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Pomodoro da industria: accordo per la campagna 2020

È stata raggiunta l’intesa sulla campagna 2020 per il pomodoro da industria per il bacino del Nord Italia. La parte agricola e quella industriale si sono accordate per un prezzo di 87 euro a tonnellata. 
Contrariamente alle passate campagne – lo scorso anno l’accordo era stato raggiunto solamente il 3 maggio – la tempistica con cui si è concluso il contratto quadro per il Nord Italia permetterà alle aziende una pianificazione più corretta e maggiori certezze nella scelta del riparto colturale aziendale. 
Lo scorso anno il prezzo di riferimento era stato di 86 euro a tonnellata, nel 2018 e 2017 era stato di 79,75 euro a tonnellata, mentre nel 2016 era stato di 85,20 euro a tonnellata. Il prezzo di riferimento è parametrato su un grado brix di 4.90 (base cento), mentre lo scorso anno era a 4.95. 
Per la prima volta nella trattativa fra le Organizzazioni di Produttori e l’industria di trasformazione è stata concordata una programmazione – fissando obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola OP che permetterà la gestione e il controllo delle superfici seminate e delle quantità prodotte.

A fine campagna, attraverso l’incrocio dei dati contrattati con le dichiarazioni annuali PAC, l’Organizzazione Interprofessionale interregionale Pomodoro da Industria Nord Italia dovrà verificare e garantire il rispetto dell’accordo dei limiti contrattati fra le parti. Inoltre il contratto di fornitura per il pomodoro biologico prevede un prezzo di 136 euro/tonnellata. Oltre all’incarico relativo alla programmazione, sempre all’OI Pomodoro da Industria Nord Italia è confermato il compito di ricezione del deposito dei contratti entro il 6 marzo.

L’eventuale mancato rispetto degli impegni (per superficie e quantità eccedenti) comporterà delle trattenute economiche all’OP interessata che andranno a formare un fondo, gestito dalla stessa OI, per lo sviluppo della filiera. In Piemonte, nel 2019, sono stati investiti a pomodoro da industria 2.072 ettari, per la maggior parte (1.847) nell’Alessandrino e i restanti in Provincia di Cuneo.

 

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