Giornata acqua. Coldiretti: perso 89% pioggia, subito piano invasi
Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo.
Oggi la maggior parte dell’acqua piovana – sottolinea la Coldiretti -. va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare, con una tendenza accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa sì che i canali asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge.
Da qui l’obiettivo di potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti). I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile. Nelle scorse settimane il presidente della Coldiretti Ettore Prandini aveva rivolto un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al fine di poter verificare come dare finalmente attuazione al progetto invasi. fatto che l’Italia riesca a recuperare una parte minima dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale rappresenta uno spreco inaccettabile – dichiara Prandini – in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica. Con l’avvio di un grande piano nazionale per la realizzazione da nord a sud del Paese di invasi si difenderà concretamente la sovranità alimentare ed energetica dell’Italia e, nello stesso tempo, si garantirà l’acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi. ad aziende agricole, imprese e cittadinanza”.
Il 15% dell’intero territorio dell’Unione Europea è in allerta arancione per la siccità e per un altro 1% siamo all’allarme rosso, anche a causa delle temperature record registrate a febbraio nel vecchio continente, superiori di 3,3 gradi rispetto alla media storica 1991-2020 del periodo. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità relativi alla prima decade di marzo diffusi in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra il 22 marzo. Gli effetti dei cambiamenti climatici stravolgono il normale andamento delle stagioni, con la mancanza di pioggia e neve che ha mandato sotto stress territori e coltivazioni, con una situazione difficile che non risparmia il nostro Paese, nonostante il maltempo delle scorse settimane.
La situazione è difficile nel Sud Italia, dove negli invasi pugliesi mancano 107 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, secondo i dati dell’Osservatorio Anbi sulle riserve idriche. A farne le spese, secondo l’analisi Coldiretti, sono le clementine, finite al macero dopo essere state compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, con i costi di produzione anche per l’irrigazione di soccorso schizzati alle stelle.
Ma la crisi idrica sta determinando anche un calo drastico di foraggio verde nei pascoli e a rischio sono le piante di grano e legumi soprattutto nelle ‘terre bianche’ ricche di argilla e creta. Drammatica la situazione in Sicilia dove – denuncia Coldiretti – non c’è acqua per irrigare, tra dighe che quando si riempiono devono essere svuotate perché non collaudate, strutture fatiscenti e un commissariamento dei consorzi di bonifica che dura da oltre 30 anni, mentre i raccolti vengono bruciati dalla mancanza di pioggia.
La “sete” non risparmia neppure la Sardegna, soprattutto nel sud dell’isola, dove la siccità colpisce carciofi, pomodoro da industria, frutta e foraggi, con ripercussioni sull’allevamento. Ma si teme anche per vitivinicolo, riso, mais e medicali. Anche in Basilicata la situazione è abbastanza compromessa nonostante le piogge degli ultimi giorni. In alcune zone dell’area nord della regione non c’è vegetazione e crescita, in particolare di cereali, foraggi e proteiche.
Il paradosso è che un Paese piovoso come l’Italia perda ogni anno l’89% dell’acqua che cade, la quale potrebbe essere conservata per esser messa a disposizione degli agricoltori e dei cittadini quando serve. A tale scopo Coldiretti chiede di dare attuazione al progetto di una rete di invasi, promossa assieme ad Anbi. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana – conclude Coldiretti – che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile.
“L’Italia riesce a recuperare solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale: uno spreco, pari all’89%, inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Il nostro obiettivo nei prossimi anni è di arrivare al 50%. In questo modo daremo risposta ai periodi di siccità che abbiamo vissuto negli ultimi anni e ai fenomeni di carattere atmosferico particolarmente violenti trattenendo l’acqua quando c’è eccessiva piovosità. A questo serve uno sforzo da parte delle istituzioni nello snellire tutti gli adempimenti di carattere burocratico”.
E’ quanto afferma il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, in occasione, domani, della Giornata Mondiale dell’Acqua che avrà come tema e filo conduttore “Water for peace” perché l’acqua può essere una risorsa capace di portare la pace ma anche di creare conflitti.
Per sensibilizzare, partendo dai più piccoli, sull’importanza di ridurre lo spreco dell’oro blu, adottando comportamenti volti a contrastare i cambiamenti climatici, Coldiretti Alessandria è ad Acqui Terme, partner del progetto Rivoluzione Verde del Gruppo Amag con laboratori ludico-didattici dedicati alle scuole dell’infanzia, primaria e medie per far crescere e sensibilizzare sempre di più il mondo della scuola e la società su questa tematica: dobbiamo partire dalla consapevolezza che il “bene acqua” non è più illimitato e che, di contro, è soggetto ad una sempre maggior richiesta di consumo.
L’agricoltura, la sanità, il cibo, i sistemi energetici, la produttività economica e l’integrità ambientale sono elementi che dipendono dalla corretta gestione del ciclo dell’acqua: per questi motivi è fondamentale agire per realizzare che non è solo una risorsa da sfruttare ma è un diritto umano strettamente collegato ad ogni aspetto della vita.
In Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 che cadono non vengono raccolti, il cambiamento climatico porta ad un’urgente necessità di conservazione dell’acqua: per questo è improrogabile la realizzazione di piccoli invasi, di una rete diffusa, a basso impatto ambientale, di infrastrutture multifunzionali di trattenuta e accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le sempre più preziose riserve idriche, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio in termini di prevenzione dai danni alluvionali.
“La gestione delle acque sul territorio e la variazione climatica che è sotto gli occhi di tutti rappresentano aspetti delicati: non è nel potere dell’uomo far piovere, ma lo è attuare una politica seria di gestione delle acque. Dobbiamo tutti impegnarci per proteggere le risorse idriche del nostro pianeta, promuovendo l’uso sostenibile dell’acqua e l’accesso equo all’acqua potabile, non possiamo solo sperare nel cambio del meteo, ma bisogna agire al più presto – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Per questo, guardando alla campagna agricola che sta per avviarsi, è necessario gestire le riserve d’acqua in modo oculato, con responsabilità da parte di tutti i gestori dei bacini, dando priorità, in questa fase, a garantire l’acqua potabile, quella per l’agricoltura e, in subordine, quella per la produzione di energia idroelettrica.”
21 marzo 2024
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