Politiche agricole

Riunione informale dei ministri dell’agricoltura dell’Ue

Durante la riunione informale di videoconferenza,  la prima presieduta dalla nuova Presidenza portoghese, I ministri dell’agricoltura dell’Ue hanno toccato una serie di questioni quali gli orientamenti sull’impatto e prospettive degli ultimi sviluppi commerciali nel settore agricolo dell’Ue e lo stato di avanzamento dei negoziati interistituzionali del pacchetto di riforma della PAC post-2020.

La Presidenza portoghese ha dato il via alla riunione presentando le sue priorità: uno degli obiettivi principali è la conclusione dei negoziati sulla riforma della PAC in primavera. La presidenza ha inoltre delineato altre priorità nel settore agricolo (strategia di sviluppo rurale, decisione del Consiglio sull’uso sostenibile dei pesticidi e accordo sulle priorità dell’Ue per il vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, regolamento completo sul nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura e concordare un approccio generale alla revisione del sistema di controllo.

Durante la sessione pomeridiana, i ministri hanno tenuto uno scambio di opinioni sulla base di una presentazione della Commissione sui recenti sviluppi del commercio internazionale e sul loro impatto sul settore agroalimentare dell’Ue. Il commercio internazionale dei prodotti agroalimentari è stato colpito dalla crisi economico-sanitaria in misura minore rispetto agli altri settori, continuando a registrare una crescita annua delle esportazioni dell’1,1per cento nei primi nove mesi del 2020, raggiungendo i 134,7 miliardi di euro. Crescono, al contempo, dell’1per cento le importazioni, toccando quota 91,5 miliardi di euro.

Diversi ministri hanno sottolineato la necessità di condizioni di parità negli accordi commerciali dell’Ue, ad esempio Mercosur, per garantire che gli agricoltori europei siano trattati in modo equo; molti hanno sottolineato l’importanza di importare prodotti agroalimentari da paesi terzi solo quando rispettano elevati standard ambientali e di sostenibilità come fanno quelli dell’Ue. I ministri hanno inoltre accolto con favore l’accordo Ue-Regno Unito e lo status non tariffario per i prodotti agroalimentari, sottolineando la necessità di monitorarne attentamente l’attuazione per garantire certezza e stabilità nel settore, compresi temi come le indicazioni geografiche. I ministri hanno inoltre fatto riferimento alle nuove prospettive e opportunità emergenti con la nuova amministrazione USA, in particolare legate all’allentamento delle tensioni commerciali.

Inoltre, la Commissione europea ha fornito una breve anteprima dell’aggiornamento dello studio del 2016 condotto dal Centro comune di ricerca (JRC), che riflette gli ultimi accordi negoziati dell’Ue, come quelli con Mercosur, Canada, Giappone, Vietnam e Messico. I primi risultati hanno confermato che il settore agricolo dell’Ue può beneficiare dell’agenda commerciale dell’Ue (attraverso la proiezione di diversi scenari). I ministri hanno accolto con favore le conclusioni iniziali, ma hanno espresso la necessità di ricevere e analizzare lo studio in modo più dettagliato al fine di discuterlo durante una prossima riunione ministeriale.

La presidenza ha inoltre informato i ministri sull’attuale stato di avanzamento dei negoziati sul pacchetto di riforma della PAC post-2020, spiegando che sono state programmate diverse riunioni politiche e tecniche al fine di raggiungere un accordo questa primavera. I punti focali erano il nuovo modello di fornitura, l’architettura verde e gli standard ambientali, il commercio con i paesi terzi, misure di mercato eccezionali e altro ancora. I ministri hanno generalmente incoraggiato la Presidenza ad attenersi all’approccio generale del Consiglio (concordato nell’ottobre 2020) durante i negoziati interistituzionali, anche nel contesto della tanto discussa architettura verde della riforma, sebbene alcuni abbiano espresso sostegno ad alcuni emendamenti del Parlamento europeo. I ministri hanno ribadito la necessità di semplificare le regole, bilanciare gli effetti ambientali e socioeconomici e raggiungere un accordo il prima possibile sulla base di un sistema orientato alle prestazioni.

Il raggiungimento di un accordo nei negoziati sulla riforma della PAC in primavera è una priorità assoluta per la nostra Presidenza. Intendiamo basarci sul duro lavoro delle presidenze precedenti e capitalizzare i loro successi per raggiungere questo obiettivo. L’approccio generale del Consiglio rimane la nostra guida nei negoziati; è un testo equilibrato che ci aiuterà a raggiungere un accordo equilibrato. L’agricoltura è una delle chiavi per sbloccare e accelerare gli effetti dei piani di ripresa e trasformazione digitale dell’Europa.

“L’Italia ne condivide pienamente gli obiettivi – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole italiano, Giuseppe L’Abbate – siamo però fortemente preoccupati per la complicazione ed i pesanti oneri burocratici. È necessaria, pertanto, la più ampia flessibilità nella scelta degli interventi da attuare nell’ambito del Piano Strategico nazionale, ancor più per una agricoltura regionalizzata come quella italiana. Siamo convinti, poi che debbano essere rafforzati gli strumenti sulla gestione del rischio, soprattutto per i Paesi mediterranei che, più di altri, sono sottoposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici. È stata accolta la nostra proposta di vincolare una piccola quota dei pagamenti diretti alla creazione di un fondo di mutualizzazione ma è necessario che raggiunga il 3%. Sulla strategia Farm to Fork, infine restiamo cauti sul meccanismo delle raccomandazioni della Commissione auspicandoci che non vi siano regole troppo rigide nell’adattare il Piano alle esigenze nazionali”.

Altri punti discussi (sotto AOB) sono stati: i) le informazioni fornite dalla delegazione croata in merito all’impatto del recente terremoto in Croazia sul settore agricolo e in alcune aree rurali accompagnate da richieste alla Commissione di mostrare flessibilità e attivare qualsiasi misura disponibile per aiutare la ripresa e l’invito della delegazione slovena (con il sostegno di 13 Stati membri) a introdurre misure a livello Ue per aiutare il settore della carne suina a riprendersi dal forte calo dei prezzi dovuto alla pandemia COVID-19. In Europa, si è verificato un calo dei prezzi pari al 30%, con tendenze a ulteriori ribassi, per le carcasse mentre le quotazioni dei suinetti, nonostante un recupero nelle ultime settimane, registra un crollo del 40%. A ciò si aggiungono i timori dei Paesi importatori per la peste suina africana diffusasi in alcuni territori europei, ad iniziare dalla Cina, destinazione che aveva registrato un imponente flusso commerciale.
“Non possiamo ignorare la difficile situazione che il mercato dei suini sta attraversando, a cui siamo giunti dopo un periodo caratterizzato da prezzi altalenanti che hanno comportato spinte al rialzo, sia delle produzioni sia delle relative quotazioni – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Condividiamo le perplessità sulla possibilità di attivare misure di ammasso privato, che potrebbero anche aggravare la situazione al momento della reimmissione del prodotto sul mercato. Siamo invece più propensi a prendere in considerazione misure volte all’incentivazione della macellazione dei riproduttori  così da ridurre temporaneamente la pressione produttiva”.

 

 

 

Condividi