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Nel 2018 produzione di mangimi in crescita dell’1,7%,

Un aumento di produzione di circa il 2%, per un ammontare complessivo di poco meno di 14,5 milioni di tonnellate di mangimi. Un fatturato di 8,88 miliardi di euro, nel cui computo è incluso il sistema mangimistico nel suo complesso. Un leggero incremento dell’occupazione che, ormai, sfiora le diecimila unità.

In aumento nel 2018 la produzione di mangimi dell’1,7%. Tengono gli alimenti per volatili. Crescono di oltre centomila tonnellate i mangimi per l’alimentazione dei suini. Ancor più marcato, fino al 4,6%, il progresso produttivo del settore bovino. Da segnalare inoltre la continua espansione dell’alimentazione per pesci e ovini, entrambe le categorie sopra il 5%. Sono alcuni dei dati emersi dall’Assemblea annuale di Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, che si è tenuta a Roma il 19 giugno.

Entrando nel dettaglio dei numeri, si nota come, sulla scia del 2017, sia proseguito il trend di crescita. A livello di produzione si è passati da 14.228.000 tonnellate a 14.475.000 tonnellate nel 2018, con un aumento dell’1,7%. Anche il fatturato riferito alle sole vendite del comparto mangimistico si trova in territorio positivo: + 3,1%, da 6,08 a 6,27 miliardi di euro.

Si confermano al primo posto i mangimi per l’avicoltura, polli, tacchini, galline ovaiole e altri, con un’incidenza complessiva di questo comparto di oltre il 40% sul totale dei mangimi prodotti. La produzione risulta in leggerissima flessione tecnica passando da 5.915 tonnellate a 5.870 (variazione del -0,8%).

Il 25,8% della produzione totale è invece destinata alla suinicoltura, che ha segnato un aumento del 3,5% in più (da 3.605 a 3.731 tonnellate).

Una crescita più marcata ha interessato invece il comparto bovino con il + 4,6% (da 3.250 a 3.399 tonnellate); un comparto in ripresa dopo anni di difficoltà, e che lo porta a raggiungere il 23,5% sul totale.
La restante produzione mangimistica è divisa tra alimenti per conigli (un comparto in forte crisi da diversi anni), ovini, equini e pesci da acquacoltura (che insieme fanno il 6,8% del totale), e da pet-food (che rappresenta il 3,3% sulla produzione complessiva di mangimi).

“Sono dati – sottolinea il Presidente Assalzoo, Marcello Veronesi – che testimoniano lo stato di salute dell’industria mangimistica italiana, un’industria capace di raccogliere le sfide dei mercati e di garantire in continuità un’eccellenza di prodotto per l’intero sistema zootecnico italiano. Altro dato positivo che voglio sottolineare, visto il ruolo essenziale del capitale umano in settori ad alta tradizione come il nostro, è la continua crescita dell’occupazione che testimonia ancora una volta come la mangimistica sia una presenza importante nel tessuto produttivo dell’economia nazionale”.

PerGiulio Gavino Usai, responsabile economico Assalzoo “Sono numeri confortanti che testimonianola capacità di crescita della mangimistica. Particolarmente rilevanti sono i riscontri con segno più per due settori decisivi della zootecnia italiana: quello bovino e quello suino che insieme rappresentano circa il 50% della produzione nazionale totale di alimenti industriali per animali. Un segnale importante per l’intero settore mangimistico. Molto buono anche il risultato di comparti minori, ma importanti, come quello degli alimenti per i pesci, in costante aumento da diversi anni a conferma del continuo sviluppo dell’acquacoltura, e quello per ovini”.

Assalzoo, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, rappresenta l’industria mangimistica italiana con un fatturato di 8,88 miliardi di euro, 9.665 addetti diretti, e una produzione annua che sfiora i 14,5 milioni di tonnellate.

 

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