Mercati

Mercato  dei suini

Dai rilevamenti di CREFIS, Centro ricerche economiche sulle fliere suinicole, in settembre i prezzi dei suini da macello e da allevamento sono ulteriormente aumentati rispetto al mese precedente, pur restando comunque al di sotto di quelli fatti registrare nello stesso periodo dello scorso anno.  Da segnalare che per quanto riguarda la Cun suini da macello, per tutto il mese le quotazioni sono state definite dal Comitato dei Garanti che per due volte ha fatto ricorso alla misura del “range di prezzo”; per la Cun suini da allevamento i Garanti sono, invece, intervenuti solo nella prima settimana.  Il prezzo medio mensile dei suini da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,531 euro/kg per gli animali di peso 160-176 kg, con un aumento del +9,7% rispetto al mese precedente; per quelli di peso 144-152 kg e 152-160 kg le quotazioni sono state pari rispettivamente a 1,441 euro/kg (+10,4%) e a 1,471 euro/kg (+10,2%). Restano negative le variazioni tendenziali, con valori intorno al -8%.

Nell’ultimo mese sono cresciute anche le quotazioni dei suini da macello destinati al circuito non tutelato, con il prezzo medio mensile degli animali di peso 160- 176 kg pari a 1,418 euro/kg (+9,9% ri- spetto ad agosto), mentre per quelli di peso 90-115 kg il valore è stato di 1,268 euro/kg (+11,2%). Anche in questo caso, le variazioni tendenziali sono state nega- tive per tutte le tipologie di peso considerate, con valori tra il -9% e il -11%.

 In settembre le quotazioni dei suini da allevamento hanno continuato a cresce- re: in particolare il prezzo dei suinetti di peso di 30 kg è salito del +7,0% e rag- giungendo i 2,364 euro/kg, mentre per quella di 7 kg il prezzo è stato pari a 41,550 euro/capo (+2,8%). Tali livelli ri- sultano comunque inferiori del -9,6% rispetto a quelli fatti registrare lo scorso anno.

Nell’ultimo mese i prezzi medi mensili dei suini sono diminuiti su tutti i mercati europei, ad eccezione della Francia e dei Paesi Bassi. I prezzi raggiunti nel mese di settembre sono nettamente inferiori rispetto a quelli dello scorso anno.

 In Germania la quotazione per il suino leggero a peso morto, in settembre, è scesa a 1,320 euro/kg, con una variazione del -10,2% rispetto al mese precedente e del -28,6% nei confronti dello scorso anno. Tale prezzo rappresenta il valore più basso da maggio 2016 e porta il mercato tedesco ad essere quello con il prezzo più basso tra quelli che quotano suini a peso morto. Il mercato tedesco risente probabilmente sia delle recenti segnalazioni di casi di peste suina africana che delle conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha avuto effetti negativi sull’attività di macellazione nel Paese.

Il mercato francese, invece, ha fatto segnare una crescita del +4,6% rispetto al mese precedente (unico mercato fra quelli che quotano a peso morto ad aver fatto segnare un andamento positivo), con un prezzo che si è fermato a 1,376 euro/kg. La variazione tendenziale resta comunque negativa: -18,6%.

Un calo congiunturale si è osservato sul mercato polacco (-4,0%), dove il prezzo medio mensile, a peso morto, è stato di 1,374 euro/kg (prezzo calcolato senza l’ultima settimana di quotazione); negativo anche il confronto rispetto allo scorso anno (-21,2%).

Anche il mercato danese ha fatto registrare un calo rispetto al mese precedente (-1,3%), con il relativo prezzo medio mensile sceso a 1,401 euro/kg (dato più basso da marzo del 2019); negativo, an- che in questo caso, il confronto rispetto allo scorso anno (-13,2%).• Per quanto riguarda i mercati che quo- tano a peso vivo, la Spagna ha fatto registrare un decremento del prezzo del – 0,2% rispetto ad agosto, raggiungendo un valore medio mensile di 1,298 euro/ kg. Negativa anche la variazione tendenziale, pari al -11,3%.

Una variazione congiunturale negativa è stata registrata anche in Belgio (-5,2%), dove il prezzo si è fermato a 0,913 euro/ kg. Il differenziale rispetto a settembre dello scorso anno è risultato pari al – 27,6%.

In settembre il prezzo medio mensile olandese è, invece, salito rispetto al mese precedente (+0,7%), con un dato di   1,058 euro/kg. Tale dato è risultato comunque inferiore del -25,5% rispetto a quello dello scorso anno.
Da segnalare che in agosto, il prezzo medio mensile italiano è risultato più alto di quello dei corrispondenti mercati europei che quotano suini a peso vivo.

Nel mese di giugno i suini macellati in Italia sono stati 930,9 mila, da cui si è ottenuto un quantitativo di carne pari a 140,7 mila tonnellate in peso vivo e a 112,7 mila tonnellate in peso morto.

 I dati confermano il calo, rispetto all’anno scorso, delle macellazioni nazionali dovuto alla crisi del Covid-19, con il volume in peso morto che ha registrato una variazione del -9,2% rispetto a giugno 2019; i segnali di ripresa, però, si fanno più evidenti, visto che il dato ha confermato un trend in crescita in termini congiunturali (+15,4% rispetto a maggio).

L’andamento su base annua è stato determinato da una flessione avvenuta per quasi tutte le categorie di animali considerate, con i suini grassi che si sono mostrati in diminuzione del -9,2% e con un quantitativo complessivamente prodotto pari a 110,8 mila tonnellate in peso morto. Il trend del primo semestre dell’anno evidenzia, quindi, una produzione in progressivo calo e ben al di sotto del livello realizzato nei due anni precedenti, sebbene si confermi l’inizio di una ripresa.

In flessione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è risultato anche il numero complessivo di suini macellati: a giugno la variazione tendenziale è stata pari al -2,2%, mentre il dato ha fatto registrare un +14,8% rispetto al mese prece- dente; un andamento positivo ha, invece, caratterizzato i suini grassi, sia su base tendenziale (+0,3%) che congiunturale (+14,1%), con il relativo numero di ani- mali abbattuti che è risultato pari a 884,1 mila capi.

A giugno il peso vivo medio dei suini grassi macellati è stato di 156,5 kg/capo, dato in aumento del +0,6% rispetto al mese precedente ma in calo su base tendenziale (-7,9%).

Relativamente agli abbattimenti complessivi per il periodo gennaio-giugno 2020, questi hanno raggiunto un volume di 617,9 mila tonnellate in peso morto che è stato ottenuto dalla macellazione di 5,2 milioni di capi. Rispetto all’anno precedente, il quantitativo di carne pro- dotta ha registrato un decremento del – 18,6%, mentre il numero di animali ab- battuti ha avuto una contrazione del – 13,6%.  

Nel mese di giugno nell’Unione Europea a 28 paesi il volume di carne suina macellata ha raggiunto gli 1,91 milioni di tonnellate in peso morto. La Spagna e la Germania si confermano i maggiori produttori dell’UE, grazie ad un quantitativo che è stato rispettivamente di 405,5 e 404,0 mila tonnellate; seguo- no, ad un livello decisamente inferiore, la Francia (187,5 mila tonnellate) e la Polonia (153,6 mila tonnellate).

Il dato europeo è risultato in aumento del +3,7% rispetto al mese precedente, andamento determinato da una crescita degli abbattimenti avvenuta per la maggior parte dei i paesi considerati, con le variazioni maggiori a carico di Francia (+17,5%) e Belgio (+3,7%); unica eccezione è stata rappresentata dal mercato olandese, in calo del -2,1% rispetto a maggio.

Le macellazioni dell’Unione Europea hanno avuto un andamento positivo an- che in termini tendenziali (+7,6%), con la maggior parte dei paesi considerati in rialzo rispetto a giugno 2019, tra cui Spa- gna (+18,0%), Francia (+12,1%) e Germa- nia (+1,5%), mentre in Italia la variazione è stata pari al -9,2%.

Il dato cumulato relativo al periodo gennaio – giugno 2020, seppur provvisorio, ha evidenziato un trend ancora al ribasso delle macellazioni UE rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (- 0,8%), con un volume complessivamente prodotto pari a 11,8 milioni di tonnellate di carne suina. In termini tendenziali, gli abbattimenti sono risultati in calo per la maggior parte dei mercati considerati, mentre una crescita si è avuta solo per Spagna (+5,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019), Danimarca (+4,4%) e Belgio (+0,3%). Dopo un inizio anno altalenante e gli effetti provocati dalla crisi del Covid- 19, anche a livello europeo iniziano, quindi, a vedersi i primi segnali di ripresa per la produzione di carni suine.  

 

 

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