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Protesta di agricoltori e allevatori a Montecitorio per emergenza cinghiali

Questa mattina le associazioni di allevatori e agricoltori sono scese in piazza davanti a Montecitorio per manifestare contro l’invasione dei cinghiali e più in generale degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e causano incidenti stradali nelle campagne e all’interno dei centri urbani. In piazza migliaia di agricoltori, allevatori e pastori provenienti da tutta Italia A loro fianco, semplici cittadini affiancati da sindaci e rappresentanti dei sindacati, dell’ambientalismo e delle associazioni dei consumatori. Al centro della protesta un’emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni con le incursioni dei cinghiali che sono arrivati anche all’interno delle città minacciando la sicurezza delle persone. 
Una crescita fuori controllo dei cinghiali per oltre il 400% in trent’anni: è questo il risultato della non gestione delle popolazioni faunistiche. La sovrappopolazione degli ungulati continua ad essere un problema enorme per gli agricoltori, per la fauna minore, per il territorio, per l’ambiente, per la sicurezza anche dei cittadini. Lo sottolinea Confagricoltura che sollecita interventi risolutivi. Abbiamo una normativa superata – evidenzia Confagricoltura – che affida la gestione della selvaggina al mondo venatorio, che ha ormai messo in evidenza tutti i suoi limiti. Estraniare gli agricoltori, che ospitano la selvaggina sui loro territori, dalla sua gestione, si è rivelato un errore grandissimo.
Più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, salgono a 2 milioni i cinghiali in Italia. E’ quanto stima la Coldiretti che dal primo Dossier Coldiretti/Ixe’ sull’emergenza animali selvatici in Italia presentato stamane fa presente che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Un allarme condiviso dall’Autrorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) che ha appena lanciato un appello urgente agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana. Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città.
Confagricoltura esorta ad uscire dalla sterile fase della contrapposizione tra mondo venatorio e mondo ambientalista, acquisendo tutti la consapevolezza che il problema della gestione della fauna va affrontato anche con misure che prevedano il riequilibrio delle presenze faunistiche sul territorio.
L’Organizzazione degli agricoltori chiede il monitoraggio obbligatorio su scala regionale e nazionale delle popolazioni di ungulati e l’avvio di azioni straordinarie di prelievo, superando tutte quelle previsioni normative che limitano gli interventi. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza che richiede la collaborazione di tutti gli attori, agricoltori, cacciatori, selettori, e se serve anche delle forze dell’ordine e dell’esercito per dare una risposta immediata.

“La misura è veramente colma – dichiara il presidente A.I.A. Roberto Nocentini – : da molto tempo stiamo segnalando in moltissime zone del nostro Paese i pesanti danni causati dall’invadenza nei campi e nelle strade rurali, e non sono mancati gravissimi episodi anche su autostrade, con vittime e feriti tra gli automobilisti, di cinghiali ed altri ungulati selvatici. Per non parlare degli ormai innumerevoli attacchi di lupi e canidi rinselvatichiti a greggi e mandrie, con consistenti perdite economiche per agricoltori, allevatori e imprenditori zootecnici. Così diventa veramente difficile fare allevamento, ed il danno è anche per il possibile abbandono dei territori, che senza agricoltori ed allevatori degradano e muoiono”.

 

 

 

 

 

 

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