Ambiente

Cop28, la menzione storica nel testo

I rappresentanti di quasi 200 Paesi hanno concordato questa notte al vertice sul clima Cop28 di iniziare a ridurre il consumo globale di combustibili fossili per evitare il peggio dei cambiamenti climatici, un accordo senza precedenti che segna la fine dell’era del petrolio. L’accordo raggiunto a Dubai dopo due settimane di negoziati accesi era pensato per inviare un segnale potente agli investitori e ai decisori politici che il mondo è unito nel suo desiderio di abbandonare i combustibili fossili, qualcosa che gli scienziati considerano l’ultima speranza per evitare una catastrofe climatica. Il Presidente del Cop28, il Sultano Al Jaber, ha definito l’accordo “storico”, ma ha aggiunto che il vero successo sarà nella sua attuazione. “Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo”, ha detto durante la seduta plenaria. “Dobbiamo compiere i passi necessari per trasformare questo accordo in azioni tangibili”. Diversi paesi hanno applaudito l’accordo per aver realizzato qualcosa di elusivo in decenni di discussioni sul clima. “È la prima volta che il mondo si unisce attorno a un testo così chiaro sulla necessità di passare a fonti energetiche non fossili”, ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri della Norvegia, Espen Barth Eide.

L’accordo raggiunto dalla COP28, a Dubai, sull’addio alle fonti fossili è una mano tesa non solo al Pianeta, ma anche a tutta la sua agricoltura che, mai come negli ultimi anni, ha subito gli effetti dei cambiamenti climatici, senza smettere di impegnarsi per la transizione green ed energetica, continuando a produrre cibo di qualità, tutelando biodiversità e territorio. Così Cia-Agricoltori italiani esprimendo soddisfazione per il risultato storico che ha messo nero su bianco la “transition away” da petrolio e carbone, entro il 2050.

“Per Cia, infatti -sottolinea il presidente nazionale Cristiano Fini- resta cruciale l’obiettivo di emissioni zero e ancora meglio la costruzione di un percorso che metta al centro il ruolo chiave degli agricoltori nel processo di mitigazione climatica. Ed è in questo senso che va, ancora di più, valorizzata la funzione antismog dell’agricoltura che, da sola, sequestra 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno”.

“Un accordo storico perché, per la prima volta, è stato concordato un processo di transizione verso l’abbondono dei combustili fossili che sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra a livello globale. Un processo che è indispensabile per raggiungere senza incertezze e ritardi gli obiettivi già fissati nell’Accordo di Parigi”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta l’accordo raggiunto alla COP 28, a Dubai.

“Di grande importanza, – aggiunge – anche l’obiettivo di triplicare la produzione di energie rinnovabili entro il 2030 e la chiara indicazione di rafforzare le iniziative per lo stoccaggio al suolo del carbonio. In quest’ottica, l’agricoltura e le foreste hanno un ruolo ancora più importante da svolgere”. In Italia, ricorda Confagricoltura, viene già assorbito il 10% delle emissioni annuali totali.

Fanno parte della stessa partita sicurezza alimentare e lotta al cambiamento climatico. “Dai dibattiti svolti nel corso della COP 28 – afferma Giansanti – sono emerse alcune indicazioni di rilievo, per rendere i sistemi agroalimentari più produttivi e sostenibili. Si tratta di indicazioni che, a nostro avviso, torneranno utili durante la presidenza italiana del G7”.

“Il raggiungimento dell’intesa alla COP 28 è risultato difficile. Era scontato, ma la logica multilaterale è insostituibile, anche per tener conto della diversità delle situazioni economiche”.

Europa, USA, Cina e India rappresentano il 60% delle emissioni globali. Si sale al 70% con Federazione Russa e Giappone. L’incidenza della UE è inferiore al 10% e continua a diminuire con una velocità superiore a quella degli Stati Uniti.

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