La proposta della Commissione Ue su Dop-Igp per Confagricoltura è condivisibile negli obiettivi, da rivedere nelle procedure
Una proposta di regolamento senz’altro condivisibile negli obiettivi, ma da approfondire sotto il profilo delle nuove procedure proposte. Il sistema delle indicazioni geografiche richiede la più rigorosa tutela nelle fasi di riconoscimento e di protezione.
E’ la presa di posizione di Confagricoltura sulla proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea sulle indicazioni geografiche della UE per prodotti agricoli, vini e bevande alcoliche.
Secondo Confagricoltura va meglio precisato, in particolare, il ruolo che si intende affidare all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) nella fase di esame delle candidature e l’attività che potranno svolgere, in ambito nazionale, i gruppi di produttori autorizzati ai fini della tutela e dello sviluppo delle Indicazioni Geografiche.
Da segnalare in termini positivi le proposte della Commissione per la protezione delle IG nelle vendite online. Nelle discussioni che si svolgeranno al Parlamento europeo e in seno al Consiglio sulla proposta di regolamento della Commissione – prosegue Confagricoltura – si dovrà tener conto della fondamentale esigenza di evitare tutti i rischi di “evocazione” delle denominazioni protette che possono confondere i consumatori.
Non dovranno più crearsi casi come quello del Prosek croato, evidenzia Confagricoltura.
Accogliamo con favore la nomina di Paolo De Castro quale relatore per l’Europarlamento, al quale assicuriamo fin d’ora la nostra piena collaborazione per migliorare il progetto della Commissione nell’ottica della tutela e valorizzazione delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare.
L’Italia detiene una posizione di assoluto prestigio nelle produzioni a denominazione di origine e le vendite all’estero – poco meno di 10 miliardi di euro l’anno – hanno favorito la crescente attenzione verso l’agroalimentare italiano da parte dei consumatori su scala globale.
Confagricoltura segnala, infine, i risultati di un recente studio sulle Indicazioni Geografiche svolto per conto della Commissione europea secondo i quali il valore di vendita di un prodotto a denominazione protetta è in media il doppio rispetto a quelli senza certificazione.