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Tre casi di peste suina su cinghiali in Piemonte Liguria

In Piemonte Liguria sono stati riscontrati tre casi di peste suina su cinghiali. Li ha individuati l’Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria e Valle d’Aosta  a Ovada (Alessandria), a Fraconalto (Alessandria) e Isola del Cantone (Genova) rispettivamente a una ventina e a una quarantina di chilometri di distanza.
Documentazione immediatamente trasmessa al Ministero della Salute, che la inoltrerà all’Oie, Organizzazione Mondiale della Sanità animale, e alla Commissione Europea. 
La conferma della diagnosi, attesa per l’inizio della prossima settimana, spetta al Centro di Referenza Nazionale per le pesti suine (CEREP) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche. 
 L’Istituto Zooprofilattico di Torino ribadisce che la peste suina non è trasmissibile all’uomo, ma si tratta di una delle più gravi malattie che può colpire la zootecnia ed è altamente trasmissibile tra i suini. Senza le dovute precauzioni, quindi, gli allevamenti suini sono considerati a grave rischio. I motivi di preoccupazione sono tanti e legittimi perché si tratta di un virus estremamente contagioso e letale nel 90% dei casi. 
L’Izsum, il Centro di referenza nazionale pesti suine, che ha sede a Perugia spiega che il caso positivo è stato accertato su un cinghiale morto. Nel territorio potenzialmente infetto sono stati inseriti “circa 60 comuni” tra le province di Genova, Savona e Alessandria. “Si raccomanda – scrive ancora l’Izsum – che in tutto il territorio nazionale sia rinforzata l’attività di sorveglianza passiva negli allevamenti suini e soprattutto si compia ogni sforzo per rintracciare e testare le carcasse di cinghiali come previsto dal piano nazionale di sorveglianza”.
La peste suina africana, aggiunge l’associazione Wildumbria “non colpisce l’uomo né la maggior parte degli animali domestici. Tuttavia è mortale (fino al 90%) per i suini, sia selvatici che domestici, quindi cinghiali e soprattutto maiali. Per limitare l’espandersi della malattia è necessario essere rapidi nell’individuarla con quella che si chiama sorveglianza passiva, rappresentata dall’analisi di tutti i cinghiali rinvenuti morti sul territorio nazionale. Il virus si può muovere velocemente con gli animali selvatici”. In attesa dell’ordinanza ministeriale che nei primi giorni della prossima settimana stabilirà in dettaglio l’elenco dei Comuni compresi nella zona infetta da Peste suina africana e le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione della malattia, dopo i casi accertati, la Regione Piemonte, tramite l’Asl di Alessandria, ha chiesto ai sindaci dei Comuni interessati di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie. Inoltre, ha ribadito la necessità di rafforzare al massimo la sorveglianza nei confronti dei cinghiali e dei suini da allevamento e di innalzare al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.

Nella definizione dei confini della zona infetta verranno tenute in considerazione la continuità di areale di distribuzione del cinghiale e la presenza di barriere naturali o artificiali che possano ridurre il contatto tra popolazione di cinghiale infetta e indenne.
In relazione al rinvenimento di cinghiali colpiti dal morbo della peste suina africana, Confagricoltura ribadisce l’assoluta necessità di “interventi tempestivi e coordinati, per arginare un’emergenza che non riguarda più soltanto le imprese agricole, danneggiate dei selvatici, ma che interessa tutta la popolazione. Ormai è un problema di ordine sanitario – dichiara il presidente Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – che, se non controllato, procurerà danni irreparabili per il nostro tessuto sociale, economico e produttivo”.
All’inizio del mese di dicembre dell’anno scorso Confagricoltura aveva denunciato forti preoccupazioni anche nella nostra regione per le notizie provenienti dalla Germania, che segnalavano un nuovo caso di peste suina africana nel distretto di Ludwigslust-Parchim, in una carcassa di cinghiale ritrovata un’ex area di addestramento militare, nei pressi di Redlin, al confine con lo stato del Brandeburgo.
Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, era intervenuto ancora una volta sulla questione dell’eccessiva proliferazione della fauna selvatica, chiedendo a tutti gli enti interessati il massimo sforzo per contenere il fenomeno.

 

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