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Portogallo adotta il nutriscore

Anche il Portogallo ha adottato il Nutriscore, l’etichettatura “a semaforo”. Il Portogallo è diventato l’ottavo Paese europeo ad adottare l’etichetta, introdotta per la prima volta in Francia nel 2017, che classifica gli alimenti in base al loro valore nutrizionale: va da A-verde, indicando il grado più sano, a E-rosso, indicando l’alimento squilibrato nutrizionalmente, parametrato su una porzione standard.

L’algoritmo che calcola i valori nutrizionali ha subito una revisione alla fine del 2023 per includere parametri più rigorosi sui prodotti lattiero-caseari e sui cereali per la colazione, mentre l’olio d’oliva e altri grassi di origine vegetale sono classificati più in alto rispetto alla versione precedente.

L’ordinanza del governo lusitano incarica la Direzione Generale della Salute nazionale di definire, entro 120 giorni, il processo di adozione del sistema, compresi l’iter procedurale per gli operatori economici e una campagna di comunicazione dedicata.

La norma era stata approvata il 22 marzo dalla precedente amministrazione portoghese, guidata dal Primo Ministro socialista António Costa, e pubblicato il 4 aprile.

Stupore e perplessità hanno accolto in Italia la decisione portoghese, che viene dopo quella spagnola. Due paesi alfieri della dieta mediterranea.

“Siamo francamente sorpresi dall’ordinanza con cui il governo portoghese ha annunciato l’applicazione del Nutriscore”. Lo dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura a distanza di pochi giorni dal provvedimento con cui Lisbona esprime la volontà di introdurre il sistema di etichettatura “a semaforo” dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari in commercio.

L’ordinanza del governo lusitano incarica la Direzione Generale della Salute nazionale di definire, entro 120 giorni, il processo di adozione del sistema, compresi l’iter procedurale per gli operatori economici e una campagna di comunicazione dedicata.

“Non si tratta del primo caso di Paese del Bacino Mediterraneo che si esprime a favore del Nutriscore – aggiunge Giansanti –. Ricordiamo la Spagna, con le evidenti conseguenze negative per importanti produzioni agricole, in primis quella dell’olio d’oliva”.

“Auspichiamo che il governo portoghese torni sui propri passi. E restiamo fiduciosi che le Istituzioni Ue – conclude il presidente di Confagricoltura – prendano finalmente posizione scegliendo un sistema di comunicazione dei valori nutrizionali che non tenga conto solo dei componenti ma che faccia riferimento anche al consumo equilibrato e responsabile, fattore alla base della Dieta Mediterranea

 “Noi non consideriamo il Nutriscore solo un problema per gli italiani e le aziende italiane, ma per il benessere della popolazione mondiale, perché è un indirizzo completamente sbagliato” ha commentato a sua volta il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. 

La volontà da parte del Portogallo di inserire il nutriscore nel sistema di etichettatura nazionale mi sorprende molto». Così Lucia Vuolo, eurodeputata Forza Italia / PPE, nell’apprendere la volontà portoghese di usare il sistema di etichettatura che seppure nato con la volontà di semplificare gli aspetti nutrizionali degli alimenti, allo stesso modo trarre facilmente in inganno il consumatore perché è altamente fuorviante.

“Il nutriscore non è stato adottato come sistema di etichettatura europeo perché svantaggia prodotti tradizionali e ritenuti dai nutrizionisti salubri e che sono la base della nostra dieta mediterranea. Basti pensare all’olio di oliva, prodotto in Italia, soprattutto del Sud, ingrediente principali della nostra cucina, viene etichettato come dannoso per la salute – spiega l’Onorevole Vuolo che aggiunge – questo sistema si basa sulla presenza degli alimenti da assumere, e non sulla quantità, per avere un apporto calorico corretto. Infatti i cibi processati, che per esempio tolgono zucchero naturale per sostituirlo con un dolcificante, hanno una classificazione migliore rispetto a cibi naturali. Per dirla in breve, il nutriscore avvantaggia prodotti processati ed è una chiara operazione commerciale voluta dalla grande distribuzione. L’Europa sta affrontando molte sfide in campo alimentare e le proteste dei trattori e i blocchi al Brennero lo dimostrano. Come Forza Italia/PPE auspico che nella prossima legislatura si adotti a livello europeo un unico sistema di etichettatura nutrizionale che non denigri i prodotti del Made in Italy ma che fornisca ai consumatori informazioni utili e veritiere. La competitività del settore agroalimentare passa attraverso la serietà con cui emaniamo nuove norme” conclude Lucia Vuolo, europarlamentare Forza Italia/PPE.

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