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E’ scattato il click day per 89050 stagionali

E’ scattato il click day per l’arrivo in Italia di 89050 lavoratori stagionali extracomunitari previsti dal nuovo decreto flussi 2023-2025. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il nuovo appuntamento riguarda soprattutto lavori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero. I lavoratori stranieri sono diventati una componente importante per la filiera agroalimentare italiana. Quasi 1/3 del Made in Italy a tavola a livello nazionale viene prodotto nei campi e nelle stalle da migranti che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti che ha collaborato all’ultimo Dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos

La comunità di lavoratori agricoli extracomunitari più presenti in Italia – spiega Coldiretti –sono quella degli indiani, seguita dai marocchini che precedono albanesi, senegalesi, pakistani, tunisini, nigeriani e macedoni. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che – continua la Coldiretti – sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri paesi, perfettamente integrati, che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno spesso nella stessa azienda con reciproca soddisfazione. 

Il contributo dei flussi migratori al Made in italy sostiene molti “distretti agricoli” dove i lavoratori stranieri sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – conclude la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.

Si è svolto senza particolari problemi tecnici l’odierno click day per la richiesta di lavoratori extracomunitari stagionali per l’anno 2024. Le quote da assegnare sono complessivamente 89.050 per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, di cui 41.000 riservate alle Organizzazioni professionali agricole.

La Confederazione mette in rilievo lo sforzo organizzativo delle proprie strutture territoriali che, oltre a caricare sul portale del Ministero dell’Interno le istanze per conto delle aziende agricole associate, hanno espletato l’iter di controlli preventivi, come richiesto dalle nuove norme di semplificazione, sollevando gli ispettorati territoriali da questo onere.

Anche se le quote sono aumentate, resta il timore, a causa della cronica carenza di manodopera in agricoltura, che ancora una volta il numero delle domande possa superare le quote messe a disposizione. Ma le preoccupazioni maggiori, anche alla luce di quanto è accaduto nel 2023, riguardano i tempi di completamento delle procedure, soprattutto a causa del ritardo nel rilascio dei visti di ingresso agli stranieri provenienti da alcuni Paesi (Nord Africa, India e Pakistan) che ha precluso, in alcuni casi, l’instaurazione del rapporto lavorativo.

Sarebbe inoltre auspicabile, secondo l’Organizzazione che rappresenta i datori di lavoro agricolo, aumentare il numero delle quote da assegnare per motivi di conversione dei permessi di soggiorno stagionali in permessi per lavoro subordinato (fissate in 4.000 unità per l’anno 2024), attraverso un DPCM integrativo che accolga anche le domande già presentate nel click day di dicembre 2023, ma rimaste fuori quota per incapienza. È infatti in continua crescita l’interesse di aziende e lavoratori per questa tipologia di richieste che consente la stabilizzazione della situazione lavorativa e di quella soggettiva dello straniero, alleggerendo al contempo i click day stagionali.

Confagricoltura ricorda che un terzo della manodopera nel settore primario è di nazionalità straniera, con una quota elevata di extracomunitari (circa il 70%). Tra i Paesi di provenienza predomina l’Africa, in particolare Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare Albania e Macedonia, e dall’Asia, soprattutto India e Pakistan.

Il click day dedicato alla richiesta di lavoratori extracomunitari stagionali per il 2024, ha dato prova di un portale ministeriale sicuramente più efficiente rispetto agli scorsi anni, ma la macchina amministrativa ancora registra notevoli ritardi nel rilascio del definitivo permesso di soggiorno. Così Cia-Agricoltori Italiani da una prima ricognizione sul territorio che la vede tra le organizzazioni professionali agricole assegnatarie delle 41 mila quote per il settore agricolo e quello turistico alberghiero, rispetto alle complessive 89.050 previste quest’anno. 

Nello specifico, infatti, Cia segnala i disagi del click day del 21 marzo scorso, quando le istanze interessate erano quelle riguardanti la conversione dei permessi di soggiorno che -secondo Cia- andrebbero incrementate come numero di quote, vista la richiesta importante che si registra ogni anno.

Inoltre, se da una parte il protocollo Masaf, siglato anche da Cia, dà finalmente modo di soddisfare per la gran parte le necessità di manodopera stagionale, dall’altra non è stata ancora messa a punto una programmazione tale da permettere alle aziende agricole di operare in tranquillità. Questo perchè la convocazione dagli Sportelli unici arriva, irrimediabilmente, dopo il periodo massimo di permanenza in Italia consentito dal Decreto flussi, cioè nove mesi.

Il Decreto è fondamentale per il nostro settore, ribadisce Cia. Basti pensare che un terzo della manodopera nel settore primario è di nazionalità straniera, circa 370 mila, con una quota elevata di extracomunitari. Cia auspica, quindi, che si intervenga quanto prima sui piani triennali dei flussi d’ingresso, tenendo conto delle tempistiche effettivamente utili alle esigenze delle imprese agricole.  

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