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L’Ungheria ha vietato le esportazioni di grano

L’Ungheria ha vietato le esportazioni di grano nel timore che l’invasione russa in Ucraina possa causare carenze “significative” nell’approvvigionamento nazionale e un’impennata dei prezzi su scala mondiale. “Il 15% delle nostre importazioni è colpito dalla guerra, anche i prezzi dell’energia stanno aumentando, gli agricoltori potrebbero risentirne”, ha avvertito  il premier ungherese Viktor Orban parlando al congresso nazionale degli agricoltori.
Anche la Bulgaria hanno deciso di sospendere le esportazioni di grano per assicurare i rifornimenti interni e contenere la crescita dei prezzi.
Nel 2021 dall’Ungheria sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais mentre altri 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili che rappresentano circa la metà delle importazioni totali dell’Italia
Ucraina e Russia insieme pesano per circa il 30% del commercio mondiale di grano. Nei giorni scorsi il prezzo del grano e di altri prodotti agricoli come orzo, semi oleosi e mais, sono schizzati dopo la paralisi dei porti del Mar Nero, da dove partono i carichi. Il prezzo del grano ha messo a segno un aumento del 40,6% in una settimana per un valore ai massimi da 14 anni di 12,09 dollari per bushel (che equivalgono a 27,2 chili). Un record che non si raggiungeva dal 2008. Alla Borsa di Parigi, il grano ha raggiunto il prezzo record di 400 euro la tonnellata guadagnando il 38% in una settimana. Valori al top del decennio riguardano anche le quotazioni di mais, mentre la soia sale del 5% nella settimana, secondo i dati forniti dal Chicago Board of Trade.

 

 

 

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