Politiche agricole

Recovery Fund accordo chiave per ripresa 

 

 “Dopo l’importante risultato sul cosiddetto ‘Recovery Fund’, raggiunto nella notte a Bruxelles dopo quasi sei mesi di lavoro e dopo una lunga maratona di trattative, è importante che il nostro Paese si faccia trovare pronto e stabilisca fin da subito la destinazione delle ingenti risorse comunitarie; in un tale frangente, diventa ancora più avvertita la necessità di una reale opera di sburocratizzazione e di semplificazione amministrativa, così da dare gambe all’accordo raggiunto in sede europea e così da snellire il più possibile le pratiche legate all’erogazione dei fondi”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina dopo l’intesa raggiunta tra i 27 paesi del Consiglio europeo sul pacchetto di aiuti a sostegno dei Paesi più colpiti dall’emergenza Coronavirus.

Per il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino “l’accordo trovato sul Recovery Fund è fondamentale, sia per la ripresa dell’economia dopo il lockdown, sia per la tenuta sociale del sistema Europa. Adesso altrettanto importante è che il governo non temporeggi, ma costruisca fin da subito un concreto progetto di rilancio del Paese, destinando le cospicue risorse comunitarie a misure e investimenti in settori strategici, come l’agricoltura e l’agroalimentare”.

“Un grande risultato non solo per l’Italia, ma per il rilancio dell’economia europea, il sostegno all’occupazione e per la salvaguardia del mercato unico – è il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –l’aspetto negativo dell’intesa raggiunta tra i capi di Stato e di governo – sottolinea il presidente di Confagricoltura – è costituito dalla conferma del processo di convergenza tra gli importi dei pagamenti diretti erogati nei diversi Stati membri, la cosiddetta ‘convergenza esterna’. E’ una scelta contraria ai principi dell’economia, perché vengono ignorati i divari esistenti a livello nazionale in termini di costi di produzione e potere d’acquisto”.

“Un risultato di tale portata, che vede l’Europa concordare sullo stanziamento di 390 miliardi di euro sotto forma di aiuti a fondo perduto e fino a 360 miliardi di prestiti, per un totale di circa 750 miliardi, è una vittoria della diplomazia, della concertazione e dello spirito di solidarietà tra paesi, che sono alla base dell’esistenza stessa dell’Unione Europea; vale la pena di sottolineare, poi, che i bassi tassi di interesse dei prestiti, da restituire in tempi lunghi, ovvero dal 2026 al 2056, facciano sì che anche questi ultimi assumano più le sembianze di trasferimenti diretti”, osserva il presidente di Copagri.

“L’Italia, insomma  – sottolinea Scanavino – dovrà definire un piano nazionale, per implementare la riforma della Pac, davvero strategico per la crescita del settore e che, valorizzando il lavoro degli agricoltori e il contributo ambientale, sociale ed economico che svolgono nelle aree rurali -evidenzia il presidente di Cia- preveda misure rivolte al mercato e un percorso verso la transizione verde in grado di sviluppare innovazione e competitività. Ancora più importante è far sì che i fondi del “Next Generation Eu” per l’agricoltura, ovvero 7,5 miliardi destinati allo Sviluppo rurale, possano essere utilizzati già con le norme in vigore e non dal 2022 con la riforma della Pac come indicato dalla Commissione, per dare alle imprese la possibilità di restare sul mercato e investire sul futuro, confermandosi uno dei volani del sistema economico europeo

“Con l’approvazione del bilancio pluriennale – dice Giansanti – può essere finalizzato il regolamento che rinvia di due anni l’entrata in vigore della nuova PAC. La proroga dovrà essere finalizzata a verificare quelle che sono le scelte migliori da fare per la sovranità alimentare, alla luce del quadro di grandi incertezze che caratterizza le prospettive del settore agricolo: dall’impatto della pandemia, alla situazione del commercio internazionale, fino al futuro delle relazioni commerciali tra la Ue e il Regno Unito”.

 

 

 

 

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