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Le previsioni di produzione di mele per la stagione 2022/2023

 

La consueta conferenza Prognosfruit, momento fondamentale di confronto per i produttori melicoli dell’Emisfero Nord per conoscere e commentare le previsioni di produzione di mele per la stagione 2022/2023, è tornata in presenza a Belgrado, in Serbia – paese che negli ultimi anni è stato protagonista di una importante crescita produttiva, sia in termini di volumi che di qualità.

Le stime di produzione per il 2022 (tab. 1) prevedono un raccolto di mele in Europa a 12.168.000 tons., sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno.

La previsione di raccolto in Europa è molto simile al consuntivo dello scorso anno, anche se cambiano le dinamiche a livello di paese. La Polonia riprende ancora terreno e stima una produzione a 4.495.000 tons. Torna a crescere, anche se non raggiunge il pieno potenziale, il raccolto della Francia (+6%), e anche quello di Austria, dopo un anno particolarmente scarso (+23%), Germania (+6%) e Regno Unito (+32%). Si prevede invece un raccolto in calo per Belgio (-12%), Spagna (-23%) e Portogallo (-20%). Segno meno anche per Romania e Ungheria.

Dal punto di vista qualitativo si attendono calibri leggermente superiori dello scorso anno principalmente per effetto delle condizioni favorevoli in primavera che hanno influito positivamente sullo sviluppo cellulare. Tuttavia, considerate le ondate di calore che stanno investendo l’Europa e la scarsità di acqua che minaccia importanti areali produttivi, la tenuta del prodotto in queste ultime settimane sarà certamente da monitorare. Si prevede, proprio in virtù delle alte temperature registrate ovunque in Europa, un anticipo generalizzato della raccolta.

L’andamento varietale

La Golden delicious torna a calare (-5%) e si ferma a 2.064.000 tons., confermando il trend in discesa in Europa.

Continua a crescere la Gala, per la quale è previsto un nuovo record di produzione a 1.614.000 tons (+2%) così come per la Cripps Pink che raggiunge il volume di 311.000 tons con un +21% rispetto allo scorso anno. Sostanzialmente stabili sono il gruppo Red Delicious e la Fuji.

Continua la corsa delle cosiddette “Nuove varietà” (club) che superano le 436.000 tons. e segnano una crescita del 19% rispetto allo scorso anno.

 

Uno sguardo alla situazione italiana

Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.150.221 tons., superiore del 5% rispetto a quella dello scorso anno. Per quanto riguarda le singole regioni, scendono leggermente Alto Adige (-3%) e Trentino (-1%), mentre crescono tutte le altre regioni, tornando a livelli paragonabili a quelli degli anni passati. Segna un nuovo record la regione Piemonte, che continua a espandere la superficie a melo.

La produzione biologica nel nostro paese fa segnare un nuovo record, sfiorando le 200.000 (+4% rispetto al 2021), pari a più del 9% dell’offerta totale.

Cala del 5% la Golden Delicious per la quale ci si attende un raccolto tendenzialmente basso sotto le 700.000 tons., in linea con la tendenza di decrescita che si registra negli ultimi anni per la principale varietà italiana. Calano anche Braeburn (-15%), Fuji (-3) e Jonagold (-18%).

Segno più per tutte le altre principali varietà, tra cui la Red Delicious (+7%), comunque inferiore rispetto alla media delle stagioni precedenti, la Gala, che con un +2% e una produzione stimata a 392.520 tons, dovrebbe far segnare un nuovo record produttivo, e la Granny Smith a 157.000 tons (+18%).

Tornano ai livelli degli anni precedenti Morgenduft e Renetta, mentre fanno registrare un aumento importante le Cripps Pink – con una produzione record prevista a 107.171 tons – e le altre varietà nuove, principalmente club (+38% a 195.000 tons).

Le buone condizioni climatiche in primavera e fino ad inizio luglio hanno permesso un ottimo accrescimento dei frutti, i cui calibri sono oggi certamente superiori a quelli dello scorso anno. Come per il resto d’Europa, resta la preoccupazione per i possibili danni ai frutti derivanti da temperature eccessive, che non sono previste in diminuzione, e per la scarsità di acqua specialmente in alcune aree di produzione. Dal punto di vista fitosanitario non si rilevano problemi particolari.

Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.862.841 tons, in salita rispetto allo scorso anno (+4%) e leggermente superiore rispetto alla media dei 5 anni.

Le prospettive per la stagione 2022/2023

Al momento, i dati di Prognosfruit, che ha permesso di fare una analisi più puntuale anche rispetto ad altre aree produttive in espansione nel resto del mondo, ci restituiscono un quadro che, sebbene migliore rispetto alle iniziali aspettative, certamente sarà sfidante per i produttori italiani ed europei.

Al di là dei numeri, simili di fatto a quelli della scorsa stagione – che certamente non è stata facile – è da valutare il contesto generale in cui ci si trova ad operare, deterioratosi ulteriormente negli ultimi mesi.

La instabilità geopolitica che ha favorito un aumento generalizzato ed incontrollato dei costi – dagli inputs per la produzione alla elettricità al packaging – unita a un mutato scenario internazionale che impatta sulle politiche monetarie dei paesi importatori, con l’esempio eclatante della lettera di credito imposta dalla Banca centrale Egiziana, la difficoltà di reperimento della manodopera, un calo generalizzato dei consumi ed un mondo sempre più piccolo che rende più difficoltoso l’export, disegna uno scenario preoccupante.

Assomela, con le principali realtà nazionali, ha stimato costi aggiuntivi per i produttori di circa dieci centesimi al chilogrammo. Questi costi, in assenza di strumenti di mitigazione, andranno ad incidere sull’intera campagna commerciale 2022/2023 e non solo sulla seconda parte, come accaduto nel 2021/2022.

Le condizioni climatiche, inoltre, destano qualche preoccupazione. Le ondate di calore che ripetutamente colpiscono l’Italia e l’Europa e, in alcune aree, una pesante crisi idrica, potrebbero intaccare la qualità dei frutti.

La raccolta si stima molto buona in Polonia, paese fondamentale nel determinare l’equilibrio del mercato europeo, ma anche in Germania, principale paese importatore per l’Italia, e per la Francia, che negli ultimi due anni, con livelli produttivi non eccezionali, aveva alleggerito la pressione su alcuni mercati all’export.

Per l’Italia, la minore produzione in Spagna, potrebbe rappresentare una opportunità per continuare a consolidare la posizione su questo mercato.

A livello di logistica, la situazione dovrebbe lentamente tornare alla normalità, ma al momento persistono le difficoltà legate ai costi alle stelle dei noli e alla minore disponibilità di containers per l’export oltremare. Un aiuto all’export potrebbe arrivare dal cambio euro-dollaro che al momento è favorevole e rende la merce europea e italiana maggiormente competitiva.

Sempre più importante in termini di volume la produzione di mele biologiche, trainata proprio dall’Italia. Sia a livello nazionale che europeo, bisognerà monitorare e sostenere le dinamiche di consumo al fine di equilibrare offerta e domanda e garantire il corretto differenziale di prezzo al produttore.

Inoltre, sul più lungo periodo, ci sarà da fare i conti con la concorrenza che arriverà dai paesi limitrofi. La decisione stessa di WAPA di organizzare Prognosfruit in Serbia non è certamente casuale: questo paese, come ad esempio la Turchia ed altri, non solo ha aumentato la propria capacità produttiva negli ultimi anni, ma produce mele di qualità, a costi certamente inferiori a quelli del vecchio continente. La concorrenza di questi paesi “emergenti”, già percepita, sarà certamente più forte nel prossimo futuro.

Nel frattempo, si dovrà continuare a lavorare a ritmi serrati sul tema sostenibilità – economica, ambientale e sociale – considerato l’interesse della società civile e gli obiettivi ambiziosi fissati dalla Commissione Europea.

I piani di vendita del 2021/2022, sebbene fortemente influenzati dallo scenario nazionale e internazionale – che ha influito anche sulle esportazioni dall’Emisfero Sud verso l’Europa – sono stati rispettati e la campagna commerciale si avvia alla sua fase finale con l’obiettivo di terminare le giacenze di mele del raccolto 2021 entro settembre ed aprire così la prossima annata con celle per quanto possibile svuotate.

 Di fronte a tali sfide, solo un settore compatto e organizzato, capace di adottare strategie e decisioni che mirino alla tutela della redditività del produttore, puntando al tempo stesso alla qualità e all’innovazione come necessari elementi di distinzione, potrà affrontare al meglio questa stagione e quelle a venire.

 

Assomela s.c. è il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP, il Consorzio From e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, La Trentina e Mezzacorona della Provincia di Trento, Melapiù della Regione Emilia-Romagna, Rivoira, Lagnasco e Gullino della Regione Piemonte, Melavì della Regione Lombardia e Friulfruct della Regione Friuli.

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