Buone pratiche contro la cimice asiatica
Mentre nei laboratori FEM prosegue l’allevamento della vespa samurai con l’obiettivo di lanciarla a partire da metà giugno in una quarantina di siti della provincia di Trento, il Centro Trasferimento Tecnologico ricorda al mondo agricolo, con uno specifico bollettino tecnico, le buone pratiche agronomiche per contrastare la popolazione di cimice asiatica: dalle operazioni di sfalcio alla gestione della chioma fino al corretto uso delle reti anti-insetto e alle segnalazioni raccomandate attraverso la app Bugmap.
La corretta gestione del verde diventa fondamentale. In questi giorni è in corso lo sfalcio dell’erba lungo strade e autostrade della provincia e la FEM è in stretto raccordo con il Servizio Strade della PAT e l’A22 per la gestione lungo queste arterie stradali, assieme ai quali sono stati concordati i periodi più indicati per l’esecuzione delle operazioni di taglio dell’erba.
Si rivela importante, infatti, che per tutta la stagione (maggio – settembre) la gestione del cotico erboso dei frutteti e dei bordi (canali di scolo, fosse, ripe, rampe, ecc.) sia eseguito correttamente, sfalciando periodicamente l’erba per tenere contenuto il suo sviluppo per ridurre gli spostamenti della cimice verso i frutteti.
Gestione della chioma. La cimice predilige piante espanse in cui è facile ripararsi e nascondersi. Le operazioni a verde sulla chioma, con eliminazione di succhioni e affastellamenti della vegetazione e diradamento dei frutti disposti a “grappolo”, rendono più difficile l’insediamento dell’insetto.
Reti. Le reti antigrandine e antinsetto ostacolano l’entrata, in particolare degli adulti, all’interno del frutteto. Le reti antigrandine con maglia di 4 x 7 mm sono efficaci nei confronti degli adulti alati. Per evitare invece che le forme giovanili (attere) possano raggiungere il frutteto è fondamentale avere una chiusura totale dell’impianto o della fila con reti a maglia più fitta, pari o inferiori a 2,6 x 4 mm. La chiusura della rete deve essere effettuata per tempo, anticipando la migrazione nel frutteto dell’insetto, verificando che le cimici non siano già presenti (controllare possibili ricoveri come ad es. i “cappucci copripalo”).
Monitoraggio. Le attività di monitoraggio sono indispensabili per attuare una corretta difesa. Innanzi tutto va verificata la via preferenziale di “entrata” delle cimici, quali: siepi, bosco, piante, giardini o parchi pubblici. I controlli devono essere fatti nella zona di entrata e sono riconducibili a due operazioni principali: frappage (scuotere 50 branchette con un bastone e raccogliere gli insetti che cadono su un telo o in un ombrello capovolto) e controlli visuali che vanno eseguiti nelle prime ore del mattino quando gli insetti si posizionano in posti assolati e sono meno mobili.
Riconoscimento. Le segnalazioni possono essere fatte mediante “BugMap”, App gratuita per smartphone disponibile per dispositivi Android e iOS. Per il riconoscimento delle cimici e delle loro ovature da parte degli entomologi della Fondazione Mach è necessario allegare una fotografia alla segnalazione.