Commercio estero nazionale di suini e carni suine
Nel periodo gennaio-febbraio 2022 il commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di maiale e salumi ha complessivamente realizzato un saldo finale pari a -40,5 milioni di euro, dato che è risultato in peggioramento di oltre 15 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie soprattutto alla crescita dell’import.
Crefis, Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole segnala che le esportazioni hanno raggiunto i 287,4 milioni di euro nei primi due mesi del 2022, valore che ha registrato un incremento del +0,4% in termini tendenziali e a cui è corrisposto un quantitativo di 46 mila tonnellate (-13,7%); in aumento il valore medio unitario delle spedizioni nazionali (+15,9%). I prosciutti crudi disossati si confermano il prodotto maggiormente esportato grazie ad un valore di quasi 113 milioni di euro, il quale è risultato in crescita del +5,0% rispetto all’anno precedente; in rialzo anche il corrispettivo volume (+5,9%), che è stato pari a 9 mila tonnellate, mentre il relativo valore medio unitario è diminuito del -2,3%, anche se resta uno dei più elevati tra quelli dei prodotti considerati (11,80 euro/kg). Altre voci merceologiche di rilievo sono le “salsicce e salami stagionati” (66,4 milioni di euro), le “mortadelle, wurstel, cotechini e altri salami cotti” (24,9 milioni di euro) e i prosciutti cotti (24,2 milioni di euro), tutti prodotti che hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente (+16,7%, +1,3% e +10,6% in valore, rispettivamente).
I principali paesi di destinazione delle spedizioni nazionali restano Germania (51,1 milioni di euro) e Francia (49,7 milioni di euro) che, insieme, rappresentano un terzo delle esportazioni italiane in valore di suini, carni suine e salumi. Seguono, per importanza, Stati Uniti (30,0 milioni di euro) e Regno Unito (25 milioni di euro circa), mentre il confronto tendenziale conferma un incremento dell’export verso la maggior parte dei mercati considerati. In particolare, si segnalano le variazioni di Stati Uniti (+47,5% in valore) e Canada (+28,6%); in calo, invece, il mercato tedesco (-0,3%).
Dal lato delle importazioni, nel periodo gennaio-febbraio 2022 queste sono state pari a 327,9 milioni di euro, in crescita del +5,3% in termini tendenziali e corrispondenti ad un volume di 190 mila tonnellate (+8,4%). Le cosce suine fresche, il prodotto maggiormente acquistato dall’Italia all’estero, hanno raggiunto un valore di 131,0 milioni di euro, dato in calo del -6,6% rispetto all’anno precedente; andamento positivo, invece, per il quantitativo importato (+0,8%), il quale si è fermato a 91 mila tonnellate, mentre il relativo valore medio unitario è diminuito del -5,5%.
La quasi totalità degli acquisti nazionali è avvenuta sul mercato comunitario, con la Germania che ha rappresentato il 31,2% delle importazioni italiane in valore, grazie ad un dato di 102,2 milioni di euro. Seguono, ad un livello nettamente inferiore, la Spagna (57,0 milioni di euro), i Paesi Bassi (51,7 milioni di euro) e la Danimarca (41,0 milioni di euro). In termini tendenziali, la maggior parte dei paesi si è mostrata in crescita rispetto ai primi due mesi del 2021, fatta eccezione per alcuni tra cui Germania (-13,4% in valore), Danimarca (-13,1%), Polonia (-29,6%) e Romania (-14,2%).
Per quanto riguarda l’acquisto all’estero di suini vivi, nel periodo gennaio – febbraio esso è stato pari a quasi 221 mila capi, numero che ha registrato un incremento del +33,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I suinetti hanno rappresentato circa un terzo dei capi importati e hanno registrato un andamento tendenziale negativo (-19,4%).
Considerando il solo mese di febbraio 2022, il saldo finale del commercio estero dell’Italia di suini, carni suine, grassi di maiale e salumi è risultato pari a -20,8 milioni di euro, dato in peggioramento sia rispetto al mese precedente (-1,1 mi- lioni di euro), sia rispetto a febbraio 2021 (-3,7 milioni di euro).
Le esportazioni mensili sono risultate pari a 150,2 milioni di euro, valore in aumento in termini tendenziali (+1,1%) e a cui è corrisposto un volume inviato all’estero di 24 mila tonnellate (-13,8%); in decisa crescita il relativo valore medio unitario (+17,4%). Le importazioni sono, invece, state caratterizzate da un volume di quasi 98 mila tonnellate (+7,5% su base annua) e per un valore corrispondente di circa 171 milioni di euro (+3,3%); in decremento il relativo valore medio unitario (-3,9%).