Mercati

Indici Crefis di redditività suini

Nel mese di febbraio la redditività degli allevatori italiani di suini è scesa ulteriormente rispetto al mese precedente (-5,6%), mantenendosi comunque ben al di sopra rispetto ai livelli fatti registrare lo scorso anno (+27,9%).
Al contrario, nell’ultimo mese, la reddittività dei macellatori italiani è cresciuta del +2,2% rispetto a gennaio. L’attuale livello resta, comunque, inferiore del -11,9% rispetto all’anno precedente.
In febbraio, il calo di prezzo subìto dai suini da macello pesanti e il contemporaneo aumento delle quotazioni del mais, ha portato ad una ulteriore diminuzione della redditività degli allevatori di suini italiani, con una variazione del -5,6% rispetto al mese precedente. Nonostante la contrazione, l’attuale valore risulta comunque superiore del +27,9% rispetto a quello di febbraio 2019.
Nell’ultimo mese, anche la redditività degli allevatori USA ha registrato un nuovo decremento rispetto al mese pre- cedente (-11,7%), mantenendosi comunque al di sopra del dato dello scorso anno del +0,6%. Tale andamento, come avvenuto sul mercato nazionale, è da ricerca- re soprattutto nella flessione di prezzo subìto dai suini da macello statunitensi.
Al calo di redditività degli allevatori italiani è corrisposto un aumento della redditività dei macellatori italiani, cresciuta del +2,2% rispetto a gennaio grazie, sostanzialmente, alla diminuzione di prezzo dei suini da macello, che ha con- sentito di bilanciare il calo delle quotazioni dei lombi e la stabilità dei prezzi delle cosce fresche. L’attuale livello risulta comunque inferiore del -11,9% rispetto a quello dello scorso anno.
In seguito alla ridefinizione, da parte della borsa merci di Parma, dei pesi dei prosciutti stagionati di Parma, dal mese di febbraio l’Indice Crefis della stagionatura dei prosciutti tipici è stato calcolato utilizzando le quotazioni dei nuovi prodotti introdotti.
Nell’ultimo mese la redditività dei prosciutti di Parma Dop è continuata a crescere rispetto al mese precedente, risultando quindi la più alta da quando l’indice è stato ricalcolato (febbraio 2019), per entrambe le tipologie di peso. Tale andamento è derivato dal calo di prezzo della coscia fresca avvenuto 12 mesi fa e dalla sostanziale stabilità delle quotazioni del prosciutto stagionato nell’ultimo mese. Le variazioni congiunturali sono state del +1,9% per la coscia leggera e del +1,8% per quella pesante.
Stabile, invece, la redditività del prosciutto leggero non tipico, mentre il pro- dotto pesante ha registrato un calo del – 0,5% rispetto al mese precedente.
Le variazioni tendenziali sono risultate positive sia per le produzioni Dop (+40,9% e +39,2%, rispettivamente per leggero e pesante), mentre per i prosciutti Non Dop il differenziale è stato del +3,0% per i leggeri e del +19,6% per quelli pesanti.
In febbraio, il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipiche è continuato ad essere a favore delle produzioni tipiche per quanto riguarda i prosciutti pesanti (+13,4%), ed è tornato positivo (quindi a favore delle DOP) an- che per i prosciutti leggeri: +0,2%.  
Nel periodo gennaio – novembre 2019 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale negativo pari a -550,3 milioni di euro, dato in peggioramento di quasi 171 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale risultato è stato determinato dall’incremento dei valori importati, rispetto al 2018, il quale è risultato decisamente superiore a quello osservato per l’export nazionale del comparto.

 

 

 

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