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Sweetgreen la Starbucks delle insalate

Sweetgreen, ribattezzata dopo una dozzina di anni di vita “la Starbucks delle insalate”  è una realtà americana nata nel 2007 e che ora vale un milione di dollari. Oggi i sono oltre 90  i punti vendita sparsi in tutti gli Stati Uniti, che a breve si potrebbe arrivare a 100, con l’ambizione di espandersi anche a livello internazionale per diventare un marchio globale del cibo veloce, buono e sano. I numeri di Sweetgreen sono davvero importanti a 12 anni dal lancio della startup: 365 milioni di dollari raccolti da investitori esterni, con l’ultimo round guidato dalla multinazionale di servizi finanziari Fidelity Investments che ha portato altri 200 milioni e una valutazione della società di 1 miliardo di dollari. Nicolas Jammet, Jonathan Neman e Nathaniel Ru, figli di immigrati negli Stati Uniti, sono i  fondatori di Sweetgreen, che, nell’agosto del 2007, appena finiti gli studi alla scuola di specializzazione in business della Georgetown hanno dato vita alla prima startup di insalate.  Grazie a 300mila dollari raccolti da circa 50 investitori soprattutto amici e familiari, hanno inaugurato il primo punto vendita, una minuscola casetta dal tetto verde a poca distanza dalla Georgetown University,  dove tutto è cominciato. Le idee erano già chiare: cibo fresco e sano, quindi gli ingredienti delle loro insalate dovevano arrivare dagli agricoltori della zona. La risposta delle persone è stata  immediata. I tre amici si accorgono che la gente torna a mangiare le loro insalate dopo averle provate, la voce si sparge e il numero di clienti aumenta. Nel 2013 arriva il negozio numero 20 a New York e i guadagni sono già di 35 milioni di dollari “Ogni volta che apriamo un nuovo punto vendita, una delle prime cose che facciamo è andare dagli agricoltori del posto per capire i prodotti che coltivano e come potremmo usarli per le nostre insalate”, spiegano i tre in diverse interviste nelle quali ricordano di ritenere che le scelte che fanno in merito a ciò che si mangia, da dove proviene e come viene preparato abbiano un impatto diretto e potente sulla salute degli individui, delle comunità e dell’ambiente. “Sappiamo  – dicono – che il greengreen è un legame fondamentale tra coltivatori e consumatori e sentiamo la responsabilità di proteggere il futuro del cibo reale. A tal fine, ci impegniamo a sostenere i coltivatori di piccole e medie dimensioni che coltivano in modo sostenibile, a creare trasparenza su ciò che è nel  cibo e da dove proviene e a creare una maggiore accessibilità a cibi sani e reali per più persone. Perché qui a Sweetgreen, l’impatto non è un braccio della nostra attività, è la nostra attività e permea tutto ciò che facciamo, a chi assumiamo e come sosteniamo le comunità locali. Vogliamo avere un impatto e lasciare le persone migliori di come le abbiamo trovate, e adattiamo il nostro approccio in ogni mercato per riflettere le esigenze della comunità”.
Chef stellati  come David Chang e Dan Barber hanno collaborato con Sweetgreen per la creazione e l’aggiornamento di nuovi menu che permettano alla società di continuare a crescere, senza perdere la propria identità e riconoscibilità costruita nel tempo. Gli investimenti proseguono anche sul fronte tecnologico, con metà degli ordini che viene già fatto tramite app, in linea con la tendenza sempre più diffusa di ordinare online quello che si vuole mangiare.
“Pensiamo che man mano che diventiamo più grandi, anche le opportunità aumentano. E siamo solo all’inizio”, spiega Nathaniel Ru.

 

 

 

 

 

 

 

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