Politiche agricole

Stop ripristino natura salva 580 miliardi cibo italiano. Riconoscere ruolo agricoltura  

 

La bocciatura della proposta di legge sul ripristino della natura da parte della Commissione Ambiente, riunita oggi a Bruxelles, è un segnale importante da parte del Parlamento europeo e rafforza il riconoscimento del ruolo imprescindibile dell’agricoltura. A ribadirlo il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, rinnovando l’impegno del settore per la sostenibilità, ma a patto che ci sia, a supporto, un’adeguata dotazione di pragmatiche normative.

La scelta della Commissione Ambiente dell’europarlamento di respingere la proposta di legge Ue per il ripristino della natura come richiesto da Coldiretti salva una filiera agroalimentare Made in Italy che vale oggi 580 miliardi e scongiura il rischio di un significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dopo che in Commissione Ambiente al Parlamento europeo non è stata raggiunta la maggioranza sulla pdl proposta della Commissione Ue, per la quale verrà dunque presentata in planaria la proposta di rigetto.

La natura va ripristinata insieme agli agricoltori è quanto Cia continua a sostenere nella sua campagna di sensibilizzazione nei confronti dei parlamentari Ue ed è ciò che continuerà a fare in vista della plenaria di metà luglio, affinché si confermi la direzione intrapresa dalle Commissioni parlamentari e la volontà dell’Italia che, in Consiglio Ue, ha espresso parere contrario. Non sono ancora sufficienti, infatti, le flessibilità previste dalla proposta e, soprattutto, mancano disposizioni concrete sul finanziamento delle misure.

“Lo stop in Commissione Ambiente, dopo quello della Comagri Ue -commenta Fini- dà sempre più voce alle nostre perplessità rispetto a una proposta che di fatto è irrealistica, pone troppi ostacoli economici e burocratici ai singoli Paesi, senza alcun reale beneficio per la natura e la sua biodiversità. La salvaguardia ambientale -conclude Fini- è prerogativa del mondo agricolo e l’Europa deve tenerne conto definendo, proprio con il comparto, le misure e le risorse finanziarie più idonee per un’applicazione davvero sostenibile del Regolamento.

 Un risultato che è il frutto anche del pressing della Coldiretti e del lavoro del Governo italiano che ha guidato il fronte del no e che aveva portato alla bocciatura della proposta anche in Commissione Agricoltura e in Commissione Pesca.

La tutela dell’ambiente e perdita di biodiversità – spiega Prandini – si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità, della vendita diretta ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni.

Ripristinare gli ecosistemi in cattive condizioni è un obiettivo che può certamente accomunare tutti i portatori di interesse coinvolti e per il quale è necessaria un’azione coordinata, ma la Commissione europea dovrebbe fare autocritica ed ascoltare i diversi dubbi posti da molti eurodeputati e diversi Paesi europei su una proposta e su un approccio generale ai temi della sostenibilità che – conclude Coldiretti – penalizzerebbe il settore agricolo, comportando una importante riduzione del potenziale produttivo.

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