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Verso l’obiettivo “net zero” in agricoltura e allevamento: le esperienze innovative di Brasile e Italia

 

 

Il Brasile è oggi il terzo esportatore mondiale di prodotti agricoli, sebbene destini meno del 30% della sua superficie all’agricoltura e all’allevamento. Inoltre, l’agroalimentare brasiliano è responsabile dell’alimentazione di oltre 800 milioni di persone nel mondo, pari al 10% della popolazione mondiale.

Il percorso dell’agricoltura e dell’allevamento verso gli obiettivi net zero può essere ancora lungo, ma queste attività sono, grazie all’innovazione, una valida risposta, una soluzione ai problemi derivanti dai cambiamenti climatici. Questa è la principale conclusione raggiunta da Agritalks: innovazioni per la sostenibilità agro-zootecnica. Esperienze dal Brasile e dall’Italia”, un incontro organizzato dall’Ambasciata del Brasile in Italia in collaborazione con Apex-Brasil – l’agenzia che promuove gli investimenti diretti esteri nel Paese – tenutosi a Roma nei giorni scorsi.

L’evento ha messo a confronto le esperienze di innovazione – in un’ottica di sostenibilità – di due grandi Paesi in ambito agricolo: L’Italia, terzo produttore di beni agricoli dell’UE, e il Brasile. Il Paese è infatti oggi il terzo esportatore mondiale di prodotti agricoli e, secondo un recente studio di Embrapa, l’agroalimentare brasiliano è responsabile dell’alimentazione di circa 800 milioni di persone nel mondo.

Queste cifre devono far fronte alle esigenze di sicurezza alimentare dovute alla crescita della popolazione fino a 10 miliardi di persone entro il 2050, generando una pressione per una maggiore produttività.

E, in questo senso, l’esperienza brasiliana è significativa di come l’efficienza possa garantire maggiori rese senza aumentare il consumo di suolo vergine. Fino agli anni ’70, infatti, il Brasile era un importatore netto di cibo, mentre oggi esporta in più di 200 Paesi, contribuendo a nutrire il 10% della popolazione mondiale. Questo è stato possibile grazie alla creazione di sistemi di produzione sostenibili e grazie all’evoluzione dei terreni, oggi fertili e adatti a diversi tipi di colture. Negli ultimi 50 anni, la produzione agricola del Paese è quintuplicata, mentre la terra destinata alla coltivazione è aumentata solo del 50%. Anche l’allevamento mostra una tendenza simile, con una diminuzione dell’area utilizzata per il pascolo e un forte aumento del numero di capi.

In quanto potenza agro-ambientale detentrice della maggiore biodiversità del pianeta, il Brasile è consapevole delle proprie responsabilità in materia di sicurezza alimentare, conservazione dell’ambiente e lotta al cambiamento climatico. Per questo motivo è stato lanciato il Piano ABC+, che mira a ridurre le emissioni di CO2 di 1,1 miliardi di tonnellate nel settore agro-zootecnico entro il 2030, integrato da iniziative di ricerca come il sistema di integrazione coltura-zootecnica-foresta e la carne “a zero emissioni”.

Secondo Celso Moretti, presidente dell’Embrapa (Organizzazione brasiliana per la ricerca agrozootecnica), “il Brasile si sta muovendo verso obiettivi a zero emissioni in diversi settori, come l’allevamento, grazie all’uso di additivi e integratori per i mangimi che consentono di ridurre le emissioni di gas metano, e la produzione di energia, dove il Paese è pioniere nell’uso dei biocarburanti. A questo si aggiunge l’enorme sforzo che il Brasile ha compiuto per rendere la produzione agricola sempre più efficiente e sostenibile, grazie anche al prezioso supporto di tecnologie innovative”.

Tuttavia, per migliorare costantemente le prestazioni produttive e ambientali, è fondamentale puntare sulla cooperazione e sull’integrazione internazionale, mettendo in comune le migliori pratiche dei diversi Paesi e incoraggiando lo scambio e la collaborazione tra ricerca, settore pubblico e settore privato.

Come commenta Augusto Pestana, presidente di Apex-Brasil, “è importante creare una forte collaborazione tra settori e tra Paesi. L’agroalimentare brasiliano ha un potenziale immenso, che ha necessariamente bisogno di scienza e tecnologia per essere realizzato”.

All’incontro hanno partecipato diversi rappresentanti istituzionali e delle associazioni di categoria italiane, tra cui l’on.Danilo Oscar Lancini, deputato al Parlamento europeo e membro della Commissione per il Commercio Internazionale con delega al Mercosur, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e François Tomei, direttore di Assocarni.

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