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AGEA: regole chiare e rafforzamento del sistema di self control per la vitivinicoltura italiana del futuro

  

L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, insieme al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, sottolinea come il peso sociale del vino non possa essere disgiunto dal territorio. La tavola rotonda dal titolo “Vino e Territorio, l’impatto culturale, economico e sociale del settore vitivinicolo sullo sviluppo locale” ha dato un contributo importante per la costruzione di una prospettiva corale con le associazioni di categoria intervenute.

_”Abbiamo una storia da raccontare e partiamo dal nostro territorio” così il dr Salvatore Carfì, Direttore dell’Area coordinamento di Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha aperto la tavola rotonda dal titolo “Vino e territorio. L’impatto culturale, economico e sociale del settore vitivinicolo sullo sviluppo locale”, andata in scena oggi nel padiglione istituzionale del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) in occasione della 56° edizione del Vinitaly.

È stato presentato il quadro quanto più rappresentativo del settore vitivinicolo dell’intero stivale, grazie alla partecipazione delle principali organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo (Cia, Confagricoltura, Coldiretti, COPAGRI) e vitivinicolo (FederDOC e Confcooperative).

Non solo un momento di riflessione e di analisi sulla funzione del settore vitivinicolo quale leva di sviluppo locale, a 360°, ma una proposta concreta: “la valorizzazione del vino è storia d’identità e come tale abbiamo il compito, come ente pubblico, di rispettare territori e produzioni inserendoli nel nostro modello di sviluppo. Uno sviluppo che” continua il dr Carfì, “vede l’Agenzia anche come accompagnatrice del settore privato”.

Accompagnare il settore consiste nell’essere attenti ascoltatori delle varie esigenze e attori proattivi nel rendere operative soluzioni condivise e certe.

È su questa direzione che si sono alternati i vari relatori: “i consumatori cambiano e occorre consolidare i mercati, mantenere il posizionamento e condividere regole chiare per poter essere efficienti e sempre più presenti sui nuovi mercati” afferma il dr Francesco Ferreri, coordinatore nazionale consulta vino di Coldiretti.

Si apre così una prospettiva che viene ripresa dal dr Luca Rigotti, coordinatore nazionale del settore vino di FederagriPesca-Confcooperative che dà, tra gli altri, spunti di riflessione sul binomio vino-salute: “c’è l’esigenza di una nuova cultura da diffondere verso i consumatori per un bere consapevole e un consumo moderato. E in questo senso, la PA è di fondamentale importanza”.

Il Presidente di FederDOC, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, stigmatizza come il successo di un sistema paese nasca dalla sinergia tra territori e Amministrazione. E, continua, “occorrono interpretazioni univoche e rapide per una corretta programmazione che deve necessariamente avere contezza delle regole in campo. Solo così si crea quel circolo virtuoso che può dare garanzie a tutta la filiera e che ci può, come Italia, portare alla ribalta dello scenario internazionale.”

Sulla scia segue il dr Alessandro Cuscianna – COPAGRI. “parlare con una sola voce, ecco come dobbiamo muoverci. E, in questa direzione, dobbiamo considerare anche le nuove scelte dei consumatori. Riscoprire il vino in tutte le sue declinazioni deve partire dalla riscoperta dell’identità perché se non abbiamo chiarezza del prodotto e delle aree territoriali da cui proviene, non riusciamo ad andare da alcuna parte. E in questa conoscenza includo anche le regole, necessariamente chiare e condivise”.

L’intervento del dr Fabio Chessa, responsabile biologico di CIA, ruota sui dati: “i numeri che dobbiamo governare danno un senso al patrimonio vitivinicolo insito in Agea. E il dato educativo rientra a pieno titolo in questo patrimonio. Ecco perché abbiamo bisogno di strutture sinergiche per migliorare la comunicazione all’interno delle varie realtà.”

Il dr Vincenzo Lenucci, responsabile delle politiche di filiera di Confagricoltura, ribadisce come “l’espressione del fabbisogno e la soddisfazione dello stesso, siano il volano attraverso cui possiamo evitare localismi e rafforzare il locale. Occorre l’interlocuzione di tutta la filiera, partendo ovviamente dall’Amministrazione.

Le conclusioni le ha tirate il dr Carfì che ha sintetizzato come l’impegno da parte dell’Amministrazione sia costante e mirato a far sì che la richiesta di efficienza ed efficacia sia sostenuta soprattutto dalla messa a disposizione della metodologia utilizzata soprattutto in termini di manuali di controllo. “non sembri un paradosso ma far conoscere i controlli che l’Agenzia deve effettuare per ottenere prove documentali chiare, mette i produttori nelle condizioni di poter realizzare quel self control del processo che mira a facilitare i finanziamenti senza decurtazioni ed evitare la richiesta di rettifiche finanziare che spesso crea difficoltà a valle di tutto il processo di erogazione. In passato queste sono state fonte di disallineamento e di debolezze dell’Amministrazione. Oggi, non possiamo più permetterci di ripetere gli stessi errori.”

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