Zootecnia

L’impegno per la biodiversità messo in campo dal Sistema Allevatori passa anche attraverso il Progetto “LEO”

Il 22 maggio 2021 è dedicato alla “Giornata Nazionale della Biodiversità agricola e alimentare”, ed in questa occasione l’Associazione Italiana Allevatori-AIA vuole ricordare il proprio impegno a favore della tutela della biodiversità animale di interesse zootecnico, ed anche dell’ambiente in cui essa viene conservata e valorizzata grazie al lavoro degli allevatori.

I due progetti caposaldi attraverso i quali si sta espletando l’azione di AIA e del Sistema allevatoriale nazionale sono “LEO” (acronimo di “Livestock Environment Opendata“), avviato nel 2018 e che procede verso la realizzazione di una piattaforma digitale per la zootecnia italiana che si preannuncia unica nel suo genere e sviluppata grazie all’attività di AIA, assieme a partner di prestigio quali Università, Istituti Zooprofilattici e altri Enti di ricerca, sotto la supervisione del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, in qualità di Autorità di gestione. L’altro progetto concepito interamente per preservare la biodiversità dei nostri animali di interesse zootecnico e dell’ambiente in cui vivono è stato denominato “Allevamento Custode” ed è stato avviato con grande soddisfazione ed entusiasmo in questa prima parte dell’anno, con le esperienze realizzate nel territorio campano grazie al lavoro della Associazione Allevatori Campania e Molise.

“La crisi causata dalla emergenza pandemica – afferma il presidente di AIA, Roberto Nocentini – non ha fermato il nostro lavoro sulla biodiversità animale di interesse zootecnico. Con il Progetto LEO ci proponiamo di dare il nostro fattivo contributo nel solco delle strategie avviate dalla Commissione europea per la Biodiversità e per la Sicurezza alimentare, strategie che caratterizzeranno le politiche comunitarie da quì al 2030. L’enorme mole di dati, di informazioni e di conoscenze rese disponibili con il progetto LEO consentiranno di elaborare efficaci azioni a tutela della biodiversità, di individuare nuovi e più precisi parametri per la valutazione del benessere animale, di misurare correttamente l’entità delle emissioni in ambiente e nell’atmosfera dalle attività connaturate alla zootecnia. La ripresa della nostra economia, anche dal punto di vista della valorizzazione ambientale, turistica ed enogastronomica passa pure attraverso la funzione strategica della zootecnia italiana, sia perché esprime una percentuale rilevantissima dell’agroalimentare italiano, sia per ciò che rappresenta in termini di garanzia di qualità, sicurezza delle produzioni, biodiversità, distintività, eccellenza”.

“L’Italia può contare su un patrimonio incredibilmente vasto di biodiversità anche in ambito zootecnico – aggiunge il direttore generale AIA, Mauro Donda – , la cui tutela rappresenta la salvaguardia di un patrimonio di inestimabile valore tecnico, sociale, etico e culturale. Si tratta di una ricchezza di razze, di caratteri genetici e morfologici che sono arrivati fino a noi e che si sono preservati nei secoli grazie agli allevatori che hanno valorizzato le specifiche caratteristiche di determinate specie, nonché la tipicità e unicità delle produzioni da esse derivanti, spesso legate da un filo indissolubile con i rispettivi territori. Inoltre, la biodiversità della zootecnia italiana costituisce un patrimonio genetico ricchissimo, di cui apprezzeremo ancor più concretamente il valore nel prossimo futuro. A solo titolo di esempio, attualmente, all’interno del progetto LEO, stiamo trattando i dati di ben 58 razze bovine (tra queste, ricompresa anche la specie bufalina, con la razza Bufala Mediterranea Italiana) per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali)”.

Alcune delle razze-simbolo della nostra biodiversità, tra quelle inserite nel progetto LEO, sono le bovine: Agerolese, Burlina, Cabannina, Calvana, Castana, Chianina, Cinisara, Garfagnina, Grigio Alpina, Marchigiana, Maremmana, Modenese, Modicana, Mucca Pisana, Pezzata Rossa d’Oropa, Piemontese, Pinzgauer, Podolica, Pontremolese, Pustertaler, Reggiana, Rendena, Romagnola, Sarda, Sardo Bruna, Sardo Modicana, Tarina, Valdostana Pezzata Nera, Valdostana Pezzata Rossa, Varzese; le pecore Alpagota, Altamurana, Appenninica, Bagnolese, Barbaresca, Bergamasca, Biellese, Brianzola, Brogna, Ciuta, Comisana, Corniglio, Corteno, Delle Langhe, Fabrianese, Frabosana, Gentile di Puglia, Laticauda, Massese, Merinizzata, Moscia Leccese, Nera di Arbus, Pomarancina, Sambucana, Sopravissana, Tacola, Zerasca e le capre Aspromontana, Bianca Monticellana, Bionda dell’Adamello, Camosciata delle Alpi, Capestrina, Cilentana Fulva, Cilentana Nera, Ciociara Grigia, Fiurinà, Garganica, Girgentana, Jonica, Maltese, Messinese, Napoletana, Nicastrese, Orobica, Pezzata Mochena, Roccaverano, Rustica di Calabria, Sarda Primitiva, Valdostana, Verzaschese.

 

 

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