L’opinione EFSA sul benessere dei polli da carne: più spazio e stop alle razze a rapida crescita
Era molto attesa e ha portato con sé importanti informazioni per tutto il settore, la nuova opinione dell’EFSA sul benessere dei polli da carne, che, con approccio scientifico e pragmatico, identifica le principali problematiche in allevamento e indica le raccomandazioni necessarie ad affrontarle. Questo documento dell’EFSA rappresenta anche uno dei passaggi principali del percorso di revisione da parte della Commissione europea dell’attuale normativa comunitaria in tema di benessere animale e rappresenta quindi un elemento chiave che non può essere ignorato.
Molte sono le problematiche di benessere dei polli da carne segnalate come ‘altamente rilevanti’ dagli esperti dell’EFSA ed è preoccupante osservare come quasi tutte siano associate a fattori di pericolo legati alla mancanza di spazio e all’utilizzo di razze a rapido accrescimento, due caratteristiche produttive largamente prevalenti nel nostro Paese. Tra le problematiche di benessere più importanti emergono molti elementi messi più volte in luce in questi anni da diverse indagini e articoli scientifici: la presenza di problemi di locomozione, la restrizione dei movimenti (sia per la mancanza di spazio che per i problemi di locomozione) e l’impossibilità a esprimere comportamenti esploratori (come camminare, grattare e becchettare) e di comfort (come aprire e sbattere le ali e stendere e stirarsi le zampe).
L’opinione EFSA conclude con indicazioni e raccomandazioni sui miglioramenti principali da attuare negli allevamenti: ridurre la densità di allevamento dei polli, prediligere razze a più lento accrescimento e fornire piattaforme e altri arricchimenti ambientali per permettere agli animali di riposare su strutture adeguate e incoraggiare l’espressione dei comportamenti naturali. Si tratta degli stessi elementi che dal 2017 vengono messi in luce dalle organizzazioni che, come Essere Animali, sostengono lo European Chicken Commitment (ECC), una richiesta di impegno rivolta alle aziende con l’obiettivo di migliorare il benessere dei polli da carne partendo dall’eliminazione delle principali cause di sofferenza.
Eppure, a differenza di altri paesi europei come Francia e Spagna, purtroppo a oggi in Italia sono ancora pochissime le aziende alimentari che si sono impegnate a rispettare gli standard dell’ECC. Mentre in Francia più del 95% della grande distribuzione ha già aderito all’ECC e in Spagna ben 5 tra i primi 10 supermercati del paese, tra i grandi supermercati italiani solo Carrefour ha assunto un impegno a favore del benessere dei polli da carne che sia in linea con l’ECC e con le nuove raccomandazioni EFSA.
È utile anche notare come l’opinione dell’EFSA si spinga addirittura più in là delle richieste delle ONG, focalizzate esclusivamente sulla fase di accrescimento dei polli, e metta in luce problematiche di benessere finora meno dibattute come le condizioni di vita dei riproduttori, soggetti a fame cronica per la limitazione del mangime, e dei pulcini di un giorno di vita. Infatti, oltre a indicare l’eliminazione di mutilazioni e regimi di restrizione alimentare per i riproduttori, viene incoraggiata anche la pratica di far schiudere le uova direttamente negli allevamenti di produzione, per evitare trasporti stressanti e fame e sete prolungate ai pulcini appena nati. Tra le ultime raccomandazioni risalta, infine, l’indicazione di implementare sistemi di valutazione di alcuni indicatori chiave che permettano di monitorare il benessere dei polli da carne in maniera armonizzata a livello europeo, come la mortalità in allevamento e l’incidenza di lesioni plantari al macello, un parametro teoricamente già previsto dall’attuale Direttiva ma per cui in Italia non è possibile reperire informazioni.
Elisa Bianco, responsabile del dipartimento di Corporate Engagement di Essere Animali, dichiara: “È estremamente incoraggiante vedere che le opinioni scientifiche pubblicate dall’EFSA sostengono le stesse raccomandazioni di miglioramento per il benessere dei polli da carne che da diversi anni presentiamo alle aziende. Ora ci auguriamo che, come accaduto negli altri Paesi, anche i grandi supermercati italiani seguano queste indicazioni e si impegnino pubblicamente per affrontare le reali criticità del benessere dei polli, a partire dall’abbandono delle razze a rapido accrescimento e dalla riduzione delle densità di allevamento”.