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Il biometano agricolo per le nuove sfide della mobilità sostenibile

Si è svolto al Ministero Sviluppo Economico il primo tavolo sulle prospettive di sviluppo della filiera nel settore delle tecnologie del biometano in ambito agricolo.
Durante l’incontro sono state affrontate le principali tematiche legate allutilizzo del biometano, tra le quali la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica a biogas esistenti, l’utilizzo del biometano per le macchine agricole e gli impianti di liquefazione del biometano. Al tavolo, presieduto dai Sottosegretari Davide Crippa e Andrea Cioffi, hanno preso parte i principali attori del settore, nonché i rappresentanti delle segreterie tecniche dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura.
“Il biometano – ha sottolineato Confagricoltura – derivante da matrici agricole contribuisce a vincere le nuove sfide per la mobilità sostenibile, con il raggiungimento dell’obiettivo previsto al 2030 per le rinnovabili nei trasporti; assicura, in armonia con gli indirizzi UE e nazionali, lo sviluppo di una economia sempre più circolare, attraverso l’utilizzo di effluenti zootecnici, residui, sottoprodotti delle attività agricole, agroalimentari e di colture di integrazione. Il rapido sviluppo della filiera italiana del biometano permette di avere immediati impatti benefici sul Pil e consente all’Italia di assumere un ruolo di leadership a livello globale in questo settore”.
“Come sottolineato dai partecipanti al tavolo, finalmente il biometano può assumere il ruolo importante che gli spetta, visto il grande contributo che è in grado di offrire a livello ambientale con le opportune garanzie di filiera ha dichiarato il Sottosegretario Crippa -sono convinto che l’agricoltura possa avere un ruolo fondamentale sia nell’aumentare l’indipendenza dalle fonti energetiche fossili che nel raggiungimento degli obiettivi del PNIEC. Dobbiamo valutare, con il contributo di tutti, le strade percorribili per cogliere al meglio le opportunità che possono emergere dal biometano”. Per il Sottosegretario Cioffi “le ricadute industriali sono importanti in quanto il biometano si colloca all’interno di una strategia più ampia che tende al contrasto dei cambiamenti climatici. In questo senso il ruolo delle industrie è fondamentatale per far sì che questa sfida sia una vera occasione di sviluppo e, allo stesso tempo, porti benessere nella vita dei cittadini, che sono al centro della nostra azione. Sono convinto che la filiera del biometano possa trasformare le produzioni e le eccedenze agricole con ricadute importanti nel settore di utilizzo del biometano: sia quello delle macchine agricole alimentate a gas compresso che in tutti quelli in cui questa tecnologia può essere utilizzata al servizio della decarbonizzazione, come previsto sia dal PNIEC che dagli obiettivi comunitari.”
L’Italia – ha ricordato Confagricoltura – è il quarto produttore mondiale di biogas, con circa 1700 impianti attivi. Nell’ambito delle energie rinnovabili, questo comparto è quello a maggiore intensità occupazionale che, ad oggi, ha creato oltre 6.400 posti di lavoro stabili.  Inoltre, il Paese vanta una leadership tecnologica consolidata sul metano e all’avanguardia nel mondo. È il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi consumati e circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione serviti da oltre 1.300 stazioni di servizio.
Il decreto del 2 marzo 2018 ha previsto specifici incentivi da applicare agli impianti di produzione di biometano che entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2022 e a quelli esistenti di biogas, se riconvertiti (parzialmente o totalmente) entro la medesima data. Il sussidio economico ha dato una forte spinta al comparto e al suo consolidamento. Secondo i dati del Consorzio Italiano Biogas (CIB) a partire dal 2008, anno in cui ha cominciato a strutturarsi la filiera italiana, le imprese agricole e industriali coinvolte hanno investito e re-investito circa 7 miliardi nell’economia nazionale, creando migliaia di posti di lavoro. Le stime del CIB ritengono verosimile che, grazie a questi trend, entro il 2030 l’Italia arrivi a produrre circa 8 miliardi di metri cubi di biometano agricolo.

 

 

 

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