Mercati

Perso 60% produzione di fiori e danni da 1 miliardo di euro

Il 60% della produzione nazionale di fiori e piante è ormai destinato alla distruzione a causa dell’emergenza coronavirus e occorrono misure di sostegno urgenti per tutelare i produttori che hanno già subito danni per 1 miliardo di euro.
Le 24mila imprese florovivaistiche italiane stanno rischiando il totale collasso produttivo e il fallimento economico, il nostro prodotto non è considerato indispensabile, anche se in questo momento avremmo tutti bisogno della bellezza dei colori dei nostri fiori. Per sostenere il comparto, oltre ad una specifica campagna nazionale per rilanciare i consumi, Cia e Florovivaisti Italiani chiedono anche una moratoria su mutui, finanziamenti e pagamenti, la cassa integrazione per lavoratori in deroga alle regole attuali, il rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte, il sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative.

La chiusura dei negozi e dei mercati, la sospensione di tutte le cerimonie civili e religiose, e un atteggiamento ostile degli importatori esteri, infatti, stanno mettendo in ginocchio un settore composto da 24mila aziende con fatturato annuo di 2,5 miliardi, pari al 5% dell’intera produzione agricola nazionale.

Cia-Agricoltori Italiani e l’associazione Florovivaisti Italiani chiedono l’istituzione di un fondo specifico per rispondere alla crisi del mercato e al mancato reddito.

Il Presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, per chiedere un impegno immediato del Governo a favore delle aziende florovivaistiche del Paese.

Il settore è in ginocchio a causa della chiusura di negozi e mercati, della sospensione delle cerimonie civili e religiose e dell’ostracismo degli importatori esteri: il 60% della produzione di fiori, che nella primavera trova il suo periodo più importante, è ormai destinato al macero mentre la conta dei danni ha raggiunto la spaventosa quota di 1 miliardo di euro.

Tra le richieste più importanti contenute nella missiva inviata a Conte e Bellanova, l’istituzione di un fondo specifico per rispondere alla crisi del mercato e al mancato reddito e una moratoria su mutui, finanziamenti e pagamenti, alla luce del fatto che il settore Florovivaistico, pur rappresentando come fatturato il 5% della produzione agricola nazionale, non ha beneficia di aiuti Pac o Ocm specifiche per la gestione della crisi.

Il ministro Teresa Bellanova conosce le difficoltà del settore e  vuole “assicurare tutti i florovivaisti e i floricultori italiani: la situazione che sta soffrendo il comparto è oggetto della massima attenzione e cura. Troveremo rapidamente misure compensative mirate.

Nulla andrà perduto né in termini di sostegno immeditato né in termini di prospettiva per le aziende del settore. Quando parliamo di misure per l’agricoltura, parliamo anche di florovivaismo. Che rappresenta una quota significativa e strategica del nostro segmento agricolo, ed è ben presente tra le priorità, compatibilmente con una emergenza e una crisi senza precedenti”.

I Comuni possono fare tanto per sostenere le aziende agricole in questo momento di difficoltà, soprattutto quelle impegnate nel florovivaismo messo in ginocchio dall’emergenza Coronavirus. Come? Si chiede Coldiretti Marche,affidando loro, con assegnazioni dirette e senza gara (nei limiti di quanto previsto dalla legge), lavori per la piantumazione di aree pubbliche, la sistemazione di giardini e parchi comunali, l’implementazione delle aree verdi e la manutenzione del verde urbano. Un appello destinato a tutti i sindaci per sostenere un settore che, nella nostra regione, conta 105 aziende. I vivai, secondo un’analisi di Coldiretti Marche su dati della Camera di Commercio unica regionale, vedono un 20% di imprenditoria femminile, mentre un’azienda su cinque ha un under 35 al comando.

 

 

 

 

 

 

 

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