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Melone Mantovano: cresce l’attenzione sull’IGP

Chiude con un risultato positivo la stagione del primo e unico melone a indicazione geografica d’Italia: le azioni promozionali e commerciali intraprese hanno aumentato la sua già alta notorietà.

La campagna del Consorzio del Melone Mantovano IGP è al termine con un importante traguardo in termini di rese: sono quasi 10mila le tonnellate di melone prodotte.
Azioni promozionali e commerciali mirate hanno infatti permesso di allargare la platea di consumatori e hanno diffuso la conoscenza della indicazione geografica, soprattutto nelle regioni del Centro e Sud Italia.

Quest’ultimo obiettivo è stato raggiunto grazie all’efficace campagna di comunicazione studiata dal Consorzio, la quale ha raccontato al grande pubblico l’unicità del Melone Mantovano che viene coltivato tra Mantova, Cremona e l’Emilia e frutto di una rigorosa selezione di prodotto. La campagna promozionale è andata in onda per un mese (a partire dal 4 luglio), sulle reti Mediaset con uno spot di 20 secondi e su Radio Rai, radio 24, Radio Kiss Kiss e Radio Italia con uno spot di 30 secondi.

Durante la stagione è stata anche avviata la collaborazione con Il Cucchiaio d’Argento con contenuti digitali sul sito web.
Anche sui profili Facebook e Instagram, il Consorzio prosegue la sua crescita: la community, composta da oltre 20.000 fan tra i due canali, è sempre più legata al prodotto, alle sue peculiarità e al suo territorio. I fan ne riconoscono infatti l’assoluta versatilità in cucina e la qualità unica, come testimoniano i continui apprezzamenti ai contenuti pubblicati, tra ispirazioni, scorci storici, quiz e videoricette gourmet nel formato degli Instagram Reels. Il sentiment intorno al brand Melone Mantovano IGP è certamente positivo.

In una delle più difficili annate per il melone italiano che ha spuntato quotazioni di circa 20-30 centesimi il chilo inferiori a quello del 2020, la campagna di comunicazione messa in campo dal Consorzio ha aiutato a raggiungere un aumento del 30% nei quantitativi di Melone Mantovano Igp, sia liscio che retato.

“Tutti i nostri clienti hanno confermato anche per quest’anno la fiducia verso la denominazione – commenta Mauro Aguzzi, Presidente del Consorzio di tutela – E non sono mancate nuove richieste da parte di nuovi clienti, soprattutto in Calabria, Puglia e Sicilia, che hanno apprezzato e riconosciuto le peculiarità del Melone Mantovano IGP”.

La fine della stagione segna anche l’inizio della pianificazione della prossima. E, pertanto, il Consorzio si è già dato precisi obiettivi: lato promozione, intende proseguire con la campagna di comunicazione avviata, mentre lato prodotto il focus sarà sulla qualità: Con controlli mirati sulle produzioni intendiamo accrescere ancora di più il gap tra melone tradizionale e melone IGP – spiega Aguzzi – al fine di fidelizzare il cliente al prodotto di indicazione geografica”.

Il Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Melone Mantovano IGP Nato nel 2005 con l’intento di valorizzare il tradizionale prodotto del territorio mantovano, ottiene il riconoscimento Mipaf (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) come “Consorzio di Valorizzazione e Tutela” con decreto del 13 ottobre 2014 per il rispetto dei requisiti di rappresentatività. Oggi tutela e promuove il primo e unico melone IGP in Italia, coltivato in un’areale che si estende su oltre 1.000 ettari di terreno. Attualmente al Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Melone Mantovano IGP aderiscono 10 produttori e sono altri 20 quelli inseriti nel registro dei controlli IGP in aree circoscritte tra le provincie di Cremona, Mantova, Ferrara, Bologna e Modena, in terreni dalle caratteristiche pedologiche similari. In particolare, l’areale produttivo è vocato alla coltivazione di meloni di qualità unica grazie alla morfologia pianeggiante di origine fluviale, con il Mincio, l’Oglio e il Po che lo rendono molto fertile. Infine, il clima caratterizzato da inverni freddi ed estati calde e afose, con piovosità e temperature medie, permette la coltivazione del melone anche durante i periodi estivi più caldi (a differenza di altre zone d’Italia). Il Consorzio, pur rimanendo un organismo privato, svolge per incarico del Ministero funzioni di carattere pubblico nei confronti dei produttori che utilizzano la denominazione.

 

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