Economia

Maxi mobilitazione per difendereParmigiano Reggiano e Grana Padano

“Siamo pronti a una maxi mobilitazione sul territorio in difesa di Parmigiano Reggiano e Grana Padano minacciati dai dazi di Trump”. Lo annuncia Antenore Cervi, presidente Cia di Reggio Emilia, dopo il preoccupante allarme lanciato dai Consorzi sulle gravi ripercussioni che avrebbero le esportazioni in Usa. Dunque nonostante un primo segnale di attenzione da parte del Governo la Cia è pronta a scendere in piazza.

Confagricoltura è pronta ad assumere tutte le possibili iniziative per scongiurare i dazi Usa “I contraccolpi sarebbero pesantissimi per l’intera filiera, – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -ma è a rischio una larga parte delle produzioni agroalimentari italiane destinate ai consumatori statunitensi. Con la chiusura del mercato Usa potrebbe infatti verificarsi una drastica caduta dei valori dei nostri prodotti”. 

ParmigianoReggiano e Grana Padano sono vittime designate di una guerra commercialeche il presidente americano vuole scatenare come ritorsione per i sussidi che l’Europa ha garantito al consorzio Airbus, principale concorrente dell’americana Boeing.
Ciò significa che il dazio passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al kg: si può stimare che il costo del Parmigiano Reggiano passerebbe da 40 dollari a 60 dollari al kg. Ad un aumento di prezzo corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi pari all’80-90%. 

Il problema non è nuovo, ha indicato Giansanti che nei mesi scorsi ha indirizzato una lettera al presidente della Commissione europea Juncker e alla commissaria Malmstrom, per sollecitare l’avvio di un negoziato con l’amministrazione Usa per evitare una guerra commerciale. “A questo punto – dice – chiediamo un’iniziativa urgente del nostro governo a tutela del sistema agroalimentare italiano”.

Neglistati Uniti vengono esportare oltre 400mila forme, pari a quasi il 5% della produzione annua dei due prodotti assieme. Per quanto riguarda solo il Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono (dopo la Francia) il secondo mercato export con 10.439 tonnellate di prodotto spedito oltreoceano nel 2018 (+15% rispetto al 2017).

Idazi avrebbero pesanti ripercussioni anche sul mercato interno italiano. Nei magazzini sono in stagionatura circa 700mila forme destinate agli Usa. I dazi bloccherebbero di fatto l’export, con la conseguenza che il formaggio dovrà essere collocato su altri mercati. Fin troppo facile prevedere un crollo dei prezzi non solo del formaggio ma anche del latte.

Le esportazioni italiane sul mercato statunitense ammontano a oltre 4 miliardi di euro l’anno. Oltre ai formaggi, sono a rischio i vini, l’olio d’oliva, gli agrumi, la pasta, i salumi.
Una mossa, questa – denuncia la Coldiretti – sostenuta soprattutto dalla lobby dell’industria casearia Usa (CCFN) che ha addirittura scritto al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni dal Wisconsin alla California fino allo Stato di New York. Un rischio grave per l’industria casearia nazionale, a partire da Parmigiano e Grana, che nei primi sei mesi del 2019 – conclude la Coldiretti – ha messo a segno un aumento del 7% nelle esportazioni a livello globale.

“Lanciamo quindi un messaggio alla politica italiana, e precisamente chiediamo di adoperarsi affinché non arrivi sul nostro comparto una mazzata ingiusta che andrebbe a colpire uno dei pochi motori positivi dell’economia italiana. Siamo pronti a fare gioco di squadra con tutti i settori del Food di qualità italiana per vincere questa battaglia” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

 

 

 

 

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