Politiche agricole

Grande rammarico per stop a negoziati su riforma PAC

Dopo un’intensa settimana di trattative, in cui si è cercato di raggiungere un’intesa tra le parti, per la riforma della Politica Agricola Comune (PAC), sono emerse divergenze su punti rilevanti, che hanno portato il Consiglio a chiedere alla Presidenza di interrompere negoziati.
“Già la prossima settimana, la Presidenza portoghese è disponibile a riavviare, con lo stesso senso di impegno, la ricerca di soluzioni per completare la riforma della PAC”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura, Maria do Céu Antunes, che presiede il Consiglio dell’Agricoltura Ministri dell’Unione Europea.
Il Ministro ha sottolineato che “la Presidenza portoghese è impegnata a costruire un accordo per la riforma della PAC durante il mese di giugno”, e ha affermato che è fondamentale che la nuova PAC “sia moderna e che permetta all’agricoltura europea di passare a una maggiore integrazione . obiettivi ambientali e climatici, che riflettano una maggiore preoccupazione sociale, garantendo la competitività degli agricoltori e senza lasciare indietro nessuno”.  
“La mancata conclusione dei negoziati sulla riforma della PAC, che accogliamo con grande rammarico, ha rinviato l’intera partita alla prossima tornata negoziale, che dovrebbe svolgersi alla fine di giugno, con la speranza di arrivare a una conclusione entro la fine della presidenza portoghese dell’UE”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, a margine dell’ultima tornata negoziale, durante la quale non è stato trovato l’accordo politico sui tre atti legislativi della riforma della PAC, che dovrebbero entrare in vigore all’inizio del 2023 e guidare la politica agricola comunitaria del successivo quinquennio, mettendo sul piatto oltre 390 miliardi di euro.
“L’interruzione delle trattative rappresenta un’occasione persa per definire il complesso percorso che porterà l’agricoltura comunitaria in un futuro nel quale dovranno trovare maggiore attenzione tutte le tematiche inerenti alla sostenibilità; lo stop, inoltre, che auguriamo venga superato mettendo da parte ogni possibile preclusione di sorta, rischia di rallentare il processo che porterà all’approvazione del Piano Strategico Nazionale-PSN”, fa notare il presidente.
Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti “nonostante le difficoltà emerse, un accordo sulla riforma della PAC è possibile e auspicabile, ma non a tutti i costi. Perché la politica agricola dell’Unione deve continuare a sostenere un processo economico finalizzato a fornire ai consumatori cibo in quantità adeguate, sicuro e di altissima qualità. E’ evidente che le imprese agricole sono di fronte ad una nuova sfida che è quella di una maggiore sostenibilità ambientale. Vale a dire, salvaguardare i livelli di produzione riducendo la pressione sulle risorse naturali”.
“Senza un accordo sulla riforma della Pac, l’Europa è meno forte di fronte alle sfide della ripresa post pandemia e della transizione ecologica. In gioco c’è la sopravvivenza dell’agricoltura Ue e la qualità di vita dei cittadini”. Così esprime rammarico Cia-Agricoltori Italiani. “Speriamo in una ripresa dei negoziati a giugno dove tutti riescano a superare ogni forma di preclusione -dichiara il presidente nazionale Dino Scanavino-. Auspichiamo un confronto più aperto, che si ispiri al cambiamento, sempre tenendo conto che la priorità resta il reddito agricolo. Gli agricoltori europei sono pronti a fare la propria parte per diventare sempre più sostenibili, con una Pac 2023-2027 più verde, ma senza dimenticare che la politica agricola comune è innanzitutto una politica economica che deve sostenere la produzione di cibo sano, sicuro e di qualità e garantire la tenuta e la crescita delle aree rurali”.
“Serve al più presto un accordo sulla riforma della Politica Agricola Comune (Pac) per consentire la programmazione degli investimenti nelle aziende agricole italiane per una spesa di circa 50 miliardi da qui al 2027 -afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – occorre arrivare al più presto ad un accordo che tenga conto dell’obiettivo di sostenere adeguatamente i redditi degli agricoltori, premiare comportamenti virtuosi in coerenza anche con il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, di affrontare i danni provocati dai cambiamenti climatici, favorire il ritorno alla terra in atto nelle giovani generazioni e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e i requisiti sociali dei pertinenti contratti collettivi. Auspichiamo che a tre anni dalla presentazione della proposta di riforma della Pac si possa al più presto raggiungere un accordo necessario per garantire regole certe e stabilità agli agricoltori per i prossimi anni, in termini di investimenti e programmazione, soprattutto in un periodo di incertezza e difficoltà di mercato a causa della pandemia”.

 

 

 

 

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