Gli allevatori italiani onorano il loro Patrono, Sant’Antonio Abate
Un giorno di festa, ma anche di riflessione profonda sul proprio ruolo all’interno della società e del sistema economico e produttivo: gli allevatori italiani coniugano sempre più tradizione e futuro ed all’inizio del secondo decennio degli anni Duemila, l’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A., assieme alle associate territoriali, ha promosso per la mattinata di venerdì 17 gennaio 2020 a Roma e in Vaticano la XIII Giornata dell’Allevatore , assieme alla Coldiretti, realizzando gli ormai consueti eventi in onore e in concomitanza della festa liturgica dedicata a Sant’Antonio Abate, il santo Patrono protettore di uomini ed animali.
Una serie di eventi ormai tradizionali, ma che anche quest’anno hanno presentato degli elementi di forte novità: nei giorni immediatamente precedenti, infatti, è stato presentato il “Manifesto di Assisi” per un’economia a misura d’uomo e contro la crisi climatica, che vede tra i promotori la Fondazione Symbola, la Coldiretti, il Sacro Convento della città natale di San Francesco, la presidenza di Confindustria e rappresentanti di importanti realtà impegnate nel settore dell’energia quali Enel, della bioplastica come Novamont e dell’editoria religiosa ed A.I.A., con in prima persona il presidente Roberto Nocentini e il direttore generale Roberto Maddé, ha aderito con convinzione. I promotori del “Manifesto di Assisi”, a breve, il prossimo 24 gennaio, terranno il primo incontro tra i firmatari che si svolgerà proprio presso il Sacro Convento della città umbra.
“Noi allevatori italiani – afferma il presidente Roberto Nocentini – in un giorno che dedichiamo, a Roma ed in tutto il Paese, nelle comunità rurali e in altre città al nostro santo Patrono, Sant’Antonio Abate, vogliamo ribadire la ferma intenzione di voler contribuire ad affrontare problemi che riguardano da vicino l’Italia ma sono anche globali, quali il cambiamento climatico e la eccessiva produzione di emissioni inquinanti. Pensiamo di aver pieno titolo per affrontare questa sfida, che ci coinvolgerà tutti, da subito, in vista dell’obiettivo del 2050 che sembra così distante ma che dipende da decisioni da prendere ora, ad ogni livello, sia della politica che del mondo produttivo”.
“Lo sviluppo dell’economia circolare, di una zootecnia ecocompatibile, distintiva e sostenibile, fondata su valori etici di rispetto delle persone e del benessere degli animali allevati – ribadisce il direttore generale Roberto Maddé – sono nel ‘dna’ degli allevatori italiani. La ‘missione’ di operare nel quadro di un progresso sempre al servizio dell’uomo e dell’intera società la confermiamo anche in questa occasione, per questo abbiamo invitato tutti i cittadini, romani e non, ad unirsi a noi nella nostra festa in piazza che affonda in una tradizione antica ma ci proietta in un futuro che ha come obiettivi la sicurezza alimentare, l’equità nell’uso delle risorse ed il benessere per tutta la popolazione. Il ‘Manifesto di Assisi’ per un’economia a misura d’uomo e per fronteggiare le emergenze climatiche ha superato in pochissimi giorni già le 1.500 adesioni, anche di cittadini comuni, segno che la sensibilità di tutti per i temi della sostenibilità e della ‘ green economy ’ è altissima”.
Agli eventi del 17 gennaio sono intervenuti, tra gli altri, numerosi dirigenti del sistema allevatoriale sul territorio, oltre ad autorità militari e civili ed i rappresentanti di Coldiretti, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il responsabile dell’Area economica Gianluca Lelli.
Nel suo messaggio di sostegno alla manifestazione, il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, dopo aver sottolineato l’importanza dell’allevamento italiano, che in termini economici vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro, ha concluso: “Per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”.
Il Cardinal Angelo Comastri, nella sua omelia e nel saluto ai partecipanti agli eventi in piazza, ha ribadito la riconoscenza verso il lavoro degli allevatori e di chi si occupa della Terra. “Voi allevatori dimostrate, con il vostro impegno per produrre cibo buono ed in modo giusto, di essere una delle parti più sane della società, forse la più sana. Avete il privilegio di vivere ogni giorno a contatto con la natura, le sue creature, e partecipate a preservarne i frutti. Una grande responsabilità, ma anche una grande fortuna, per essere custodi di una parte importante del Creato, un ruolo che ricoprite però con dedizione e umiltà”.