Mercati

Indici Crefis di redditività dei suini

In novembre, il calo dei prezzi dei suini da macello pesanti e il contemporaneo aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per la loro alimentazione ha portato ad una forte riduzione della redditività degli allevatori di suini italiani, che è tornata sui livelli di luglio. La varia- zione congiunturale è stata del -14,4% mentre quella tendenziale del -29,7%. Una variazione tendenziale negativa è stata riscontrata anche per gli allevatori statunitensi, che in novembre hanno visto calare la loro reddittività del -12,2%. Nonostante questo decremento, l’attuale livello risulta comunque superiore del +34,3% rispetto allo scorso anno. Da que- sto mese l’indice Crefis di reddittività dell’allevamento statunitense è stato ricalcolato utilizzando i prezzi di nuove commodity, dato che le precedenti non risultano più disponibili. Nell’ultimo mese non è stato possibile calcolare l’indice Crefis della reddittività degli allevatori europei, dato che la Commissione Europea non ha ancora pubblicato le quotazioni dei cereali e dei suini relative al mese di novembre.
In novembre, è stata registrata una ripresa dell’indice di redditività della macellazione, cresciuta del +7,9% rispetto al mese precedente. Il calo del prezzo dei suini da macello e l’aumento delle quotazioni delle cosce fresche hanno portato ad un andamento positivo della fase di macellazione. La variazione tendenziale è rimasta positiva: +17,6%.
Il calo dei prezzi dei prosciutti di Parma stagionati, combinato con l’aumento delle quotazioni delle cosce fresche leggere di 12 mesi fa, ha portato ad un’ulteriore riduzione della redditività dell’atti- vità di stagionatura dei prosciutti di Par- ma DOP, che è tornata sui livelli di fine 2019. In particolare, per i prosciutti leggeri la reddittività è scesa del -1,8% rispetto ad ottobre, mentre per i pesanti il calo è stato del -1,2%. L’attuale livello di reddittività è tornato al di sotto di quello dello scorso anno: -0,3% per i prosciutti leggeri e -4,7% per quelli pesanti. La forte diminuzione dei prezzi delle cosce fresche ad inizio stagionatura e la stabilità delle quotazioni dei prosciutti stagionati avvenuta in novembre hanno portato ad un’impennata della redditività dei prosciutti destinati a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del +15,8% per il prosciutto leggero e del +20,6% per quello pesante. I livelli raggiunti sono i più alti da dicembre 2018 per i prosciutti leggeri e da settembre del 2015 per quelli pesanti. Positive le varia- zioni tendenziali: +5,8% per i prosciutti leggeri e +11,2% per quelli pesanti.
Nell’ultimo mese il differenziale di redditività tra le produzioni DOP e quelle non tipiche è tornato a favore di quest’ultime per entrambe le tipologie di peso. Per i prosciutti leggeri la differenza di redditività tra chi produce DOP e non DOP è stata del -17,7%, mentre per i pe- santi del -16,5%.
Nell’ultimo mese l’incertezza legata alla pandemia da Covid-19, con le annesse difficoltà di collocamento dei prodotti sia sui mercati interni che esteri, nonché la situazione sanitaria di alcuni di essi (prima su tutti la Germania), ha portato ad una ulteriore diminuzione dei prezzi medi mensili dei suini su tutti i mercati europei considerati.

 In Germania la quotazione per il suino leggero a peso morto, in novembre, è scesa a 1,230 euro/kg, con una variazione del -3,1% rispetto al mese precedente e del -36,0% nei confronti dello scorso anno. Tale prezzo rappresenta il valore più basso da gennaio 2004. Il mercato tedesco continua, probabilmente, a ri- sentire sia delle recenti segnalazioni di casi di peste suina africana che delle conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha avuto effetti negativi sull’attività di macellazione nel Paese.
Il mercato francese, invece, ha fatto segnare un calo del -6,4% rispetto ad ottobre, con un prezzo che si è fermato a 1,278 euro/kg. La variazione tendenziale resta fortemente negativa: -24,3%.
Un calo congiunturale si è osservato anche sul mercato polacco (-4,0%), dove il prezzo medio mensile, a peso morto, ha toccato il dato più basso da gennaio 2016, pari a 1,208 euro/kg (prezzo calco- lato senza l’ultima settimana di quotazione, non ancora disponibile): Esso ha rap- presentato, inoltre, il valore più basso tra i mercati che quotano suini a peso morto. Negativo il confronto rispetto allo stesso mese dello scorso anno: -31,5%.
Anche il mercato danese ha fatto registrare un calo rispetto al mese precedente (-7,8%), con il relativo prezzo medio mensile sceso a 1,276 euro/kg (dato più basso da marzo del 2019); negativa an- che la variazione tendenziale (-29,9%).
Per quanto riguarda i mercati che quotano a peso vivo, la Spagna ha fatto registrare un decremento del prezzo del – 8,0% rispetto ad ottobre, raggiungendo un valore medio mensile di 1,184 euro/ kg. Negativa anche la variazione tendenziale, pari al -18,3%.
 Una variazione congiunturale negativa è stata registrata anche in Belgio (- 10,9%), dove il prezzo si è fermato a 0,758 euro/kg (dato più basso da marzo del 2002). Il differenziale rispetto a novembre dello scorso anno è risultato pari al -43,4%.
In novembre il prezzo medio mensile olandese è, invece, sceso a 0,948 euro/ kg, con un calo del -8,9% in termini con- giunturali e del -36,3% rispetto allo scorso anno. Tale dato rappresenta il più basso da marzo 2016.
Da segnalare che in novembre, il prezzo medio mensile italiano, nonostante il calo congiunturale, è risultato più alto di quello dei mercati europei considerati.  

 

 

 

 

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