NEWS

Meccanizzazione agricola: uno scenario globale complesso

 

La Presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio descrive, dinnanzi all’assemblea dei costruttori, le potenzialità del mercato, ma anche l’insieme delle variabili economiche e geopolitiche che possono frenare gli scambi commerciali. Appello per una politica di sostegno al settore più reattiva e flessibile.

La domanda di macchine agricole è in crescita a livello globale, ma i mercati sono frammentati e le variabili da gestire sono sempre più complesse. Questo in sintesi lo scenario descritto da Mariateresa Maschio, Presidente delle Federazione dei costruttori italiani di macchine agricole FederUnacoma, nel corso dell’Assemblea annuale, tenutasi questo pomeriggio a Palazzo Albergati, in Zola Predosa (Bologna). Il commercio mondiale di trattrici è cresciuto negli ultimi 15 anni ad una media del 4,7% annuo, e le previsioni per il quadriennio 2024-2027 indicano un incremento medio annuo del 4,9% – ha spiegato la Presidente di FederUnacoma – mentre un andamento ancora migliore si registra per le altre tipologie di macchine e attrezzature agricole, cresciute ad una media del 5% annuo negli ultimi 15 anni e previste in crescita del 5,4% medio fino al 2027. Perché la previsione si realizzi, tuttavia, occorre sperare che l’andamento meteorologico – sempre più imprevedibile negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici in atto – torni più favorevole, garantendo volumi di produzione e redditi agricoli che incoraggino gli investimenti. Anche sul fronte industriale – è stato spiegato nel corso dell’Assemblea – variabili insidiose sono rappresentate dal costo delle materie prime e dell’energia, che potrebbero subire nuovi rincari ove mai il conflitto in Medioriente dovesse estendersi, e che rischiano di far crescere i prezzi dei macchinari favorendo quei Paesi che realizzano tecnologie a basso costo e che puntano a conquistare quote anche nei mercati occidentali. Ma fattori sempre più influenti sono quelli rappresentati dagli assetti geopolitici – dalle sanzioni alla Russia, fino ai dazi per le importazioni introdotti da molti Paesi e alle politiche di difesa del prodotto nazionale da parte di potenze economiche emergenti come l’India e la Cina – che possono limitare l’export dell’industria italiana. La geopolitica influenza anche le rotte commerciali e i costi della logistica – ha ricordato la Presidente di FederUnacoma – se si pensa che gli attacchi sistematici che gli Houthi yemeniti effettuano contro le navi cargo in transito nello stretto Bab el-Mandeb e quindi nel canale di Suez (snodi cruciali nei collegamenti euro-asiatici) hanno già causato un crollo dei transiti (-65% a Bab el-Mandeb e -50% a Suez) costringendo le navi a rotte alternative, con costi dei noli che solo a maggio di quest’anno risultano più che raddoppiati rispetto al 2023. Nel nuovo scenario non mancano nuove opportunità di sviluppo per l’industria agromeccanica – è stato sottolineato nel corso dell’Assemblea FederUnacoma – e mercati interessanti per i produttori italiani potrebbero risultare i Paesi del Sud-est asiatico come Thailandia ed Indonesia, che sono equidistanti dai blocchi politici di Cina e USA, e Paesi africani che risultano in forte sviluppo come Nigeria, Kenya, Ghana e altri. Maggiore impulso alle attività nel continente africano – è stato peraltro ricordato – dovrebbe arrivare dal Piano Mattei, sul quale la Federazione potrà dare il proprio contributo in termini di analisi dei fabbisogni e di offerta tecnologica. Per prevenire i fattori critici e per cogliere le nuove opportunità – ha concluso la Presidente Mariateresa Maschio – occorre un sostegno sempre più forte da parte della politica e delle istituzioni, con programmi differenziati per l’accesso ai vari mercati esteri, e con strumenti d’intervento e di sostegno finanziario sempre più rapidi e flessibili.

 

 

Condividi