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Per il gelo in ginocchio 60% agricoltura italiana

 

Giorni decisivi per la conta dei danni causati dalle gelate della scorsa settimana. Con un balzo eccezionale delle temperature, hanno finito per togliere la primavera al 60% dell’agricoltura italiana, messa ko da Nord a Sud Italia, fino in Sardegna. Secondo una nuova stima di Cia-Agricoltori Italiani, gli effetti del gelo sui campi di più della metà del Paese con un taglio della produzione anche totale e per diversi milioni, richiedono ora un piano d’emergenza con risorse ancora più straordinarie e nuove strategie contro i cambiamenti climatici. 

Per Massimiliano Giansanti di Confagricoltura,“è presto per formulare una valutazione accurata sull’ammontare dei danni provocati dalle eccezionali gelate degli ultimi giorni. Sulle cifre la cautela è sempre necessaria tuttavia, dalle segnalazioni che stiamo ricevendo dalle nostre strutture regionali e provinciali, l’impatto è sicuramente pesante, dato il numero delle regioni interessate e delle colture colpite: dai frutteti alle orticole; dalla vite agli olivi, fino ai seminativi”.

Dal Veneto al Piemonte, dall’Emilia-Romagna alla Toscana, ma anche in Umbria, Lazio e Sardegna, fino in Campania, Basilicata e Puglia, si è trattato di gelate che non si vedevano da 20 o 30 anni, ma che oggi si possono affrontare con consapevolezza e strumenti diversi e più innovativi, anche in piena crisi economica da pandemia. 

“La rapidità del confronto sui territori perché si attivino le istituzioni a livello regionale è ora nelle ore decisive -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. Sul piano nazionale va fatta con urgenza una ricognizione degli strumenti vigenti e un’analisi del problema nell’ambito del PNRR e del Next Generation Eu per ragionare sul lungo periodo, ma dare anche, subito, risposte concrete”. 

“In un contesto economico già reso difficile dall’emergenza sanitaria – prosegue Giansanti – per molte imprese si prospetta un’annata difficile. Vanno perciò attivati con la massima urgenza gli strumenti previsti per le calamità naturali che, però, potrebbero risultare insufficienti data la situazione eccezionale che si è verificata. Sarà, con tutta probabilità, necessario un intervento straordinario da parte delle Istituzioni pubbliche, senza escludere un’iniziativa in ambito europeo visto che le gelate hanno colpito altri Stati membri. In Francia, in particolare, i nostri colleghi della Fnsea – la principale organizzazione degli agricoltori – ci hanno segnalato che anche al di là delle Alpi i danni sono stati ingenti .L’agricoltura è il settore produttivo più esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici Le gelate di questi giorni sono arrivate paradossalmente in un periodo di siccità che in alcune aree sta rendendo difficili le semine primaverili”.
E’ positivo l’impegno dei molti rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale e regionale per il ristoro dei danno provocati dall’ondata di  gelo anomalo nelle campagne, dal nord a su Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti sugli effetti dell’ondata di freddo gelido che ha devastato i raccolti nazionali. Una vera calamità che, sottolinea la Coldiretti “ha colpito dalla frutta agli ortaggi, dalle piante ornamentali alle coltivazioni più precoci di mais fino alla vite e l’ulivo. Una situazione drammatica per migliaia di imprese agricole che hanno visto perdere in una giornata il lavoro di un intero anno.

“C’è una nuova pandemia in corso, dopo quella del Covid, si chiama cambiamento climatico”.  Il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi,  interviene sui gravissimi danni che le gelate hanno causato in questi giorni di inizio aprile alle produzioni ortofrutticole del Paese con punte fino all’80% nelle drupacee, già l’anno scorso colpite da eventi meteorologici estremi.

“I danni sono in corso di quantificazione da parte delle amministrazioni competenti, quello che è certo è che la campagna 2021 inizia con la perdita di ingenti quantitativi di produzione e con ricadute negative certe sui bilanci delle imprese produttive e commerciali dell’ortofrutta. La competitività delle nostre imprese ancora una volta è messa a dura prova e a poco serve continuare a ripetere che il settore è stato ‘eroico’ nel corso del 2020 nel rifornire i mercati e la distribuzione di prodotti essenziali per la dieta e il benessere dei consumatori, se poi il settore non si è visto riconoscere neppure i maggiori costi sostenuti dalle imprese per la salute e la sicurezza dei lavoratori e la sanificazione degli impianti”.

 

 

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