutto il territorio, ritardando la fase di allegagione.
A luglio le temperature si sono innalzate al di sopra delle medie, creando problemi alle piante con caduta delle foglie e scottature delle uve. Fortunatamente nelle prime due settimane di agosto, il maestrale ha 16

abbassato le temperature, permettendo alle piante di riprendersi dallo shock termico di luglio. Nella seconda metà del mese, un’altra forte ondata di caldo ha accelerato la maturazione nei vigneti irrigui mettendo in seria difficoltà i vigneti non irrigui con caduta delle foglie e disidratazione delle uve.

Regione
SAEDEGNA
Migliaia Hl Vino e Mosto 2022
533
Migliaia Hl Vino ±% rispetto produzione e Mosto 2023 Vino e Mosto 2022
427 -20,0%
Qualità Vino* 2023
Buona/Ottima

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