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Bio strategico, tra mercato in crescita e consumi in frenata

 

 

Secondo i dati Fibl-Ifoam, riferiti invece al 2020, il mercato dell’agroalimentare biologico ha raggiunto 121 miliardi di euro a livello globale (+13% sul 2019, +151% in dieci anni) e 52 miliardi di euro in Europa (+16 sul 2019, +144% sul 2011). Incrementi ancora a due cifre sul 2019, per effetto della pandemia che ha spinto i consumi salutisti. Ma la pressione delle molte crisi consecutive e correlate degli anni successivi sta rallentando la crescita del biologico, tanto che Germania e Francia, in testa da sempre per i consumi interni, devono fare i conti con una domanda in contrazione.

Confermato il ruolo trainante del nostro Paese. Su 48 Paesi europei l’Italia è al primo posto per export e per numero di aziende di trasformazione, più di 22mila su oltre 84mila, una su quattro. È questa la forza motrice del made in Italy bio, tanto apprezzato sui mercati esteri. È poi di nuovo al primo posto per numero di produttori agricoli, al terzo per vendite al dettaglio e superfici agricole, al quinto per quota delle superfici bio sulla Sau totale. Quota che era al 16,6% nel 2020, mentre nel 2021 è salita al 17,4%, contro una media del 9,6% nell’Unione Europea.

In un mercato interno del bio più che raddoppiato negli ultimi dieci anni, le vendite bio nei supermercati sono quasi quadruplicate, arrivando a 2,3 miliardi di euro nel 2022 (+263% sul 2013), mentre nel canale storico degli specializzati sono scese a 0,9 miliardi (-15% sul 2013). In dieci anni le quote dei canali retail si sono capovolte: per i supermercati la quota è quasi raddoppiata (dal 31 al 58%), per i negozi è quasi dimezzata (dal 53 al 23%), in linea con quanto accade in Francia e Germania.

In continua crescita anche le referenze di alimenti bio a marchio della grande distribuzione, passate dalle 644 del 2001 alle 6.005 del 2021, un’offerta che si è moltiplicata per nove. Considerando che per ogni prodotto bio a marchio del distributore (Mdd) ne entrano sugli scaffali quasi tre con le marche dell’industria (Idm), si stima un totale di oltre 22mila referenze bio, distribuite in più di 24mila punti vendita, nelle 26 catene censite.

Cuore del Rapporto i dati Bio Bank su oltre 3.600 attività bio censite nel 2021, delineate attraverso commenti, analisi e un ricco set di informazioni: Negozi, E-commerce alimenti, Ristoranti, Aziende cosmesi, Profumerie, E-commerce cosmesi. Per la prima volta sono in lieve calo i numeri di cinque tipologie di attività su sei rispetto all’anno precedente, con decrementi dal 3 al 6%. Unica eccezione gli e-commerce di alimenti bio (+13%).

Negli ultimi cinque anni si conferma invece la crescita a due cifre, con incrementi dal 27 all’80% nel numero di attività, salvo due segni meno per negozi (-14%) e ristoranti (-9%). I negozi calano per la concentrazione delle catene con il passaggio d’insegna da Cuorebio a NaturaSì, la concorrenza di supermercati e discount, l’aumento dei costi e l’inflazione. I ristoranti calano per le chiusure forzate e le varie misure restrittive a causa del Covid. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano regioni leader per numero assoluto di attività bio, mentre Marche, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna sono in testa per densità di attività. Tra le regioni leader spicca il ruolo chiave dell’Emilia-Romagna, l’unica presente in entrambe le classifiche.

Da non perdere le utili pagine finali con il panorama aggiornatissimo delle più autorevoli fonti di dati sul biologico, insieme a contributi stimolanti su crisi climatica e limiti dello sviluppo, rischi globali e transizione ecologica. Tutto in 98 pagine liberamente consultabili su issuu.com/biobank.

 

In questo quadro, mentre l’Unione Europea entro il 2030 punta a triplicare le superfici bio arrivando al 25%, a dimezzare i pesticidi e ridurre del 20% i fertilizzanti, suona davvero lunare la proposta di chi vorrebbe “sdoganare i pesticidi per sviluppare i consumi”. Tutta l’agricoltura è chiamata a ridurre il suo impatto ambientale insostenibile. “Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra, eppure sembriamo determinati alla distruzione” ha ribadito quest’anno Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in occasione della Giornata della Terra. Mentre la scienziata e ambientalista Vandana Shiva ci esorta a passare “dall’avidità alla cura”, come titola il suo ultimo libro. Siamo convinti che il futuro sarà sempre più bio. Ma il movimento biologico deve parlare forte e chiaro, riaffermare i suoi valori, la sua identità e il suo ruolo, continuando a prendersi cura del Pianeta di tutti.

Bio Bank, la banca dati del bio 

Bio Bank è la banca dati del biologico italiano, dal 1993.
Aggiornata anno dopo anno, attraverso i censimenti diretti di migliaia di attività, segue l’evoluzione del settore, pubblica la rassegna Vetrina Bio Bank, i report statistici digitali (Focus Bio Bank e Rapporto Bio Bank) e il portale biobank.it 

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