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Un mercato da 26 miliardi di dollari  per la canapa industriale

Dai 4,6 miliardi di dollari del 2019 ai 26,6 miliardi di dollari del 2025: è la stima della crescita inarrestabile del mercato globale della canapa industriale, con un aumento annuo del 34%.

Le cifre arrivano dal nuovo studio realizzato da Research and Markets, che ha messo in fila i dati analizzando i mercati globali dividendoli per paese e analizzando l’andamento dei vari prodotti in base alle richieste.

E’ un’analisi che parte dai vari settori, per stimare il mercato e le potenzialità di crescita, analizzando applicazioni, prodotti, e paesi produttori. Uno studio fatto anche tramite la comparazione dei vari attori internazionali, tra i quali è citata l’italiana South Hemp Tecno di Rachele Invernizzi, che ruotano attorno a questa pianta, le strategie e i settori chiave.

Secondo i ricercatori “Il mercato della canapa industriale è guidato da fattori quali l’aumento della legalizzazione nella coltivazione della canapa industriale, le proprietà funzionali dei semi di canapa e dell’olio di semi di canapa e il loro maggiore uso in diverse applicazioni alimentari e un numero crescente di malattie croniche”. Mentre dall’altro lato “Il segmento delle fibre di canapa domina il mercato della canapa industriale per tutto il periodo previsto”.

La canapa è il nuovo “oro verde” dell’agricoltura. La sua coltivazione in Italia ha visto un vero boom dell’ultimo triennio. La superficie dedicata è, infatti, passata da 950 a oltre 3.000 ettari (+200%) coinvolgendo centinaia aziende agricole e molti giovani imprenditori. L’Italia fino al 1940 era il secondo paese al mondo per ettari coltivati (110.000 ettari), dopo l’Unione Sovietica, poi –di fatto- la canapa è scomparsa dalle nostre campagne con l’avvento del nylon e delle fibre sintetiche, derivate dal petrolio.

Oggi, in Italia, per gli agricoltori c’è, invece, il paradosso di poter coltivare canapa con limite di THC da 0,2% a 0,6% senza poterne commercializzarne il fiore, per l’assenza di una norma legislativa che ne fissi i limiti di THC. A seguito della legge 242 del 2016, gli agricoltori hanno ricominciato a coltivare questa coltura che contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli e, allo stesso tempo, è una produzione versatile grazie ai suoi mille impieghi.

Fibra di canapa che “è utilizzata principalmente nell’industria tessile, della carta e della cellulosa, grazie alle sue fibre lunghe e resistenti rispetto al cotone. Inoltre, essendo un materiale rinnovabile, la sua applicazione è aumentata in molti settori diversi come l’edilizia, le lettiere per gli animali, l’agricoltura, i mobili e il settore delle automobili”. Non solo, perché la previsione è che “il suo utilizzo per ottenere biocarburanti e bioplastiche farà crescere la domanda nei prossimi anni”.

Il report comprende importanti attori come Hempco (Canada), Ecofibre (Australia), Hemp Inc. (Stati Uniti), GenCanna (Stati Uniti), HempFlax BV (Paesi Bassi), Konoplex Group (Russia), Hemp Oil Canada (Canada), BAFA (Germania), Hemp Poland (Polonia), Dun Agro (Paesi Bassi), Colorado Hemp Works (Stati Uniti), Canah International (Romania), South Hemp Tecno (Italia), Plains Industrial Canapa Processing (Canada) e MH Medical Hemp ( Germania). Lo studio include un’analisi approfondita della concorrenza di questi attori nel mercato della canapa industriale, con i loro profili aziendali, i recenti sviluppi e le strategie.

A livello mondiale il mercato più grande per le quote analizzate dai dati del 2018 è quello dell’Asia-Pacifico. “Tale predominanza è attribuita all’ampia produzione e al consumo di fibre di canapa nell’industria tessile e cartaria. Inoltre, a causa del boom del mercato dei cosmetici e dei prodotti per la cura della persona nella regione Asia-Pacifico e la legalizzazione della canapa industriale negli integratori alimentari è stimata a guidare la crescita del mercato”.

 

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