In arrivo nuove risorse per incentivare la produzione di biometano in agricoltura

 

Nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sono state stanziate risorse specifiche per lo sviluppo della produzione di biometano in ambito agricolo. Tra i fondi stanziati, 1.92 miliardi di Euro sono destinati nello specifico allo sviluppo del biometano, incluso tra gli obiettivi della missione 2, “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”. Questo non solo rappresenta un importante riconoscimento del ruolo chiave degli impianti di digestione anaerobica, ma sancisce il ruolo strategico di tali strutture nel potenziamento dell’economia circolare e raggiungimento dei target di decarbonizzazione. La riforma non solo ha come obiettivo la promozione dello sviluppo del biometano nel settore dei trasporti, ma include anche la possibilità di riconversione degli impianti già esistenti nel settore agricolo. Attraverso questo intervento sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.

Il Decreto Semplificazioni, inoltre, è volto ad omogeneizzare le procedure autorizzative su tutto il territorio nazionale, rendendo la costruzione di impianti per energia rinnovabile più accessibile e semplificando il coordinamento e l’iter organizzativo.

Sul tema si è espresso anche Roberto Salmaso, General Manager di Sebigas – player internazionale in questo settore con all’attivo 84 impianti nel mondo – secondo il quale: “La prima approvazione comunitaria del Piano italiano di ripresa e resilienza avvenuta nei giorni scorsi sta di fatto facendo partire la macchina del PNRR e ponendo le premesse per l’anticipo da 25 miliardi, il 13% della quota italiana dei finanziamenti Ue, atteso almeno nella prima parte entro la fine di luglio. Il Piano delinea diversi ambiti, di cui la missione 2 rappresenta la principale componente di interesse agricolo, ambientale ed energetico. Su questa missione sono allocati circa 60 miliardi del PNRR.

 

“Il biometano – continua Salmaso – è parte di questo percorso di transizione energetica ed è protagonista indiscusso nella riduzione dei gas serra (GHG). Infatti, esso stesso può contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi fissati al 2030 con una quota superiore all’80% di risparmio nella produzione di gas climalteranti. Non vi è alcun dubbio, quindi, su quanto importante sia mettere in atto azioni concrete a livello nazionale per poter dare nuova linfa vitale allo sviluppo di nuovi impianti e alla conversione di quelli esistenti.”

 

Del resto l’Italia è oggi il terzo produttore europeo di biogas dietro Inghilterra e Germania e quinto nel mondo dopo Cina e USA, con un valore economico di 3,2 miliardi di euro, al netto degli incentivi. Un comparto che grazie alla sinergia tra agricoltura e allevamento da un lato e agroindustria dall’altro ha registrato dal 2008 a oggi investimenti per circa 4,5 miliardi di euro consentendo all’Italia di raggiungere la leadership europea con circa 1.700 impianti di biogas in funzione (di cui, stando ai dati del CIB, 1200 in ambito agricolo).

 

Il biometano, dunque, potrebbe rappresentare per il nostro Paese un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale.