Politiche agricole

Emissioni: dal Parlameto europeo decisione importante per il futuro della zootecnia  

 

 

Una decisione di grande rilievo per le prospettive della zootecnia italiana ed europea. Ringraziamo gli europarlamentari per aver accolto le nostre richieste a tutela del settore”. Lo dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in riferimento all’esito del voto odierno dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento sull’ulteriore estensione agli allevamenti della direttiva sulle emissioni industriali.

“L’inclusione degli allevamenti bovini, proposta dalla Commissione e bocciata dal Parlamento europeo, avrebbe comportato la chiusura di numerose strutture produttive con la conseguente perdita di posti di lavoro”, sottolinea Giansanti. 

 
“Qualsiasi contrazione del potenziale produttivo europeo determina l’aumento delle importazioni dai Paesi terzi dove – rileva il presidente dell’Organizzazione – non sempre vigono regole rigorose come quelle della UE in materia di protezione dell’ambiente. Di assoluto rilievo anche la limitazione dei nuovi obblighi a carico dei settori suinicolo e avicolo”.

“L’invito che rivolgiamo ora al Parlamento europeo è di tenere ferma la posizione nel quadro del trilogo con il Consiglio e con la Commissione per raggiungere l’intesa finale. Va ricordato che l’orientamento del Consiglio è stato approvato con il voto contrario dell’Italia”.

“L’auspicio è che anche domani, in occasione del voto sulla proposta relativa al ripristino della natura, prevalga una scelta positiva per l’agricoltura italiana e per una transizione ecologica che sia sostenibile sul piano sociale e economico”, conclude il presidente di Confagricoltura.

Una vittoria per la zootecnia italiana ed europea. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il voto della plenaria del Parlamento Ue, che scongiura l’inserimento degli allevamenti bovini nella nuova direttiva comunitaria sulle emissioni industriali, recependo le istanze del mondo agricolo.

“Il Parlamento europeo riconosce che la zootecnia non è assolutamente equiparabile a settori altamente industrializzati, correggendo una proposta di revisione che appariva totalmente scorretta e ingiusta -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Europa l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%. Ancora meglio fa l’Italia, dove le emissioni di CO2 della zootecnia rappresentano appena il 5,2% del totale. Dunque, è chiaro che il settore non rappresenta un problema, anzi è una risorsa utile anche per la cattura e sequestro di anidride carbonica e per la produzione di energia pulita”.

“La revisione della direttiva IED sulle emissioni industriali può provocare sul serio la chiusura e il fallimento di tantissime stalle. Rischiando di compromettere la capacità di approvvigionamento alimentare e aumentando l’import da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle Ue, soprattutto ai fini della sostenibilità ambientale -ricorda Fini-. Fortunatamente, oggi il Parlamento Ue ha fatto un passo importante a tutela e riconoscimento del settore, aprendo la strada a un percorso davvero condiviso sulla transizione green, che ora deve valere per il passaggio al trilogo e per tutti i dossier agricoli aperti”.

bbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle, con la decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini dalla revisione della direttiva sulle emissioni industriali che salva un settore cardine del Made in Italy. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel rivendicare la decisione del Parlamento Europeo che ha votato con la maggioranza di 367 voti a favore l’’esclusione dei bovini e lo stop ad ulteriori oneri per suini e pollame. Un testo che – sottolinea Prandini – va incontro alle richieste di Coldiretti che per prima aveva denunciato l’assurdità scientifica di paragonare le stalle alle fabbriche e avviato su questo una campagna di sensibilizzazione in Italia ed in Europa

Il testo boccia la proposta della Commissione europea di ampliare le attività coperte dalla direttiva agli allevamenti di bovini da 150 capi in su, la quale – sottolinea Prandini – avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare ed il conseguente aumento della dipendenza dalle importazioni di prodotti animali da Paesi terzi, che hanno standard ambientali, di sicurezza alimentare e di benessere animale molto più bassi di quelli imposti agli allevatori dell’Unione. O, ancora peggio – denuncia Prandini – di spingere verso lo sviluppo di cibi sintetici in provetta, dalla carne al latte cibi sintetici.

Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, – continua il presidente della Coldiretti – sarebbe stato ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa.

“Siamo riusciti a fermare un approccio ideologico fondato su dati imprecisi e vecchi che avrebbe avuto impatti negativi sull’ambiente con la perdita di biodiversità, paesaggi e spopolamento delle aree rurali” afferma Prandini nel sottolineare che “ora l’esclusione dovrà essere consolidata dopo i negoziati che si apriranno con il Consiglio UE.”

La scelta di non gravare con ulteriori oneri sugli allevamenti di suini e pollame – conclude Prandini – va a riconoscere gli sforzi che gli allevatori italiani stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici.

“Quando i nostri europarlamentari come Paolo De Castro e Herbert Dorfmann fanno squadra, arrivano puntuali i risultati”.

Carlo Siciliani, Presidente UNICEB, si dichiara estremamente soddisfatto del risultato del voto della plenaria del Parlamento europeo sulla revisione della Direttiva IED che ha confermato quanto indicato dalla Commissione Agricoltura.

E’ stata quindi  bocciata la proposta della Commissione UE di inserire nella Direttiva sulle emissioni industriali gli allevamenti bovini con una consistenza di 150 UBA, unitamente allo stop ad ulteriori oneri per gli allevamenti di suini e avicoli.

“Si è riusciti a bloccare un approccio ideologico che da tempo sta cercando di equiparare gli allevamenti alle attività industriali, andando anche contro gli stessi dati statistici che, per quanto riguarda l’Italia indicano solo nel 4% le emissioni imputabili alla filiera zootecnia (carne, latte e uova).

Da sottolineare – conclude Siciliani – il lavoro portato avanti con particolare impegno  dall’On.le Paolo de Castro in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che ha permesso questo grande risultato.”

 

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