Mercati

Commercio estero nazionale di suini e carni suine

Nel periodo gennaio-ottobre 2020, Crefis, Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole, fa sapere che il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di maiale e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale pari a -328,8 milioni di euro, dato in miglioramento di quasi 161 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie ad un aumento dell’export a cui si è accompagnato un contemporaneo calo delle importazioni del comparto.

Le esportazioni hanno raggiunto gli 1,5 miliardi di euro nei primi dieci mesi dell’anno, valore che ha registrato un incremento del +2,7% in termini tendenziali e a cui è corrisposto un quantitativo di 266 mila tonnellate (-5,1%); in rialzo, inoltre, il valore medio unitario delle spedizioni nazionali (+8,2%). I prosciutti crudi disossati si confermano il prodotto maggiormente esportato grazie ad un valore di quasi 590 milioni di euro, il quale è però risultato in calo del -1,5% ri- spetto al periodo gennaio-ottobre 2019; una flessione ancora più marcata ha caratterizzato il corrispettivo volume (- 12,9%), che è stato pari a circa 48 mila tonnellate, mentre il relativo valore medio unitario è salito del +13,2% e resta uno dei più elevati tra quelli dei prodotti considerati (12,35 euro/kg). Altre voci merceologiche di rilievo sono le “salsicce e salami stagionati” (313,2 milioni di euro) e le mortadelle, wurstel, cotechini e altri salami cotti (127,8 milioni di euro), entrambi in crescita in termini tendenziali (+13,6% e +2,8%, rispettivamente); seguono, a breve distanza, i prosciutti cotti (117,2 milioni di euro), che hanno registrato un calo rispetto all’anno precedente (-0,5% in valore).

I principali paesi di destinazione delle spedizioni nazionali sono stati Germania (292,8 milioni di euro) e Francia (248,0 milioni di euro) e il confronto tendenziale ha evidenziato un incremento dell’export verso la maggior parte dei mercati considerati rispetto ai primi dieci mesi del 2019; in particolare, si segnalano le variazioni di Germania (+4,9% in valore) e Regno Unito (+4,1%). In calo gli Stati Uniti (-7,2%), il cui dato è risultato di 151,7 milioni di euro.

Dal lato delle importazioni, nel periodo gennaio – ottobre queste sono state pari a 1,9 miliardi di euro, per una flessione del -6,1% in termini tendenziali e corrispondenti ad un volume di 844 mila tonnellate (-7,1%). Le cosce suine fresche, il prodotto maggiormente acquistato dall’Italia all’estero, hanno raggiunto un valore di 789,4 milioni di euro, per un decremento del -4,9% rispetto allo stesso periodo del 2019; andamento negativo anche per il quantitativo importato (-3,2%), il quale si è fermato a 423 mila tonnellate, e per il relativo valore medio unitario (-1,7%).

La quasi totalità degli acquisti nazionali è avvenuta sul mercato comunitario, con la Germania e la Spagna che restano i fornitori principali dell’Italia di suini, carni suine e salumi (dati rispettivamente di 602,1 e 337,7 milioni di euro). In termini tendenziali, la maggior parte dei paesi si è mostrata in diminuzione rispetto ai primi dieci mesi del 2019, tra cui Germania (-7,5% in valore), Paesi Bassi (-4,2%) e Austria (-10,3%); in aumento, invece, il dato spagnolo (+2,7%) e quello danese (+6,5%).

Per quanto riguarda l’acquisto all’estero di suini vivi, nel periodo gennaio – ottobre esso è stato pari a 848 mila capi, numero che conferma il trend in diminuzione rispetto all’anno precedente (- 6,7%). I suinetti restano l’unica categoria di animali, tra quelle considerate, a mostrare un andamento tendenziale positivo e pari al +26,8%.

Considerando il solo mese di ottobre 2020, il saldo finale del commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di maiale e salumi è risultato pari a -16,3 milioni di euro, dato in miglioramento rispetto al mese precedente (+3,0 milioni di euro), ma soprattutto rispetto a ottobre 2019 (+41,4 milioni di euro).

Le esportazioni mensili sono risultate pari a 176,1 milioni di euro, valore in lieve aumento in termini tendenziali (+0,1%) e a cui è corrisposto un volume inviato all’estero di quasi 30 mila tonnellate (-2,2%); in crescita il relativo valore medio unitario (+2,3%). Le importazioni sono, invece, state caratterizzate da un volume di oltre 97 mila tonnellate (+3,9% su base annua) e per un valore corrispondente di 192,4 milioni di euro (-17,7%); in ribasso il relativo valore medio unitario (- 20,7%).  

 

 

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