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Il nuovo corso della razza bovina Piemontese

Con l’Assemblea dei soci svoltasi la settimana scorsa a Carrù, in provincia di Cuneo, è iniziato il nuovo corso dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese (Anaborapi), la prima con alla guida l’allevatore Renato Giordano, che a seguito del recente rinnovo del Consiglio Direttivo è subentrato alla Presidenza succedendo ad Albino Pistone.

La riunione assembleare, cui ha partecipato, tra gli altri, il direttore generale dell’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. Roberto Maddé, ha rivestito particolare importanza in quanto all’esordio con il nuovo assetto associativo di Anaborapi. Come spiegato dal neo presidente Giordano, “fino all’anno scorso i soci dell’Associazione erano le Ara mentre, con l’adozione del nuovo Statuto, ora i soci sono direttamente gli allevatori, che partecipano all’Assemblea attraverso i loro delegati”.

L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sull’allevamento della Piemontese sia dal punto di vista economico che dal punto di vista selettivo. “Durante tutto lo scorso anno – ha detto Giordano – i prezzi di mercato si sono dimostrati soddisfacenti, sia per i vitelloni, sia per le femmine ed anche per le vacche da riforma; una preoccupazione viene invece dal modesto aumento del cosiddetto premio vacche nutrici”. Il Presidente ritiene non accettabile, infatti, che la Piemontese, così come le altre razze autoctone, sia penalizzata e trattata quasi alle stregua di altre produzioni indifferenziate.

Dai dati presentati nelle relazioni tecniche è emerso che il Libro Genealogico della razza Piemontese è ulteriormente aumentato di quasi 5.000 capi, dei quali 1.500 fattrici; questo evidenzia, ancora una volta – secondo l’Associazione di Razza – , la dinamicità di un settore importantissimo per il territorio.

Nel 2018, l’Anaborapi si è impegnata a fondo per proseguire le attività nell’ambito del progetto I-BEEF, in particolare sono entrate a pieno regime tutte le attività connesse ai nuovi rilievi effettuati sugli animali del Centro Genetico: consumo individuale di fibra, attività motoria e rilievo della docilità. Sul territorio invece è iniziata la raccolta dei dati relativi alle tipologie aziendali, al BCS (Body Condition Score – ndr.) ed all’attitudine materna: si tratta di argomenti importanti e attuali, che vedono la Piemontese all’avanguardia rispetto ad altre razze da carne nazionali ed europee.

“La razza bovina Piemontese – ha affermato il direttore generale A.I.A. Roberto Maddé, intervenuto ai lavori assembleari – rappresenta oltre ad un’incontestabile eccellenza del territorio anche un modello virtuoso, poiché i suoi allevatori nel tempo hanno saputo coniugare un’apprezzata azione di selezione e miglioramento genetico, conservazione ed espansione numerica del patrimonio, valorizzazione dell’immagine del suo allevamento legato all’ambiente ed a tecniche allevatoriali rispettose del benessere degli animali, conservazione di pratiche tradizionali quali l’alpeggio e certificazione delle produzioni, dalla fase dello svezzamento fino all’ingrasso. Tutti elementi, associati all’attenzione nell’alimentazione e salute degli animali, che ne fanno un simbolo identitario per gli allevatori ed un valore aggiunto agli occhi dei consumatori”.

Ai lavori dell’Assemblea hanno partecipato, tra gli altri, anche Roberto Chialva e Tiziano Valperga, presidente e direttore Ara Piemonte, Carlo Gabetti e Giorgio Marega, presidente e direttore Coalvi.

 

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