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Arrivato in Lituania il primo treno carico di grano ucraino. Con saccheggi +36% prezzi grano in 3 mesi

Il primo treno merci con un carico di grano dall’Ucraina è arrivato in Lituania, al porto di Klaipeda, passando attraverso la Polonia. Lo hanno riferito le ferrovie di Stato di Vilnius. Per le sue esportazioni, Kiev è alla ricerca di rotte alternative ai porti ucraini, sempre bloccati dal conflitto con la Russia. 

“Ci aspettiamo di ricevere un treno al giorno dall’Ucraina, ciascuno con un carico fino a 1.500 tonnellate di grano e altri prodotti agricoli”, ha detto il portavoce della compagnia ferroviaria Ltg Mantas Dubauskas, citato dell’agenzia di stampa Reuters. Nei primi 10 giorni di maggio, l’export di grano ucraino è più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2021, passando da 667.000 a 300.000 tonnellate.

La Cnn ha pubblicato un video che mostra nuove immagini satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, in cui sembra che due navi russe carichino quello che si ritiene possa essere grano ucraino rubato. Le foto della Maxar Technologies, datate 19 e 21 maggio, mostrano le imbarcazioni – la Matros Pozynich e la Matros Koshka – attraccate accanto a silos di grano, con il cereale che si riversa da un nastro in una stiva aperta 

Intanto sono saliti del 36% negli ultimi tre mesi i prezzi del grano anche per effetto delle speculazioni e dei saccheggi nei territori occupati in Ucraina che riducono le scorte e aggravano l’allarme fame, con un effetto domino sui Paesi in crisi alimentare. E’ quanto emerge dal bilancio tracciato dalla Coldiretti sull’impatto dell’aumento dei prezzi dall’inizio del conflitto al Chicago Board of Trade, in riferimento alle accuse di furti di grano ucraino da parte della Russia.

Un duro colpo per l’economia dell’Ucraina dove il raccolto di grano è stimato quest’anno pari a 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti mentre in controtendenza– sottolinea la Coldiretti – sale la disponibilità in Russia dove la produzione aumenta del 2,6% per raggiungere 84,7 milioni di tonnellate delle quali circa la metà destinate all’esportazioni (39 milioni di tonnellate).

Il controllo delle scorte alimentari, continua la Coldiretti, rischia di sconvolgere gli equilibri geopolitici mondiali con Paesi come Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran che acquistano più del 60% del proprio grano da Russia e Ucraina ma anche Libano, Tunisia Yemen, e Libia e Pakistan sono fortemente dipendenti dalle forniture dei due Paesi.

Una situazione che riguarda direttamente anche l’Unione Europea nel suo insieme dove, precisa la Coldiretti, il livello di autosufficienza delle produzione comunitaria varia dall’ 82% per il grano duro destinato alla pasta al 93% per i mais destinato all’alimentazione animale fino al 142% per quello tenero destinato alla panificazione secondo l’analisi della Coldiretti sull’ ultimo outlook della Commissione Europea che evidenzia l’importanza di investire sull’agricoltura per ridurre la dipendenza dall’estero e non sottostare ai ricatti alimentari.

L’ emergenza mondiale colpisce l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti.

“L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.

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