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Caro energia, più risorse e misure incisive per salvare semine e produzione

L’incremento dei costi delle bollette energetiche delle aziende agricole a fine 2021 è stato del 120% rispetto all’inizio dello stesso anno. Per il gas, l’aumento si è registrato solo parzialmente nel 2021 (a partire da settembre) e si ritroverà in maniera significativa nel 2022, ma intanto il costo del metano è quasi triplicato.A ciò si aggiungono i rincari delle materie prime, come i fertilizzanti, che sono aumentati del 150% in soli sei mesi.

Confagricoltura riporta i dati che confermano le preoccupazioni per il settore e per gli effetti già tangibili sull’intera filiera agroalimentare e per questo ribadisce la richiesta di un intervento incisivo da parte del Governo nel Consiglio dei Ministri, a decidere sulla questione.

La Cia-Agricoltori Italiani chiede che il Governo metta in campo misure che tengano conto anche delle esigenze specifiche del mondo agricolo e zootecnico, agrituristico e florovivaistico con molte colture invernali in serra, stalle e strutture, la cui anche minima sussistenza sta facendo lievitare i costi di produzione per effetto di un complessivo aumento delle materie prime, ormai superiore al 50%. Diversamente la “tempesta energetica” comprometterà semine e produzioni importanti, metterà a repentaglio la catena del valore nelle filiere agroalimentari, patrimonio nazionale da 550 miliardi di euro.

In tutta Italia non c’è settore al riparo, ricorda Cia che da mesi segnala rincari su concimi, gasolio ed energia. Le piccole e medie imprese, secondo dati Eurostat, stanno pagando l’energia elettrica il 75,6% in più e il gas addirittura il 133,5% in più delle grandi. La semina e, quindi, la produzione del 2022 è in forte discussione per molte aziende. 

Le conseguenze del caro energia sul settore primario sono particolarmente evidenti in alcuni comparti: ad esempio, gli imprenditori del florovivaismo stanno abbandonando le colture in serra con il riscaldamento delle stesse. Analoga situazione per l’orticoltura e le primizie in serra, per le quali si assiste ad un ritorno alla coltivazione degli ortaggi a freddo.

Altri settori agricoli più esposti al rischio sono gli allevamenti, le essicazioni di cereali e le filiere di trasformazione. L’aumento del costo del gas, precisa Confagricoltura, spinge tuttavia al rialzo tutta la gamma dei beni intermedi utilizzati nei processi produttivi in agricoltura.

Anche per gli agriturismi, aggiunge Cia, il caro bollette rappresenta una scure sulle imprese del settore strette tra necessità di tenuta economica e il rischio di dover aumenta i prezzi di beni e servizi a discapito dei clienti. Lavorare solo il sabato e la domenica, per sfruttare le tariffe più basse del weekend introdotte dai fornitori di energia elettrica, non basterà in alcun modo. Servono non solo sgravi per le utenze domestiche, ma vanno anche annullate da subito le aliquote relative agli oneri generali di sistema, applicate anche alle utenze non domestiche per altri usi, con potenza disponibile fino a 50 kW, e in sistema trifase. 

Un maggiore impulso alle energie rinnovabili avrebbe attenuato gli effetti dei rincari delle bollette. Potenziare ed accelerare gli interventi per l’installazione di rinnovabili nelle imprese agricole – aggiunge Confagricoltura – è quanto mai necessario oggi, a partire dall’autoconsumo e con particolare attenzione alle aziende che hanno maggiori consumi di elettricità e gas.

I recenti casi di rallentamento o addirittura di blocco dei cicli produttivi in alcune filiere di trasformazione sono segnali da non trascurare. La tenuta dell’intero sistema agroalimentare è di primaria importanza, come è emerso chiaramente durante la pandemia; si tratta del primo settore economico italiano, con un fatturato di oltre 540 miliardi di euro e 3,6 milioni di addetti.

Confagricoltura sollecita quindi il Governo ad attuare misure straordinarie per contrastare il caro bollette per le imprese, oltre che per le famiglie, e per garantire anche la continuità degli strumenti creditizi in questa fase di affanno per le aziende.

“Occorrono più risorse e misure incisive, anche a contrasto dei rischi speculativi -dichiara il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino-. Il Governo scongiuri anche i rincari al dettaglio che la filiera non potrebbe in alcun modo sopportare. Bisogna -conclude Scanavino- tenere alta l’attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione”.

 

 

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