Ambiente

Non lasciare parchi e foreste a se stessi

 “È necessario rendere ammissibili, accanto a quelle già permesse, una serie di attività, tra cui la cura e manutenzione del verde (codice Ateco 81.30), le attività forestali, la silvicoltura e la pioppicoltura (codice 02). Inoltre, per compensare le perdite di ricavo e di reddito che stanno subendo queste imprese di servizi agroforestali e agromeccanici, occorre prevedere adeguati indennizzi e contromisure”, avverte il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti – UNCAI Aproniano Tassinari.

Le attività di cura e manutenzione di parchi, giardini, verde pubblico, impianti sportivi, così come quelle forestali sono essenziali per evitare il degrado degli investimenti verdi del nostro Paese. “Il solo comparto della manutenzione del verde fattura circa 1,8 miliardi annui a livello nazionale e dà lavoro a circa 40mila addetti, in particolare nei mesi delle fioriture primaverili. Le attività forestali, invece, oltre a essere un settore produttivo essenziale per l’economia di diverse aree montane e collinari, sono fondamentali per prevenire il dissesto idrogeologico –  aggiunge Tassinari – Le tempistiche a disposizione delle imprese forestali e di manutenzione del verde rendono urgente lo sblocco che deve avvenire prima della conclusione della stagione di taglio”.

Anche il mondo della selvicoltura è bloccato, in particolare la pioppicoltura della Pianura Padana: “Gli abbattimenti e i prelievi legnosi sono fermi e con essi si fermeranno le industrie che producono compensati, imballaggi, carta e pannelli per mobili e arredamenti in genere – prosegue Tassinari che conclude – I tagli sono previsti in questi mesi e fino ad agosto. Rimandarli in autunno significherebbe far saltare la programmazione annuale, non avere più tempo di ripiantumare o ripristinare il terreno per altri usi agricoli e tutta la filiera, a catena, andrà in crisi”.

Confagricoltura rivolge un appello al Governo affinché sia data la possibilità al settore forestale di riprendere la piena operatività. Con ulteriori giorni di fermo, infatti, si rischia di compromettere non solo la vitalità di importanti settori economici, ma anche la gestione di delicati sistemi ambientali.

Confagricoltura ricorda che si tratta di un settore che coinvolge agricoltori, forestali, artigiani, industriali della carta e del legno – mobilitati per fornire il materiale necessario per fabbricare pallet, pacchi, cartone, imballaggi, carta igienica e tutti i beni derivanti dal legno – produttori di energia e gli stessi consumatori, che rischiano di disporre di limitato e non idoneo combustibile per il riscaldamento nel prossimo inverno.

La filiera del bosco/legno, inoltre, ha tutte le condizioni di riprendere il lavoro ottemperando alle norme sanitarie imposte dai decreti covid-19.

Occorre prendere esempio dal modello francese, evidenzia Confagricoltura, che ha sottolineato l’importanza strategica del settore in quanto un anello importante per garantire la continuità della vita economica del Paese, ma soprattutto come attività che contribuisce a rendere resiliente la società di fronte alla crisi, mantenendo in salute il sistema forestale e garantirne il futuro.

In tale quadro è ancor più indispensabile, per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, riattivare le filiere forestali al fine di evitare la concorrenza da altri Paesi europei ed extraeuropei, che non hanno fermato il settore, nonché l’abusivismo forestale con tagli non autorizzati, piaga del nostro Paese. Ma soprattutto per evitare l’abbandono delle foreste, che potrebbe avere gravi conseguenze ambientali, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva ed i possibili rischi di incendi

 

 

 

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