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Peste suina africana: servono azioni coordinate

Alla presenza del Commissario straordinario nazionale Angelo Ferrari, del Commissario straordinario per la provincia di Alessandria Giorgio Sapino, dei rappresentanti delle principali associazioni venatorie, degli Ambiti territoriali di caccia dell’Alessandrino e delle organizzazioni agricole, si è svolto il 23 gennaio scorso, nella sede della Provincia di Alessandria, un incontro sul contenimento della Peste suina africana, anche per fornire un aggiornamento in seguito all’ultima riunione ministeriale del Gruppo operativo degli esperti Psa, che si è tenuta il 10 gennaio.

In quell’occasione, e anche nel corso dell’incontro alessandrino, l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa ha ribadito l’importanza per il Piemonte che non vengano frapposti ostacoli a daccapo llo svolgimento delle attività venatorie di depopolamento dei cinghiali.

 “Come Regione – ha aggiunto Protopapa – abbiamo sollecitato questa riunione sulla gestione dell’emergenza Peste suina africana affinché la Provincia, con i Servizi veterinari e le associazioni venatorie, possa individuare una strategia per organizzare le attività di contenimento e monitoraggio della Psa”.

Confagricoltura Piemonte, pur apprezzando la posizione della Regione sul contenimento della malattia, ritiene il coordinamento delle attività non debba limitarsi al territorio piemontese.

“Anche alla luce dei nuovi casi di cinghiali infetti che si stanno continuando a trovare nelle aree di confine tra il Piemonte e la Liguria – ha affermato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – abbiamo chiesto, d’intesa con la Federazione degli agricoltori liguri, che venga costituito e convocato al più presto un tavolo permanente interregionale Piemonte e Liguria di confronto sull’argomento, in modo che si possano ricercare e concordare iniziative comuni di contrasto all’emergenza nell’interesse di tutti”.

Per il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco “Dopo un anno ancora nessun risultato apprezzabile. Il numero dei cinghiali e dei danni continua ad aumentare mentre le risorse a diposizione sono assolutamente insoddisfacenti: anzi, l’andamento pandemico si è allargato e alcuni esemplari sono stati ritrovati al di fuori della recinzione. Andrebbe rafforzata la figura del tutor in quanto unico “strumento” ad oggi di legittima difesa dei danni da fauna selvatica. La realtà è deludente e alquanto critica con danni economici incalcolabili alle produzioni e alle imprese agricole, all’ambiente ed incidenti stradali che si sono continuati a verificare durante quest’anno. Servono soluzioni concrete per voltare pagina, per creare le condizioni affinché si generino i presupposti che consentano una ripresa dell’attività di allevamento anche nelle zone maggiormente interessate, per definire una prospettiva di ripresa, per mettere in sicurezza il nostro territorio, i cittadini e le imprese senza perdere altro tempo”.

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